Friday

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C'era vento quel mattino.
Piegava gli steli d'erba e teneva pulito il cielo; l'aria era tesa e fresca come un detergente al profumo di limone. Febbraio dalle nostre parti, era sempre stato mite e tiepido. Dopo la conversazione con Dream il pomeriggio precedente la mente non mi dava tregua. Ero andato a dormire con la sua voce nella testa e mi ero svegliato che la sentivo nello stomaco.

Ripensavo alla citazione e alle sue parole come se fossero note stonate di una canzone indecifrabile. Più tentavo di capire la melodia più diventava incomprensibile. Tralaltro ieri é uscito il suo nuovo Merch, e ho già fatto l'ordine di una felpa. Non posso essere più felice di così.

Avevo ormai raggiunto i cancelli della scuola, quando notai qualcosa sul ciglio della strada. Qualcosa in grado di pizzicare corde molto sottili e profonde dentro di me, e a smuovere il mio animo di bambino.

Una piccola chiocciola stava percorrendo l'asfalto, ignara e temeraria. Le auto le passavano davanti come colossi scalpitanti la lei non sembrava rendersene conto. La sua lentezza l'avrebbe portata dritta sotto le ruote di una macchina, perciò senza nemmeno riflettere mi tuffai nella sua direzione. Non avrei mai capito cosa mi prendeva in quei momenti, ma forse ero più me stesso di quanto non lo fossi a fingere di essere come gli altri. Era una necessità per me cercare di aiutare creature così piccole.nun istinto del cuore.

G- ti ho presa

Sussurrai, accorgendomi troppo tardi di aver fatto una sciocchezza. Udii il rombo di un motore, un macchina che arrivava veloce alle mie spalle. Il cuore mi salì in gola. Non feci in tempo a voltarmi che qualcosa mi strattonò via con forza.
Mi ritrovai sul marciapiede con gli occhi sgranati e il suono furioso del clacson che mi sfrecciava accanto.
Una mano mi aveva afferrato il maglione all'altezza della spalla, e ora lo stava stritolando a mezz'aria.

Quando incrociai lo sguardo che mi incombeva addosso cessai di respirare. Clay mi osservava con la mandibola serrata, gli occhi taglienti come lame d'acciaio. Mi lasciò andare di scatto, quasi con ribrezzo, e la parte ormai sformata del maglione mi ricadde sulla spalla.

D- cazzo! *Ringhiò tra i denti* ma dove ce l'hai la testa?

Aprii le labbra per parlare, m non riuscii a rispondere. Ero incredulo e frastornato. Prima che potessi fare qualcosa lui mi diede le spalle e mi mollò lì, avviandosi verso i cancelli.
Lo fissai allontanarsi con la lumaca tra le mie mani. Diverse occhiate femminili si sollevarono al suo passaggio insieme a molti bisbigli.
Dopo la rissa del primo giorno i ragazzi lo facevano passare, guardinghi, le ragazze invece lo mangiavano con gli occhi come se sperassero che saltasse addosso anche a loro.

W- George!

Wilbur mi stava venendo incontro. Prima che mi raggiungesse mi affrettai a mettere subito al sicuro la chiocciola.

G- oh ciao

Lo salutai mentre lui attraversava un gruppetto di primine euforiche. C'era più confusione del solito quel giorno, tutti sembravano più rumorosi, più scalmanati, più vivaci. Percepii qualcosa di strano nell'aria, una sorta di eccitazione che non riuscivo a capire.

W- attento

Mi avvertì quando un'altro gruppetto esaltato ci passò accanto scorazzando.

G- ma...che succede?

Domandai cominciando a camminare.
In fondo era un venerdì come gli altri e non capivo cosa destasse tanta esuberanza.

W- non sai che giorno é lunedì?

Will alzò una mano per salutare Alex davanti ai cancelli, lasciandomi il tempo di rispondere. Ci riflettei un momento, cercando di afferrare qualcosa che evidentemente mi sfuggiva.

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