Mi alzai dal letto svogliata e cominciai a prepararmi per un altro noioso giorno di scuola.
Il giorno prima l'avevo passato nel mio a letto a dormire, perciò non avevo proprio un bel aspetto.
Indossai dei jeans larghi, una felpa blu scura e le adidas, legai I capelli in una coda alta e misi solo del correttore sulle occhiaie.
Uscì di casa e vidi Claire accogliermi sorridendo, le avevo raccontato tutto al telefono.
"Buongiorno alla mia mummia preferita!" Disse prendendomi in giro.
"Ciao" risposi con tono serio.
Mi prese per mano e cominciò a trascinarmi verso la nostra scuola.
Arrivammo davanti al portone della scuola, cercai tra tutti quegli adolescenti i volti dei gemelli, sentì Claire stringermi la mano.
"Tranquilla, se ci sono io nessuno ti può fare del male" disse con tono rassicurante. Le sorrisi dolcemente e ci incamminammo verso l'entrata.
Mentre stavamo per salire gli scalini che ci portavano verso l'interno della scuola, li vidi, i gemelli erano seduti su quello stupido muretto, stavano parlando insieme a Georg e Gustav, sentì lo sguardo di uno dei due cadere su di me, ma non ci feci caso e continuai dritta la mia strada.
Appena li vidi varcare la soglia della nostra classe il mio sguardo si spostò sulla cartina geografica appesa accanto a me, non volevo vedere lo sguardo triste e mortificato di Bill che mi pregava di perdonarlo, non ero pronta.
*SKIP TIME* Finalmente le lezioni erano finite, per fortuna nessuno dei due gemelli aveva cercato di parlarmi o attirare la mia attenzione.
Sentì qualcuno battermi sulla spalla, mi girai e vidi Georg, Gustav, Tom e Bill.
"Ciao Amelia!" Disse Gustav sorridente.
"Ciao" risposi sistemadomi la bretella dello zaino.
"Sai, oggi vorremmo iniziare di nuovo a fare le prove, ti unisci a noi?" Disse Georg spostandosi accanto a Claire.
"Emh, ragazzi vi volevo parlare proprio di questo" dissi imbarazzata.
"Ho deciso che non voglio più far parte della band" vidi tutti guardarmi sconvolti, cercai di non cedere alla tentazione e guardare le facce dei gemelli.
"Ma perchè?" Sentì dire Gustav con tono sorpreso.
"Ho fatto qualcosa?! Scusami se la sera della festa sono stato scorbutico!" Disse Georg mettendosi di fronte a me.
"No, no non è colpa vostra" dissi sorridendo amara, capì che i gemelli non avevano detto nulla di cosa era successo dopo la festa.
"È solo che non penso sia la strada giusta, almeno per me" risposi cercando di trovare le parole giuste. Sentì le braccia di Gustav e Georg intrappolarmi in un stretto abbraccio.
"Ci mancherai Amelia" dissero in coro, gli sorrisi.
"Andiamo ragazzi, mica scappo! Potrete sempre venire a trovarmi a casa!" Dissi dando una pacca sulla spalla ad entrambi.
"Ora scusateci ma dobbiamo tornare a casa" dissi sorridendo imbarazzata.
"Ciao" dissi salutandoli con la mano, imitarono il gesto e mi guardarono andare via con sguardo triste.
"Ma che cosa hai fatto?!" Disse Claire quando fummo abbastanza lontane così che i ragazzi non ci sentissero.
"La cosa giusta" dissi continuando a camminare a passo spedito.
"La cosa giusta?! Ma tu sei pazza! E la tua bella voce?!" Cominciai ad innervosirmi.
"Mi troverò un altra band con cui cantare! Ma io non lavoro con due ragazzi come Tom e Bill!" Dissi arrabbiata.
"Lo so che ti hanno fatto del male, ma non puoi buttare via i tuoi desideri per colpa loro" disse Claire più calma.
"E chi ti dice che questo sia un mio desiderio?" Dopo aver detto questo mi girai e continuai a camminare senza lasciarmi fermare dalle urla di Claire che mi ripeteva che stavo commettendo un errore.
Entrai dentro in casa.
"Mamma sono a casa!" Urlai lanciando lo zaino a terra, nessuno mi rispose.
"Mamma!" Camminai fino in cucina dove trovai un biglietto.
"Ciao piccola, adesso sarai appena tornata da scuola e ti chiederai perché non sono qui. Purtroppo per colpa di un contrattempo sono dovuta partire prima.
Spero che tu stia già meglio di ieri.
La tua mamma"
Lo rilanciai sul tavolo in malo modo.
"Fanculo" andai a rifugiarmi nella mia stanza.
Appoggiai il mio viso sul cuscino e un ricordo riaffiorò facendo scendere una lacrima ai lati dei miei occhi.
-8 ANNI PRIMA-
Ero seduta accanto a mia nonna, era distesa su quel letto d'ospedale da ormai giorni, non riusciva più a mangiare, muoversi e, la cosa che più amava fare, cantare.
Un forte odore di disinfettante si mischiava al profumo dello shampoo per capelli della nonna.
Guardai i suoi occhi smeraldo guardare davanti a lei persi tra pensieri che solo lei poteva sapere.
Le stavo tenendo la mano rugosa, spostai il mio sguardo sul via vai di gente che passava fuori dalla sua stanza.
"Ehy, Lia" la voce bassa e tremante di mia nonna richiamò la mia attenzione.
"Dimmi nonna" dissi regalandole uno dei miei soliti sorrisi.
"Sono molto stanca, mi potresti cantare la nostra canzone, vorrei sentirla prima di chiudere gli occhi" la guardai confusa.
"Si va bene" appena aprì la bocca per cominciare, mia nonna mi fermò.
"Ma prima, mi puoi fare una promessa?" Annuì sorridente.
"Lo sai quanto avrei voluto diventare una cantante vero?" La guardai incantata.
"Ma purtroppo la vita ha deciso che non era il mio destino, a me aspettava diventare una madre e una nonna" la sua mano spostò un mio ciuffetto ribelle dietro l'orecchio.
"Allora, qui arriva il momento importante" disse con il suo solito sorriso dolce, la guardai impaziente.
"Promettimi che, se la vita ti darà la possibilità, diventerai una cantante. Una voce come la tua non la può sentire solo la tua vecchia nonnina" disse sorridendo.
"Perciò io realizzerei il tuo sogno, nonna?" Chiesi ingenua.
"Si, Lia" sorrisi e le diedi un bacio sulla guancia.
"Te lo prometto nonna" vidi le sue labbra inarcuarsi in un lieve sorriso e i suoi occhi diventare lucidi.
Appoggiai la mia testa sul suo petto.
"Ti voglio bene, Lia" la sentì sussurrare al mio orecchio.
"Anche io nonna" risposi cominciando a cantare Remember the rain.
Il giorno stesso mia nonna morì, dopo essersi addormentata non si svegliò più.
Lia, mi chiamava solamente lei in quel modo.
Sentì una fitta al cuore pensando a quello che avevo fatto, avevo appena distrutto la promessa fatta a mia nonna.
Ma sapevo che lei mi avrebbe capita, o meglio, lo speravo.
Il suono del mio telefono mi risvegliò dai miei pensieri, lo presi in mano e vidi un messaggio da Tom.
"Ci vediamo sta sera, verso le 20:00,alla pista degli Skateboard, non fare tardi"
Guardai sconvolta il messaggio e decisi di rispondergli.
"Te lo scordi, maniaco"
Pochi secondi dopo arrivò la risposta.
"Ti devo parlare, ti prego"
Alzai gli occhi al cielo e decisi di non rispondergli, tanto avevo già deciso di non andarci, poteva pregarmi quanto voleva, ma io non gli avrei più parlato.
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SPAZIO AUTRICE:
Ho adorato scrivere questo capitolo solo per il ricordo, troppo dolce, di Amelia e sua nonna.
Spero che la storia vi stia piacendo.
Ciaooo<3
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LA SCELTA~tom kaulitz&bill kaulitz
Storie d'amoreAmelia si è appena trasferita a Lipsia, durante l'estate fa amicizia con Claire, la sua vicina di casa. A scuola incontra due ragazzi, i gemelli Kaulitz. La bella ragazza nuova riuscirà a far innamorare entrambi i fratelli, e alla fine dovrà sceglie...