Giorno 1

46 7 7
                                    

Caro diario,

Mi chiamo Gaia Montano esono una pop-star. O meglio, una neo-pop-star.

No, così non va per niente.

Incominciamo dall'inizio che così ti spiego tutto.

Come ti dicevo, mi chiamo Gaia Montano. Sono una ragazza di sedici anni, ho la pelle color caffellatte con molto caffè e gli occhi azzurri e i capelli rossi e ricci. Capisci, sono praticamente i cavoli a merenda (che, te lo dico, non sono niente male). Non sono molto alta, a differenza di mia mamma Susanna, circa un metro e settanta, mentre lei è quasi un metro e novanta. Infatti lei gioca a basket ed è anche brava. Anch'io gioco a basket e mi piace, però sono più bassa di tutte le mie compagne di squadra e, sopratutto, delle avversarie. Però gioco lo stesso e non m'importa se anche gli allenatori cercano continuamente di liberarsi di me. Perché tanto, l'hanno detto tutti, io gioco bene.

Comunque.

Sto divagando.

Oltre che giocare a basket, a me piace anche cantare e ballare.

Così quando, un paio di mesi fa, la mamma ha sentito che qui in città c'era un importante concorso per cantanti me l'ha proposto.

E io ho avuto la pessima idea di candidarmi.

E anche la pessimissima idea di vincere il primo premio.

Ossia una coppa dorata che pesa un mucchio (ed ero pure andata in bicicletta), un pezzo di carta tutto scarabocchiato di scritte assolutamente incomprensibili, un altro pezzo di carta che è venuto fuori essere un prestigioso contratto discografico e infine un taccuino che avrebbe dovuto servirmi per annotare le date del fastidioso tour musicale che mi tocca fare, ecco.

Tu, ovviamente, sei quel fatidico taccuino.

Hai una copertina troppo fica per usarti per annotare delle date. Quindi ho deciso che ti userò come diario.

Ok?

No?

Beh, affari tuoi.

Ti tocca.

Ora schianto dal sonno.

Ci sentiamo domani.

Diario di una pop-starDove le storie prendono vita. Scoprilo ora