Qualche ora più tardi non riuscivo ancora a togliermi di dosso quella sensazione.
La sentivo camminarmi sulla pelle.
Scottava.
Mi ossessionava.
Pulsava dappertutto come un livido invisibile.Sfiorai con i polpastrelli la gola mentre scendevo le scale. Avevo trovato un piccolo arrossamento quando mi ero guardato allo specchio e speravo con tutto il cuore che sarei riuscito a nasconderlo in qualche modo.
Tuttavia, per quanto provassi a nasconderlo, ciò che mi turbava non era in superficie, ma in profondità. Qualcosa mi navigava dentro come un vascello nel temporale e non capivo ancora come fare a salvarmi.
Entrai in cucina che ormai era pomeriggio inoltrato. Avrei dovuto prendere dell'acqua invece mi ritrovai a fermarmi sulla soglia.
Clay era seduto al tavolo. Aveva gli occhi puntati su di me.Il cuore fece retromarcia e si fermò un po' sotto la gola.
G- io... Oh
Mi morsi la lingua, impacciato; abbassai lo sguardo sulla scatolina che tenevo in mano
G- mia madre mi aveva detto di portarti le medicine
Spiegai come se non sapessi in che altro modo riempire quel silenzio.
G- Ero...ecco...venuto a prendere l'acqua
Notai il bicchiere che stringeva nella mano e pressai le labbra
G- immagino non serva più...
Alzai piano lo sguardo, incerto, e le guance mi formicolarono quando vidi che gli occhi di Clay non si erano mossi di un millimetro dal mio viso.
Erano incredibilmente vividi e lucenti, nemmeno la stanchezza sembrava impoverire la profondità del suo sguardo.
G- come...ti senti?
Clay puntò gli occhi di lato, increspando un sopracciglio scuro, e atteggiò le labbra in una smorfia ironica.
D- Una meraviglia...
Rigirai la confezione tra i polpastrelli, imbarazzato, e anche il mio sguardo sfuggì nella stessa direzione del suo.
G- Tu...ti ricordi qualcosa di questa notte?
Fu più forte di me. Ma avevo bisogno di saperlo. Avevo bisogno di sapere che lui qualcosa se la ricordava. Un dettaglio minuscolo, anche irrilevante...
All'istante, frammenti della mia anima si ritrovarono a pregare che fosse così. Perché... Per me qualcosa era cambiato.
Avevo visto Clay fragile per la prima volta, lo avevo toccato, sfiorato, avvicinato. Mi ero presa cura di lui.
G- ti ricordi qualcosa di quello che é successo?
Domandai ancora, e lo trovai intento a restituirmi lo sguardo.
Qualunque cosa... Sarebbe andata bene qualunque cosa... Tutto pur di non vederlo tornare il lupo che mi aveva sempre tenuto lontano...
Clay mi scrutò restio, con una sfumatura di confusione. Si abbandonò contro lo schienale della sedia e la sua aura di prevaricazione tornò a prevalere.
D- Oh, be'... Qualcuno deve avermi portato in camera
Il suo sguardo viaggiò brevemente nella stanza prima di posarsi di nuovo su di me, insolente.
D- immagino di dover ringraziare te per il livido che ho sulla spalla
É serio? Dopo tutto quello che ho fatto? Ma il senso di colpa fu più forte e mi mangiò vivo.
Tuttavia non mi mossi. Clay mi aveva appena fatto intendere che quel confine tra noi esisteva ancora, eppure non cedetti. Non indietreggia, non mi nascosi dietro i capelli; restai sulla soglia della cucina con gli occhi puntati sulla scatola di medicinali, perché dentro di me pulsava qualcosa di scarno ma lucente: la speranza.
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teen romance
FanfictionGeorge é un ragazzo che é stato costretto a cambiare scuola per colpa del bullismo ricevuto. Pensa che cambiando scuola avrà un po' di popolarità e non verrà mirato da quelli più grandi, ma c'è un ragazzo che cambierà scuola nello stesso suo giorno...