Capitolo 6

37 3 0
                                    

Caro lettore.
Parto subito con il dire che questi prossimi due capitoli saranno tosti.
E se devo essere sincero con te, scriverli ricordandomi tutto il male che ho passato, e che ancora tutt'oggi sto cercando di superare, non è facile.
Vorrei cominciare questo capitolo facendoti una domanda.

Sai che cos'è la depressione?
Ti faccio questa domanda per un semplice motivo.
Quasi tutti associano la parola "depressione" allo stato d'animo, cioè in parole povere, essere sempre tristi.
Sono qui per spiegarti (sperando tu non ci sia passato)  che cosa significa davvero questa parola.

La parola "depressione" significa;
"Mancanza patologica di energia"
Si... Perché la depressione è una vera e propria malattia.

Se te lo stai chiedendo... No, non sono caduto in depressione.
Ma stavo per farlo.
E non perché mi sono auto-diagnosticato, ma perché mi è stato detto dalla mia psicologa.

Ma prima spieghiamo tutto per bene...

Novembre 2021

Ed eccoci qui, a spiegare uno dei mesi peggiori della mia vita.
Tutto cominciò con un litigio.
Io e mia mamma un pomeriggio litigammo in maniera forte e mi ritirò il telefono.
Il giorno dopo andai a scuola, e io non avevo nessuna intenzione di tornare a casa quel pomeriggio.
Suonò la campanella dell'ultima ora, ed ero pronto per andare a casa di Angelica e non tornare più nella mia, ma quando uscii da scuola mi ritrovai mia madre ad aspettarmi. Tutto questo perché probabilmente anche lei sapeva che avrei fatto la cavolata di non tornare.
Angelica mi accompagnò lo stesso nonostante ci fosse mia madre, perché sapeva che me la stavo passando male in quel periodo.

Arrivai a casa, posai lo zaino e andai subito in cucina a pranzare.
Ci fu un attimo di silenzio, e poi arrivò quella domanda da mia madre.

"Mi spieghi che cosa ti prende?"

"Niente"

"Non è vero, spiegami che cos'hai"

Cominciai a parlare.
Le dissi che era un periodo difficile, che ero sempre triste e non sapevo il perché (anche se in realtà lo sapevo benissimo) e cose simili.

Mia madre inizialmente cercò di girarci attorno, ma poi arrivò la domanda che speravo non mi avrebbe mai fatto.

"C'entra Micheal?"

"Micheal? Perché? Che cosa c'entra lui?"

"Non lo so, devi dirmelo tu"

Provai a fare il finto tonto, ma poi non ce la feci più, perché mia madre mi fece un'altra domanda, ma in maniera molto più diretta.

"Ti piace Micheal?"

Rimasi zitto... Ma poi risposi.

"Si"

Ed è in quel preciso secondo che io non volevo più esistere, nella mia mente continuavo a pensare "no, non è possibile che l'ho detto davvero".

Se ci pensi, è davvero impressionante come le cose possono cambiare in un millesimo di secondo, oppure come le cose possono cambiare con una semplice parola.

Dopo aver risposto " Si" mi sentivo ancora più male. Il mio "segreto" era stato svelato.

Io e mia madre facemmo una lunghissima chiaccherata.
Mi disse che per lei non c'era nessun problema, che aveva già capito che io provassi qualcosa per Micheal, e che per qualunque cosa lei ci sarebbe sempre stata.

Parole bellissime, ma il problema non era lei. Ero io.
Io ero quello che non riusciva ad aprirsi al 100℅, io ero quello che si sentiva ancora più fuori dal mondo, ed ero sempre io quello che si sentiva "strano".

Avevo paura che per ogni mio riferimento a Micheal, la mia famiglia potesse pensare qualunque cosa.

Dopo questa chiaccherata con mia madre, il giorno dopo, a scuola, decisi di prendere appuntamento per lo   "sportello d'ascolto" aspettai una settimana e finalmente incontrai la mia psicologa.

Cominciai a parlarle di tutto quello che stavo passando. Dopo aver finito di sfogarmi lei mi guardò e mi fece una domanda.

"Alessandro, tu sai cos'è la depressione?"

"Credo di si"

"Ho paura che tu possa cominciare a soffrirne"

Cominciò a spiegarmi che cosa significasse quella parola, tutti i sintomi, e tutto quello che poteva succedermi se io avessi continuato in quel modo.

"Alessandro, io sono qui per aiutarti a stare meglio, insieme faremo di tutto per cercare di non farti cadere dentro a una cosa più grande di te".

La seduta finì, e io cercai di prendere atto dei consigli che mi aveva dato.

Ma ti starai chiedendo che fine abbia fatto Micheal.
Io e lui stavamo continuando la nostra amicizia, nonostante tutto quello che mi stava accadendo. Ma la cosa che non riuscivo a capire era che la persona di cui ero follemente innamorato, che mi faceva ridere e mi faceva sentire bene, era anche la stessa persona che mi stava facendo stare tanto male.

È strano se ci pensi. Non trovi?

Comunque, dopo un po' di giorni, tutta la mia famiglia tramite a mia madre, venne a sapere tutto, ma con nessuno affrontai mai il discorso.

Ci fu una sera in cui ebbi una forte crisi di pianto.
Piansi tanto, tanto, e poi *puff* scesi giù per mangiare, con un bel sorriso sulla faccia, e tutto era sparito, ma in realtà non era sparito un bel niente.

Micheal ovviamente non sapeva che la causa di tutto quel mio dolore, era proprio lui.
Un giorno, facemmo una chiamata, e lui mi parlò di questa ragazza con cui si sentiva e che le piaceva molto. Ovviamente io ci rimasi male.

"Bene dai, sono davvero contento per te"

"Dai, quando ti innamorerai anche tu potremmo fare una bella uscita a quattro."

Ovvio che lui non poteva sapere che io ero già innamorato da parecchio tempo, e che la persona di cui ero innamorato era proprio lui.

"Ma certo, lo faremo. Ora scusami ma mi sta chiamando mia madre e devo andare"

"Ah va bene, ci sentiamo dopo"

Chiusi la chiamata senza neanche salutarlo.
Misi le cuffie e cominciai a pensare come ormai facevo ogni giorno.

Ma ero stanco di continuare a pensare, ero stanco di tutto.

Stanco addirittura di me stesso.

Per uno come me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora