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Thomas's pov

Entro nella sala scommesse, dove i miei fratelli mi aspettano per decidere come e quando cercare di arrivare a Billy Kimber.

Devo stare attento e pensare al meglio ogni singola mossa, dato il potere dell'uomo che sto decidendo di scavalcare. Potrebbe scoprirci ancora prima di cominciare e per evitare qualsiasi tragedia, ogni azione va pensata, studiata e di nuovo pensata.

Per adesso le scommesse e le corse sono a nostro favore, riusciamo ad avere delle quote alte in base ai giorni, ma più andiamo avanti più sembrano aumentare, ed è arrivato il momento di cavalcare l'onda, non possiamo farci sfuggire un'opportunità simile.

Devo essere vigile, non per me, ma per i miei fratelli, per Polly e soprattutto per Selene. Lei ha paura di perderci e se dovesse succedere qualcosa a qualcuno di noi, lei ne morirebbe e non posso permetterlo.

Devo cercare di non coinvolgere troppo le donne della mia famiglia, devo proteggerle. Sono in gamba, forti, ma non voglio metterle in pericolo.

- Allora John, come siamo messi con le quote?- chiedo, togliendo il cappotto, per poi sedere sulla scrivania.

- Tom, aumentano giorno dopo giorno, le persone sono in fila due ore prima dell'apertura e qui ce un via vai infinito che quasi non riusciamo a contenere- apre il libretto contabile e mi mostra i guadagni della settimana.

- Perfetto- prendo una sigaretta e la porto alle labbra.

- Sorgeranno i problemi Tommy, adesso la gente ci conosce, iniziamo a farci il nome, non mancherà molto a quando Kimber si renderà conto che qualcuno gestisce le corse e le scommesse senza il suo permesso- mi fa notare Arthur, passando una mano fra i baffi folti.

- È quello che voglio- annuncio, informando i miei fratelli di un'idea che gira nella mia testa da giorni.

Mi guardano confusi e io mi alzo dalla sedia, camminando per la stanza.

- Voglio che se ne renda conto, che capisca che qualcuno sta cercando di fargli le scarpe e quando saprà che sono i Peaky Blinders, verrà a cercarci, ed è lì che potremmo trattare- spiego.

- Trattare?- domanda il più piccolo.

- Come sarebbe a dire trattare Tom-.

- Fammi finire John- lo zittisco.

- Dobbiamo fare in modo che lui creda che vogliamo lavorare per lui e al momento giusto, attaccare. Kimber è un uomo egoista, pieno di sé, al sentire lusinghe e onore verso di lui, accetterà senza troppe storie-.

- Entreremo all'interno dei suoi affari, capiremo come si muove e quali sono i suoi punti di forza e quali non e al momento giusto entreremo in offensiva. Saremmo gli uomini che hanno sconfitto Billy Kimber e per regola, tutto il suo impero passerà a noi, guadagneremo il rispetto del resto delle bande e le attività diventeranno legali, staremo bene- termino.

- Non so se è una buona idea Tom, dovremmo abbassarci al suo volere, non è umiliante?- interviene John.

Sorrido e spengo la sigaretta nel bicchiere vuoto sul tavolo.

- Impara che la grandezza di un uomo non si basa su quanto egli sia forte, ma sulla sua intelligenza e furbizia. Il leone osserva la sua preda prima di attaccare, per capirne i movimenti- sfoglio i libri contabili, osservo le lavagne e i fogli che ieri sera erano sparsi sulle scrivanie, ma che adesso sono ben raccolti.

- Devo solo comprendere per bene le nostre mosse, così da non sbagliare- dico, più a me stesso che a loro.

- È venuto qualcuno a mettere in ordine?- chiedo facendo il vago, anche se conosco già di chi si tratta.

Non più come prima ||Thomas Shelby||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora