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Selene's pov

Tira vento e le nubi scure si muovono sul cielo di Small Heath, preannunciando un probabile temporale.

Fa freddo, ma il cappotto di John m'aiuta a tenermi calda e rilassarmi sull'erba fresca, ancora leggermente umida dalle piogge precedenti. Sono sdraiata sotto il grande faggio, non so da quanto tempo.

Venire qui, in questo posto, è qualcosa di personale, un momento mio, come se respirassi la mia aria, che un tempo condividevo con Thomas.

Era il nostro posto, un porto sicuro. Se ci fossimo persi ci saremmo ritrovati qui, ed ora da anni è il luogo dove cerco di non perdermi, aggrappandomi ai ricordi delle emozioni vissute insieme al ragazzo che amo da sempre.

Molto presto sono uscita di casa per andare da Charlie e supervisionare la salute di Tormenta. Fra poco ci saranno le corse e la puledra sarà la prima cavalla a portare il nome degli Shelby in pista, è importante, anche se continuo ad essere convinta non sia affatto una buona idea.

Tormenta è la perfetta puledra da corsa; ha un collo lungo, così come gli arti, ed ha fondo e velocità. Ha tutte le carte in regola per raggiungere la vittoria, se non fosse per il suo stato fisico.

È stesa al mio fianco e si rilassa sotto le mie carezze, ogni tanto viene infastidita da qualche insetto, ma resta ferma e tranquilla.

Il rumore di zoccoli che si avvicinano mi fanno aprire gli occhi e riconosco subito la pelle nera e lucente del mio cavallo, così mi alzo a sedere.

Il cuore mi batte alla vista della sagoma che lo cavalca, riconoscerei i suoi tratti a miglia di distanza e il cuore palpita nel petto.

- Stronger- mi alzo da terra e m'avvicino per accarezzare il muso del mio cavallo, lui mi riconosce e nitrisce come a volermi salutare.

- Lo ammetto, sono stupita- mi rivolgo all'impavido cavaliere, che scende delicatamente dalla sella.

- Forse era proprio il mio intento- risponde Thomas, guardando l'ambiente intorno a noi, come se lo vedesse per la prima volta.

- Non vengo qui da prima della guerra- nella sua voce è percettibile la nostalgia.

- È rimasto come l'avevi lasciato- rispondo, continuando a coccolare Stronger.

- Di diverso qui, ci siamo solo noi- continuo.

- È vero, mi ricorda così tante cose-.

Gira intorno all'albero, con le mani in tasca, il cappello tirato leggermente più su sul capo e l'aria di chi sta ripercorrendo i ricordi nella sua mente.

Io lo faccio da anni, chiudo gli occhi e li rivivo momento per momento.

- Tormenta- si china ad accarezzare il muso della sua puledra, terminando il viaggio nel passato.

- Non si alza- attesta, sedendosi accanto a lei.

Osservo il modo in cui siede, controllato e composto, ennesimo segno di come non sia più quello che era. In passato, arrivati qui, ci tuffavamo sull'erba come se fosse il momento più atteso della giornata e probabilmente lo era.

Prendo le redini del mio cavallo, lo posiziono al mio fianco e mentre mangia l'erba, io mi siedo accanto a Thomas, muovendo i piedi nudi per sentire il solletico dell'erba.

Anche se fa molto freddo, ho bisogno di camminare a piedi scalzi, io e lui lo facevamo sempre, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche, è come se mi sentissi connessa a questo posto. Lui li guarda e poi posa lo sguardo sui suoi scarponi e. dal modo in cui è seduto per non sporcare il cappotto, noto quanto lui stesso sia consapevole della spensieratezza che ha perso.

Non più come prima ||Thomas Shelby||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora