Capitolo 2

933 33 0
                                    

Era poetico, davvero, che il bagno in cui si trovava fosse lo stesso in cui si era rintanata durante il primo anno. Non c'erano troll questa volta - per fortuna- ma la vergogna, nonostante tutto l'impeto fosse diverso, era più o meno la stessa.

Nessuno era uscito indenne dalla guerra. Tutti soffrivano di disturbo da stress post-traumatico, alcuni in modo peggiore di altri. Non era sua intenzione seppellire la testa sotto la sabbia e fingere di non essere emotivamente e mentalmente maltrattata, ma non le piaceva esattamente il fatto che i suoi nervi e le sue emozioni fossero così tesi che un confronto conciso con Malfoy, che non aveva non ha nemmeno detto niente tranne quel pezzo sul suo mento - l'aveva fatta piangere.

Troll o non troll e imbarazzo a parte, non poteva restare nascosta per sempre lì. Aveva lasciato la sua borsa e le sue cose nella biblioteca, il che significava tornare indietro per recuperarle, e affrontare Malfoy e Nott ancora una volta. Se tutto fosse andato bene, sarebbero stati disposti a nascondere il suo sfogo sotto il tappeto, come aveva fatto ieri Nott quando era stata un po' troppo veloce nell'estrazione della sua bacchetta.

Asciugandosi gli occhi con un fazzoletto, che poi face svanire, lasciò il gabinetto e corse a sbattere contro l'equivalente umano di un muro di mattoni. Un piccolo oomph scivolò dalle sue labbra mentre barcollava indietro di un passo. Due braccia si protesero rapidamente per impedirle di cadere sul sedere.

Il profumo di chiodi di garofano assalì i suoi sensi.

Theo.

Raddrizzandosi, Hermione fece un passo indietro, mettendo abbastanza distanza tra i loro corpi da far ricadere le braccia lungo i fianchi. Lei incontrò i suoi occhi, occhi che a differenza dei suoi non erano cerchiati di rosso e vitrei, ma piuttosto scuri e taglienti. "Grazie. Stavo giusto tornando in biblioteca."

Per la prima volta, tra loro scese un silenzio teso. Allungò una mano, grattandosi la nuca prima di sospirare. "Sono venuto a scusarmi".

Incrociò le braccia. "Per cosa?"

"Credo di essermelo meritato." Rise brevemente prima di calmarsi e fissarla direttamente negli occhi in un modo che la fece sentire a disagio vulnerabile. "Mi dispiace di averti provocato, che era quello che stavo facendo nel caso tu non fossi sicura. Ti stavo stuzzicando finché tu non sei..."

"Scoppiata?"

Alzò una spalla in una pigra scrollata di spalle che in qualche modo non lo faceva sembrare trasandato, ma come se avesse cose più utili da fare che riversare tutto se stesso in un gesto così semplice. Tutto ciò di cui aveva bisogno era una giacca di pelle babbana e una sigaretta e avrebbe dato del filo da torcere a James Dean, un totale mago ribelle senza una causa. O forse era solo pura noncuranza aristocratica. "Lo intendevo davvero, la parte in cui esprimi le tue lamentele. Ho pensato che fosse meglio togliersele di mezzo ora in un ambiente prevedibile e controllato piuttosto che aspettare che accada in circostanze meno desiderabili."

Si masticò il labbro. "Ti stai comportando come se fosse inevitabile, la messa in onda delle mie lamentele."

La onorò con un altro arco della fronte. "Coma si dice, la verità verrà fuori?"

Non che fosse particolarmente affezionata ai suoi metodi, ma le sue lamentele, come le chiamava lui, stavano ribollendo da così tanto tempo che forse il suo sfogo era atteso da tempo. Dal terzo anno, probabilmente, quando aveva preso a pugni Malfoy. "E allora, hai deciso di affrontarlo a testa alta? Questo è praticamente Grifondoro da parte tua, Nott."

"E suppongo che dovrei prenderlo come un complimento da parte tua? Non ti piace il coraggio, non lo trovi, non lo so, eccitante?"

I suoi occhi si spalancarono, facendolo ridere.

Sugar and Spice - InLoveWithForever - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora