capitolo 13

522 21 21
                                    

Mi rigirai nel letto più volte: "Che palle anche 'sta sveglia!" mormorai infastidita, ma più quel rumore continuava più il mio cervello mi diceva che non era la sveglia.
Ascoltai attentamente il suono che mi aveva svegliata, era il campanello!
Scesi correndo giù per le scale e aprì la porta: "Finalmente! Ero già pronto a chiamare la polizia!" guardai Tom assonnata: "ma finiscila! Cosa ci fai qui?" mi scappò un sonoro sbadiglio: "Mi hai scritto tu di andarci a prendere un gelato!" mi uscì una risatina: "questo pomeriggio, mica di mattina!" vidi il suo orologio da polso avvicinarsi ai miei occhi: "Amelia sveglia! Sono le 14:30!" rimasi scioccata, avevo dormito fino alle due del pomeriggio?!
Mi spostai per far entrare Tom: "mi cambio e arrivo" corsi verso le scale, andai in bagno per lavarmi il viso e I denti: "che figuraccia!" dissi guardandomi allo specchio, decisi di non fare tutta la skincare, perciò mi limitai a rinfrescarmi il viso con dell'acqua, indossai in velocità dei jeans, un maglioncino nero, le adidas e una giacca di pelle, mi truccai poco e corsi giù da Tom.
Lo guardai, era seduto sul divano che guardava il telefono: "Pronta!" urlai, facendoli venire un colpo, si alzò: "perfetto! Mi dispiace dirtelo ma saremo costretti ad andare fino al centro di Lipsia a piedi, non ho la patente" aprì la porta, un vento freddo raggiunse il mio viso: "ok...andiamo?" mi raggiunse e partimmo verso il centro.
Guardai tutte le gelaterie presenti: "Bene, dove andiamo?" Tom si guardò in giro: "Quella!" indicò una a caso, entrammo e una gradevole aria calda mi intorpidì, per un attimo, i muscoli.
Arrivò un cameriere: "Buon pomeriggio, cosa volete ordinare?" Tom mi guardò, capì che voleva che parlassi prima io: "per me una pallina, in coppetta, di nocciola...ci aggiunga anche la panna" dissi io, golosa com'ero come potevo non aggiungerci la panna?! Tom rivolse il suo sguardo al cameriere: "per me due palline, una di cioccolato bianco e l'altra di fiordilatte" appena finì di scrivere sul suo foglietto, il cameriere ci sorrise e sparì dietro al bancone.
Guardai Tom: "mi farai assaggiare il tuo gelato, vero?" disse con un sorrisetto da playboy: "non penso proprio!" mi guardò e scagliò un'arma infallibile, il musino: "ti pregoo" non riuscivo a non guardarlo, con il labbro in fuori, gli occhioni da cerbiatto, era così dolce: "va bene" bofonchiai, lo vidi sorridere e tornare normale, mi aveva fregato quello scemo!
Arrivarono i nostri ordini, guardai la mia coppa di gelato con sopra un chilo di panna candida!
Sentì l'acquolina in bocca, ero già pronta a prendere una cucchiaiata, ma qualcuno mi precedette: "Tom!" guardai la sua bocca sporca ancora della mia adorata panna: "mh...è buona!" continuai a guardarlo imbronciata: "lo so" dissi abbassando lo sguardo, sentì il rumore di un bicchiere che veniva spostato: "dai, prendi una cucchiaiata" guardai il gelato di Tom, sorrisi e presi una cucchiaiata di entrambi i gusti, assaporai bene il gelato: "dio santo! È buonissimo!" Sentì Tom ridere: "ne sono felice!" iniziai a gustarmi anche il mio dolce gelato alla nocciola e la mia buonissima panna.
Avevamo appena pagato il nostro gelato,  stavamo camminando per le viuzze di Lipsia, stavo ascoltando attentamente la storia di tutti gli scherzi che Tom aveva fatto a suo fratello, mi divertivo a sentirlo parlare, anche se mi dispiaceva per Bill, avere Tom come fratello doveva essere una tortura!
Arrivammo in un campo da skate, erano le 17:30, non c'era praticamente nessuno, io il rasta ci andammo a sedere su una delle molte panchine poste sotto gli alberi: "vieni spesso qui?" chiesi a Tom: "ogni volta che posso, adoro correre sul mio skateboard" sorrisi pensando Tom divertirsi e fare salti formibadibili, una folata di vento mi passò tra i capelli, che cominciarono a svolazzare emanando un forte odore di vaniglia.
Sentì le dita del rasta portarmi alcuni ciuffi dietro l'orecchio, lo guardai imbarazzata per quel contatto così inaspettato, senza neanche accorgermene sentì le sue labbra toccare le mie, sul momento sgranai gli occhi scioccata, ma dopo mi lasciai andare, cominciai a gustarmi le sue labbra morbide come il gelato mangiato poco prima, portai le mie braccia dietro al suo collo e cominciai a giocare con i suoi dreads locks, lo sentì sorridere, mi strinse tra le sue braccia.
Mi staccai sorridente: "hai gradito?" disse anche lui sorridendo: "probabile" cercai di rimanere vaga, ma dal tono della mia voce si capiva che ero emozionata, avevo appena dato il mio primo bacio!
Lo squillo del mio telefono interruppe quel momento magico: "pronto?" dall'altro capo del telefono sentì la voce di mia madre: "ehy tesoro! Sono appena tornata a casa, ma non ci sei, dove ti sei cacciata?" disse tranquilla, non sembrava arrabbiata: "sono andata a fare un giro con Tom, un mio amico, ora lo riaccompagno a casa sua" risposi tenendo il mio sguardo fisso su Tom affianco a me: "Dammi le indicazioni su come arrivare a casa del tuo amico, ti vengo a prendere in auto" sorrisi: "ok, a dopo mamma" allontanai dal mio orecchio il cellulare: "a dopo Amelia" io e Tom ci alzammo e cominciammo a camminare verso casa sua.
Guardai la villa Kaulitz: "Ci vediamo domani" tornai a guardare Tom: "certo, a domani!" lo vidi avvicinarsi con cautela e regalarmi un'altra bacio, più frettoloso, sorrisi e lo guardai correre verso la porta di entrata di casa sua, in quel momento vidi la macchina di mia madre accostare, mi misi seduta sul sedile del passeggiero, mi allacciai la cintura: "ti sei divertita con Tom?" Guardai dal finestrino la casa Kaulitz: "si" risposi vaga: "è successo qualcosa?" scossi la testa: "no, no, nulla" guardai la strada sorridendo, ripensando alle labbra di Tom sulle mie.

-TOM'S POV-
Mi chiusi la porta alle spalle, vidi mia mamma e Gordon distesi abbracciati sul divano: "Sono tornato!" urlai salendo le scale per andare in camera mia.
Entrai, vidi Bill disteso sul suo letto: "Ciao!" dissi sedendomi sul mio letto, nessuna risposta: "Bill! Ciao!" riprovai parlando più forte, ma niente, silenzio più totale, doveva essere successo qualcosa.
Mi andai a sedere accanto a lui: "Bill che è successo?" di colpo si alzò: "E ME LO CHIEDI PURE?!" guardai il suo viso, delle grosse lacrime gli rigavano il viso, gli occhi erano rossi e il suo sguardo era più spento del solito: "che cosa ho fatto?" dissi, pensando a cosa potevo aver fatto di sbagliato: "PENSI CHE NON VI ABBIA VISTI LÌ FUORI?!" ricordai il bacio a stampo che avevo dato ad Amelia prima di rientrare in casa: "Bill, lo sai dove voglio arr-" cercai di spiegargli ma non mi lasciò il tempo per continuare la mia frase: "APPUNTO! SEI UN EGOISTA! PERCHÈ NON ME LA LASCI A ME?! IO LE VOGLIO VERAMENTE BENE! E NON LA FAREI MAI SOFFRIRE COME FARAI TU!" si alzò dal letto e corse in bagno sbattendo la porta.
Aveva ragione, avrei fatto solo soffrire Amelia, ma non potevo tirarmi in dietro proprio ora che ero a un passo dal traguardo.
Certo, mi sentivo una persona orribile, un mostro, ma la ragazza doveva capirlo, io mi comportavo così con tutte le ragazze, prima non riesco a toglierti gli occhi di dosso e, quando ho ottenuto quello che voglio, cadi nel dimenticatoio.
Non mi definivo una bella persona, ma a me andava bene così.
-----------------------------------
SPAZIO SCRITTORE:
ho deciso che in questa storia Amelia si metterà con Bill.
Spero che vada bene, e se avete consigli ditemi pure.
Ciaooo♡

LA SCELTA~tom kaulitz&bill kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora