La luce del sole filtra dalle finestre e mi costringe ad aprire gli occhi. Mi alzo e mi dirigo vero la finestra e apro le tende lasciando che la luce del sole illumini la stanza. Ho dormito a petto a causa del caldo. Bussano alla porta <<Avanti>> entra la mia famiglia. Óscar si appoggia alla scrivania, i miei genitori si mettono seduti sul letto. Mi osservano senza dire una parola <<So cosa state per dire>> rompo il silenzio. <<Allora lo hai notato anche tu, Adrián...>> sospira mio padre. <<Sarei uno stupido....le assomiglia>> aggiungo e prendendo tra le mani la collana che porto al collo, cominciandoci a giocarci.
Ylenia assomiglia a Selene. Appena si è tolta quella dannata maschera a El Diablo, ho pensato di vedere Selene. Volevo toccarla, volevo assaporare le sue labbra ma ....mi sono ritratto per la paura provata. Paura di scottarmi nuovamente, paura che succeda qualcosa. Mi sono comportato da stronzo in discoteca. L'ho allontanata e da quello che ho potuto vedere, la sua vita non è stata tutte rose e fiori. Marcos e Javier la detestano, Alejandro è l'unico con cui lei ha un rapporto stretto. Il padre....la ammirava all'uscita della discoteca, era orgoglioso di lei. Deve averla cresciuta come se fosse un uomo. Quando le ho disinfettato la ferita, nessun suono flebile è uscito dalle sue labbra carnose...<<E....se ci fosse qualcosa che le unisce?>> domanda pensierosa mia madre <<Non lo so...ma deve stare lontana da me>> affermo sicuro . Ed è vero deve stare lontana da me, per il mio bene. Devo proteggere me stesso.
Una volta vestito, ci dirigiamo verso la sala da pranzo dove è servita la colazione. Entriamo e notiamo che Felipe con i suoi figli e quello che credo sia sua moglie sono già seduti a tavola. <<Buon giorno, prego accomodatevi>> dice accogliendoci. Ci sediamo e poco dopo entro quella che sia la nana di questa casa <<¿Qué queréis señores para el desayuno?>> domanda. A turno, le riveliamo le nostre preferenze culinarie per la colazione. Se ne ritorna in cucina, immagino per preparare le nostre pietanze. <<Signori, non vi avevo presentato mia moglie Sara, la padrona di casa>> <<Benvenuti>> rivela la donna. La sua voce, in qualche modo, mi dà fastidio alle orecchie. Dalla sua immagine, traspare la tipica figura di una mujerzuela . Le guardie del corpo, poste ai lati della porta, non le hanno tolto gli occhi di dosso. Deduco che la conoscano molto bene.
<<Un placer>> emette mio padre freddamente, mia madre neanche l'ha guardata. L'atmosfera è dominata dall'imbarazzo e dalla vergogna. Ce ne dimentichiamo quando Carmen arriva con la nostra colazione. Come ci porge le nostre ordinazioni, il silenzio torna a essere il sovrano. <<Carmen un segundo por favor, ¿Acaso sabes dónde está mi hija?>> domanda Felipe dal nulla. La mano di Sara stringe la forchetta che ha tra le mani, Marcos e Javier hanno contratto la mascella. Alejandro aspetta con pazienza la risposta di Carmen <<Señor è andata in città, precisamente a lavoro molto presto. Mi ha riferito che era piena di appuntamenti e che oggi sarebbe venuto a farvi visita un certo señor Rubén si no me equivoco..>>.
<<Giusto Carmen me ne ero dimenticato gracias>> le risponde Felipe con rispetto <<Preparate la macchina>> ordina alle guardie del corpo che escono con riluttanza dalla stanza, presuppongo che il loro desiderio fosse continuare a guardare Sara. <<Non osare chiedere di lei quando siamo seduti insieme a fare colazione con i ragazzi. Per di più, abbiamo ospiti>> enuncia Sara con ostilità. Felipe le rivolge un sorriso sarcastico, allunga un amano e stringe a sua. Giurerei che si tratti di una stretta piuttosto forte a giudicare dall'espressione di Sara <<Parliamo di mia figlia, e lei come tutti noi, da parte di questa casa, non fammelo ripetere di nuovo>> rivela con tono minaccioso per poi lasciarle andare la mano. Sara la massaggia.
<<Miguel, Isabel, ragazzi vorrei proporvi di venire con noi a vedere la nostra azienda di architettura>> propone Felipe bevendo l'ultimo sorso di caffè macchiato per poi posare la tazza sul tavolo, aspettando una risposta da parte nostra. Mio padre si gira verso la nostra direzione, cercando il nostro consenso con lo sguardo. Ottiene il mio e il consenso di Óscar con lo sguardo. Mia madre stringe la sua mano come segno di approvazione <<Saremo lieti di veder ela vostra attività e di cosa vi occupate>> annuncia mio padre <<Muy bien y esta tarde os vamos a presentar lo qué significa crecer en la mafia colombiana. Mi hija Ylenia y mi hijo Alejandro daranno prova della loro abilità nel combattimento principalmente, mentre mis hijos Javier e Marcos vi mostreranno l'abilità di uso delle armi. Naturalmente vi potete unire anche voi ragazzi>> aggiunge Felipe.
Ylenia contro Alejandro.....da quanto li fa combattere mi domando...Non voglio neanche saperlo. Terminata la colazione, ci dirigiamo all'esterno verso le macchine preparate dalla scorta. <<Quando ci rechiamo in città, guidiamo noi le nostre auto. La scorta ci segue da lontano>> enuncia Felipe. <<Tranquillo Felipe non è un problema>> mio padre allunga la mano per avere le chiavi della vettura. Felipe gliele porge e sale in macchina con i ragazzi <<Seguiteci>> enuncia. Mio padre si gira verso di me <<Vuoi guidare tu questa bellezza?>>. Beh, parliamo di una Aston Martin, chi non vorrebbe guidarla. <<Certo>> <<Adrián vai piano per piacere>> <<Mamma non incominciare, fratello facci sognare>> scuoto la testa. Non cambierà mai.Non cambierà mai.
Metto in moto e seguo l'auto di Felipe. Impieghiamo mezz'ora per arrivare di fronte alla Suárez Company & CO. Il traffico prevale nella capitale Colombiana con numerosi sospiri da parte di mio fratello. Parcheggio nel posto riservato alla famiglia Suárez. Spenta la macchina , cerchiamo i Suárez con lo sguardo: sono poco distanti da noi, abbiamo tre file di macchine parcheggiate tra di noi. Vengono verso di noi. Prima che Felipe parli, la nostra attenzione viene catturata da una Jeep che entra nel parcheggio. Marcos e Javier sbuffano, Felipe e Alejandro hanno un sorriso radioso.. Non ditemi che...
Ylenia scende dalla vettura: indossa un paglio di pantaloni eleganti neri con la giacca abbinata, Sotto indossa una camicetta bianca. Porta i capelli sciolti, i suoi occhi sono protetti dagli occhiali. Cammina sicura di sé nella nostra direzione. Il mio sguardo ricade sulla sua figura snella, deve averlo notato...<<Hija dov'eri?>> <<Sono dovuta andare in un cantiere fuori città a vedere come stanno andando i lavori per costruire la tenuta del señor Amedeo . Sono appena tornata in vista della riunione con il señor Rubén>> rivela togliendosi gli occhiali. <<Buongiorno>> accenna velocemente col capo nella nostra direzione. Guarda l'orologio <<Vogliate scusarmi ma il señor Rubén sarà da noi tra poco>> dice congedandosi educatamente e frettolosamente.
Non lascio la sua figura, prego di incontrare i suoi occhi e che si giri ....ma non lo fa. <<Bene signori seguiteci prego>> seguiamo il padrone di casa. Saliamo con l'ascensore e Felipe ci illustra i vari uffici con le loro attività <<I nostri uffici personali sono al piano di sopra>> spiega Felipe mentre lo seguiamo per prendere un ascensore. Come si chiude, prosegue <<Ogni membro della nostra famiglia collabora nell'attività di Famiglia. Ognuno di noi ha al propria clientela e lasciamo che siano i clienti a scegliere quale architetto debba svolgere il lavoro prefissato>>. Arriviamo al secondo piano: ognuno dei ragazzi ha un proprio ufficio e alla fine del corridoio, basta fare due scale, e si raggiunge l'ufficio personale di Felipe.
Sentiamo un urlo. Ylenia. Le mie gambe si muovano da sole verso il suo ufficio. Spalanco la porta: un bastardo le ha spalancato le gambe con forza e l'ha messa seduta sulla sua scrivania. La sta toccando con quelle mani luride <<Figlio di puttana!>> esclamo per prenderlo dal collo, scaraventandolo a terra. Mi butto su di lui massacrandolo <<Come hai osato toccarla?>> domando stringendogli il collo tra le mie mani. Mi serra un testata al naso e vado indietro col corpo. Il sangue mi fuoriesce dal naso. <<Non avresti dovuto intrometterti ragazzo, volevo farmi la figlia di Suárez già da molto tempo, è un bel bocconcino>>. Viene verso di me ma si ferma lentamente. Guarda dietro di sé: Ylenia ha lanciato uno dei suoi coltelli alla sua spalla sinistra.
<<Che diamine succede qua dentro?>> corre Suárez. Nota immediatamente l'abbigliamento sgualcito della figlia <<Rubén come hai osato toccare mia figlia?>> << Felipe, tua figlia è un bel bocconcino. Credo che avrai notato le occhiate che riceve in questo ufficio>> sibila Rubén mentre silenziosamente mi dirigo verso Ylenia << Dime que estás bien te lo ruego>> le sussuro <<Estoy bien Adrián gracias>> sussurra guardandomi negli occhi.
Distolgo immediatamente il mio sguardo dal suo e le do le spalle. Nessuno si deve permettere di toccarla. Neanche io posso farlo. Ylenia simboleggia l'ottavo peccato capitale e la sua figura già mi consuma. Se respiro il suo profumo, potrei diventarne schiavo.
Non posso permetterlo.
Note: NENAS!!!! Buon pomeriggio! Come state? Cosa ne pensate di questo capitolo appena pubblicato? Vi aspetto numerose nei commenti. Mi raccomando: tenete d'occhio le notifiche!
Baci, Marty.
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El rey y la reina de los narcos
ActionAdrián, figlio di Isabel e Miguel, si ritrova ad essere l'erede della mafia messicana e ad aver perso la donna della sua vita Selene per un conflitto tra famiglie. Ha perso sè stesso, il suo cuore freddo come il ghiaccio. Occhi azzurri che ti attr...