Il compleanno

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I giorni a Cousins sono passati di corsa, siamo già alla fine di Giugno, più precisamente è un giorno che ho sempre considerato speciale, il nostro compleanno. I sedici anni miei e di mia sorella. Ogni anno venivano alla casa al mare le nostre migliori amiche per almeno una settimana, Taylor era solita restare più di Elly siccome non partiva per le vacanze prima di fine Luglio, mentre la mia migliore amica doveva sempre andar via prima del quattro Luglio, una data molto significativa nella casa al mare siccome si dava una festa e le famiglie si riunivano al completo.
Ero nel mio letto sdraiata accanto a Jeremiah che mi teneva stretta con un suo braccio sulla vita, lui dormiva ed io lo guardavo, era stupendo come sempre. Le labbra leggermente socchiuse, il respiro regolare, le sopracciglia corrucciate e i capelli in disordine gli conferivano l'aspetto di un bimbo. Sorrisi guardandolo, poi gli posai un bacio sulla guancia vicino alle labbra e mi allungai per prendere il telefono che era poggiato sul piccolo comodino. Erano solo le otto del mattino ma Elly era già sveglia poiché mi scrisse pochi istanti dopo. 
  -Tanti auguri Sum!                                                                                            Me la immaginai davanti a me che mi abbracciava forte dopo essermi saltata addosso, ma avrei dovuto aspettare diverso ore prima che ciò si realizzasse. Elly continuò a digitare sulla sua tastiera dall'altra parte dello schermo mentre io ancora sorridevo ai suoi auguri, poi il messaggio successivo mi comparve sul display.                                           -Il solo pensiero di doverti scrivere questo messaggio mi dispiace, la nonna questa mattina non è stata granché bene e mia madre ha deciso di rimandare la partenza probabilmente alla prossima settimana. Non immagini quanto io desideri essere li oggi, ma non ti farò di certo mancare il mio regalo! L'ho dato a Taylor giusto una ventina di minuti fa in modo che te lo consegni. Ancora tanti auguri amica mia e salutami i ragazzi.                             Leggendo il messaggio sentii una tristezza assorda farmi sprofondare nel mio materasso, poi però pensai a quanto potesse volermi bene se nonostante l'orario estremamente mattiniero della sua vicina, lei si era comunque alzata per far si di farmi ricevere il suo regalo. Tra l'altro Elly e Taylor oltre ad essere vicine di casa si conoscono da tutta la vita in quanto i rispettivi padri sia soci di una grande azienda. Le risposi solo qualche istante dopo.                         -El tranquilla, fa che tua nonna si rimetta presto e salutami Cristina, se non riuscirai a venire tu ti prometto che torno io qualche giorno così festeggiamo assieme. Ti voglio bene Mi ripromisi di tornare a casa per poter passare almeno un giorno di svago assieme alla mia migliore amica, non importava dove fossimo o cosa stessimo facendo, per noi era sufficiente stare assieme.                       -Non appena sarei qui organizzerò una maxi festa cara Sum e ci sarà tantissima gente!                        Sapevo fosse seria e a me andava bene così, Elly era l'amica che tutti avrebbero voluto avere. Messaggiammo ancora qualche minuto finché la stretta sulla mia vita non si fece più forte, mi voltai e vidi Jeremiah aprire gli occhi con un sorriso già stampato sulle labbra. Mi voltai e lo baciai senza attendere che dicesse nulla poi con voce rauca e impastata di sonno mi sussurrò a fior di labbra <Buongiorno bellissima> poi si mise seduto e tenendomi sempre incollata a lui mi diede un secondo bacio seguito da un terzo <Auguri alla mia piccola Sum> disse tra un bacio e l'altro facendomi sorridere come una bambina. Lo strinsi forte a me infilando le dita trai suoi riccioli per poi dire <Grazie ricciolino> lo baciai nuovamente, dopodiché mi prese in braccio e scendemmo al piano di sotto.                                           

Dopo pranzo come ogni anno ci riunimmo in salotto seduti  tutti in un cerchio, io ero seduta accanto a Jere che mi teneva la mano dietro la schiena, non avevamo ancora ufficializzato nulla ma molto probabilmente a Susannah non era sfuggito, e nemmeno a tutti gli altri, che il nostro rapporto era cambiato moltissimo nelle ultime settimane. Giunse il momento dei regali e Steven decise di iniziare con i suoi, regalò a mia sorella la felpa del college dove sarebbe andato mentre a me uno splendido cappellino avente la medesima provenienza della felpa. Poi fu il turno di Susannah che ci passò due pacchettini stupendi, Belly vi trovò dentro una splendida collana di perle bianche ed io invece una identica di perle rosa, poi ci guardò e disse <Ogni debuttante deve averne una> sorrise e si voltò a mia madre alzando le spalle, lei scosse il capo sorpresa poi sorrise all'amica <Grazie mille> sussurrammo io e mia sorella in coro per poi gettarci a turno al suo collo abbracciandola. La mamma ci regalò due libri e a me nello specifico quello di "Romeo e Giulietta" la mia tragedia preferita che avevo letto praticamente in ogni modo possibile, infine mancavano solo i fratelli Fisher e Jere non si lasciò fuggire l'occasione di incominciare. Diede prima un pacchetto a mia sorella la quale ne tirò fuori una splendida divisa nuova da pallavolo, poi mi guardò e mi tese la mano, io vi poggiai la mia sopra e lui disse <Chiudi gli occhi> lo ascoltai chiudendo le palpebre, sentii scorrere un oggetto freddo lungo il mio anulare destro e sorrisi capendo che si trattava di un'anello. Mi fece aprire gli occhi ma prima che potessi volgere la mia attenzione al suo regalo incominciò a parlare dicendo <Sono settimane che cerco qualcosa che possa rappresentare ciò che sento per te, ed ho capito che è impossibile materializzare questo mio sentimento , così ho deciso di ufficializzarlo attraverso qualcosa che possa ricordarti di me> mi sorrise e io lo baciai senza pensarci due volte, Susannah iniziò ad applaudire e Steven saltò in piedi per dare una pacca al suo amico, mia madre sorrise mentre Belly si voltò verso di noi e disse <Avevamo bisogno di sentircelo dire> noi scoppiammo a ridere poi però l'entusiasmo del momento fu smorzato da Conrad che per tutto il  tempo era rimasto in silenzio ad osservare tutti noi. <Tesoro manchi solo tu> lo incitò sua madre con il sorriso sulle labbra, ma il figlio si alzò dalla poltrona guardando prima Belly e poi me, esitò un solo istante prima di dire <Io-io mi sono dimenticato, scusatemi> uscì dalla stanza con il capo chino stringendo i pungi, io mi alzai di scatto dalla sedia per seguirlo ma mi risedetti subito dopo. Guardai Belly che aveva gli occhi tristi e il sorriso le si era spento, non le interessava del regalo, come non interessava a me, ma entrambe avremmo voluto sentire i suoi auguri ed essere abbracciate da una persona per noi speciale. Era vero ora stavo con Jeremiah ed ero felice, ma per quanto potessi negarlo e nasconderlo a me stessa, Conrad si era ramificato nel mio cuore. Nonostante suo fratello stava facendo breccia in quel rogo, nonostante non amassi più Conrad, una parte di lui sarebbe stato per sempre quella persona che mi faceva stare bene e sorridere quando mi sentivo sola, era stato il primo ad accogliermi a braccia aperte quando ne avevo bisogno, ma era anche stato capace di chiudersi in se stesso edificando un muro anche con me. Non voleva essere aiutato ma lo guardavo spegnersi giorno dopo giorno, pian piano si era allontanato da me sempre di più e io potevo solo guardarlo senza poter fare nulla.                                              Le ore passarono e presto si fecero le quattro, Taylor sarebbe arrivata di li a poco e noi avevamo intenzione di farci un bagno in piscina. Steven invitò anche Shayla, la sua ragazza, mentre Belly decise di andare a prendere Taylor in bici. Io, Jeremiah, Steven e Shayla eravamo già pronti per entrare in piscina, ma proprio quando raggiungemmo il retro decisi di andare a cercare Conrad. <Ragazzi torno subito voi entrate pure> Jere mi guardò come per tentare di capire ma io gli mimai solo un "è tutto okay, torno subito" prima di correre verso la spiaggia, sapevo che era li, stava sempre li. E fu proprio in quel luogo che lo trovai pronto ad imbracciare la sua tavola da surf per liberare la mente, era il suo modo per spegnere i pensieri, era in quello sport e in quel posto che si rifugiava per stare solo ed io ora ero là, per lui.

*DA REVISIONARE*

||Solo uno per me|| Jeremiah FisherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora