Hermione guardò accigliata la superficie liscia e intatta del legno davanti a lei.
Il tavolo era nuovo, privo di macchie d'inchiostro e butterature lasciate da studenti annoiati che avrebbero preferito essere ovunque tranne che in biblioteca. Non lei. Per la prima volta da mesi riusciva finalmente a respirare, nascosta tra le pile al suo tavolo preferito.
Beh, non quel tavolo. Quello era sparito. Fece scivolare la sua sedia, anch'essa nuova, più vicino al tavolo sostitutivo e per un momento fu tentata di mettere da parte il pensiero del motivo per cui i tavoli e le sedie lì nel suo posto preferito erano stati sostituiti, aveva giustificato la sostituzione tanto per cominciare. La tentazione di buttarla giù, di ignorare, di chiudere gli occhi e fingere che fosse solo un altro anno scolastico era seducente.
E sbagliato. Troppo sangue si era inzuppato nella pietra stessa del castello - Lupin, Tonks, Fred, Lavanda, l'elenco continuava - perché lei avesse meritato la capacità di chiudere un occhio quando lei era ancora in piedi e loro non lo erano.
Non si sarebbe crogiolata, i suoi amici non lo avrebbero voluto, ma l'ignoranza e le bugie - anche quelle raccontate a se stessa, forse soprattutto quelle - non avrebbero portato a nulla. Le restava un anno e aveva giurato di affrontarlo, tutto, a testa alta. Era una Grifondoro ed era meglio che si fosse comportata come tale.
Hermione recuperò un testo di alchimia dal fondo della sua montagna accumulata di libri avanzati. A differenza delle scrivanie e delle sedie, i libri erano vecchi e intatti, protetti da quasi tutto ciò che poteva portare alla rovina, ma non solo gli incantesimi e le maledizioni scagliate durante la Battaglia, come quelli che avevano...
"Naso già sepolto in un libro, eh, Granger?"
Le sue dita si strinsero intorno alla sua bacchetta, istintivamente. Protego, stupeficium, expelliarmus, insieme a un buon numero di malefiche maledizioni aleggiavano sulla punta della sua lingua, ma si trattenne. La guerra in cui era stata coinvolta negli ultimi sette anni in un modo o nell'altro era finita, anche se a volte non sembrava.
Le dita non erano più sul proverbiale grilletto, infuse nella sua spina dorsale tutto l'acciaio che riuscì a raccogliere e spinse il mento verso l'alto. Theodore Nott era in piedi dall'altra parte del tavolo nuovo di zecca con una smorfia sul viso pallido, gli occhi blu scuro tempestosi e puntati sulla sua bacchetta in cima al tavolo.
"Scusa," mormorò.
Con il tipo di compostezza disamorata che solo un Serpeverde poteva mostrare, Nott inarcò un sopracciglio scuro. "Scusarsi per cosa, la tua erudizione? Questo è un nuovo aspetto su di te."
Sbatté le palpebre, due volte. Appianare... era una conversazione? Aveva mai avuto una conversazione con Nott? Una o due volte, forse, e sempre e solo per chiedergli di passarle un ingrediente nell'armadietto delle pozioni. Quindi no, la maggior parte della sua esperienza con Nott era stata del tipo guardare e non parlare.
Qualunque cosa fosse, nascondere la sua gaffe sotto il tappeto era piuttosto poco Serpeverde da parte sua quando poteva dominare i suoi nervi logorati dalla guerra sopra la sua testa. Poi di nuovo, probabilmente stava solo cercando di ignorare il fatto che lei lo aveva quasi maledetto sei volte fino alla prossima volta per essersi avvicinato di soppiatto a lei.
Sì, era così. Essendo uno dei pochi studenti che erano tornati per l'ottavo anno e uno degli ancora meno Serpeverde tornati, Nott molto probabilmente voleva rendere quest'anno il più agevole possibile.
Intenzioni a parte, Hermione sarebbe potuta essere una persona grande quanto Nott. "No, anche se credo che quest'anno abbiamo tutti il diritto di voltare pagina, se vogliamo."
STAI LEGGENDO
Sugar and Spice - InLoveWithForever - TRADUZIONE ITALIANA
ФанфикContrariamente a quanto aveva sostenuto, non aveva sentito l'odore di erba, pergamena nuova e dentifricio alla menta verde. Una sbalorditiva fusione di confusione seguita da una presa di coscienza marginale, e poi un'istantanea paura l'aveva fatta a...