to the bone

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//mi sono dimenticata di dirvi che ogni volta che metterò "*" vuol dire che cambierà punto di vista della storia, cioè dalla prima persona di George si passerà al punto di vista di Dream. E così vice versa. A questo punto buona lettura. kiss kiss<33 //           

                                   *

Tutto bruciava attorno a lui.
Era una prigione morbida e dolente.
Dov'era? Non lo capivo. Non riuscivo a sentire niente.

Eppure, anche in quel sonno denso e artificioso, George gli comparve come in un sogno.

Aveva contorni tanto nebbiosi che nessun altro avrebbe capito che si trattava di George, se non fosse stato per il fatto che lo conoscevo a memoria, in ogni spigolo di luce.

Riuscì a immaginarlo perfettamente, anche nella confusione disorientante della febbre. Gli sembrò di averlo lì, vicino a lui, a sprigionare un calore che non gli apparteneva.
Oh, la meraviglia dei sogni...

Gli sembrò quasi di poterlo toccare. Di percepire le mani passare sopra la sua vita stretta e avvolgerla fino a sentirsi riempire di qualcosa. Riusciva a muoversi. Anche se delirante si sentiva cosciente. Lo era? No, impossibile. Solo nei suoi sogni se lo ritrovava accanto.

Certo lui era così reale...

E fu come se... Oh, fu come se...se potesse davvero sentire quel corpicino minuto respirargli vicino e pulsare premuto contro di lui...

                                  *

Qualcosa mi solleticava il mento.
Mossi il viso, affondato nella frescura del cuscino. Gli uccellini cinguettavano; il mondo si snodava al di fuori di me, ma ci mici un po' prima di decidermi ad aprire gli occhi.

Mentre mettevo a fuoco, divenni cosciente della posizione strana in cui mi trovavo. C'era un bel calduccio. Perché non riuscivo a muovermi?

Mi aspettai di vedere le condizioni della mia stanza, ma non fu così. Qualcosa di dorato mi riempiva gli occhi. Erano capelli. Capelli?

Spalancai gli occhi con un singulto.
Clay mi era completamente addosso. Il suo petto era un muro rovente di carne e muscoli; le spalle ampie mi avvolgevano e le braccia mi stringevano morbide all'altezza della vita. Il suo viso era nascosto sotto il mio, totalmente affondato nell'incavo del mio collo. Sentivo il suo respiro tiepido sfiorarmi la spalla.

Mi si mozzò il fiato. Per un attimo dimenticai come si facesse a respirare.

Come ci eravamo finiti così?
Quando? Quando mi ero disteso sul letto? E le coperte? Le coperte... Non c'erano anche le coperte?

Sentii le sue mani sotto di me, incastrate tra il materasso e il mio corpo, a stringermi in una presa delicata e salda allo stesso tempo.
Clay... Clay mi stava abbracciando.
Mi stava respirando addosso.

Lui, che non si era mai lasciato toccare, aveva il volto contro il mio collo e le braccia talmente strette a me da rendermi impossibile capire dove iniziassi io e dove fosse lui.

Non poteva essere vero.
Era una follia.

Chiusi gli occhi, tentando di non tremare tra quelle braccia da cui ero sempre scappato via... Mi ritrovai a studiarlo con il cuore che tremava. Quel momento mi si impresse per sempre nella memoria.

Mentre lo sfioravo con tutta la prudenza di cui ero capace, mi sembrò di sentirlo sospirare piano. Il suo fiato fu come un'ondata di calore sulla mia pelle.
Mi trasmise tranquillità.

Mi arresi... Socchiusi le palpebre e con un sospiro stremato mi abbandonai tra le braccia dell'unico ragazzo da cui avrei dovuto tenermi lontano.

E per un momento...
Per un momento, lì stretto a lui, lontani dal mondo, da ciò che eravamo sempre stati... Per un attimo soltanto, sì, cuore contro cuore, mi chiesi perché non potessimo restare così per sempre...

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