XXXVII.

193 7 9
                                    

8 LUGLIO.

Ero sveglia da tutta la notte credo.
Tutti penso abbiano provato quella sensazione, quando sembra di non aver chiuso occhio se non per pochi istanti.

Odiavo quella sensazione ma purtroppo non potevo evitarla.

Me ne stavo sdraiata nel letto aspettando che la sveglia suonasse.

Accanto a me Hugh ancora se la russava.

Perché aspettare la sveglia?
Guardai l'orologio, segnava le 5:40.

Mi voltai per cercare il volto di mio fratello nell'ombra della stanza.
Era così in pace e rilassato.
Era bello poterlo guardare mentre dormiva, mi faceva provare una bellissima sensazione.

Le persone normali avrebbero detto che mi faceva sentire a casa, ma io odiavo casa mia quindi con me il paragone non funzionava.

Era strano come, proprio questa mattina, i ruoli si fossero invertiti ed io mi fossi svegliata prima di Hugh.

Mi alzai facendo attenzione a non svegliarlo ed uscii dalla stanza, dirigendomi verso la cucina.

La casa ancora dormiva tutta.
Quasi tutta...

"Daisy cosa ci fai già sveglia?"

"Tesoro semmai tu cosa ci fai già sveglia? Io mi alzo sempre a quest'ora ma tu chiaramente non lo sai perché a quest'ora dormi sempre come un ghiro!"

"Già, beh non riuscivo a dormire..."

"Sei tesa per oggi?"
Si fermò a guardarmi con una padella ancora fra le mani.

"Si..." dissi io sedendomi su uno sgabello di fronte all'isola della cucina.

Daisy posò subito la padella e mi venne incontro, stringendomi forte.

In quel momento mi sentii come una bambina che ha paura del buio.
Mi sentii come quando da piccola mi svegliavo nel bel mezzo della notte perché avevo sognato qualche mostro e, uscendo di corsa dalla mia stanza, attraversavo gli enormi corridoi reali per finire nel letto dei miei genitori, fra le braccia di mia madre.

Lei mi stringeva sempre e mi faceva sentire coraggiosa per aver corso da sola per i lunghi corridoi bui, ed io riuscivo a sentirmi già molto meglio.

"Stai tranquilla bambina, andrà tutto bene e finirà presto. Devi iniziare a preparare anche le valigie stamani, sia tu che Hugh."

"Le ho già preparate ieri sera."

"Potevi dirmelo, ti avrei aiutata."

"Tranquilla, sono riuscita a farle da sola!"

***

La mattinata passò troppo lentamente.
Miss Gi si presentò a casa mia alle 11 per poi andare tutti insieme in tribunale.

Sarebbe iniziato alle 12:30, l'ultima data di appello.
In un modo o nell'altro sarebbe finito tutto.

Quando arrivai di fronte al tribunale, i fotografi erano triplicati.
Probabilmente tutta l'Inghilterra aspettava di sapere cosa avrebbe detto in giudice.

Entrai in aula e mi sedetti accanto all'avvocato Smith che mi sorrise, ponendo la sua mano sulla mia spalla.

Quanto sarebbe durato tutto?
***

Il giudice si prese il tempo di ascoltare me, tutte e quattro le ragazze, per poi passare a deliberare.

Furono i trenta minuti più lunghi della mia vita fino a quel momento, ma quando fece ritorno in aula, avrei voluto quasi che fosse tornato indietro.

La nausea mi stava uccidendo e il mio cuore si era spostato sotto la tonsilla sinistra, mancando un battito credo.

Non compresi bene tutte le parole che il giudice pronunciò ma l'unica cosa udibile alle mie orecchie fu "Riteniamo Nadine Leopold colpevole del reato di violenza privata, pena la detenzione per 5 anni. Karly Hale colpevole, pena la detenzione per 2 anni.
Mary Lebone colpevole, pena la detenzione per 4 anni.
Rose Kingston colpevole, pena la detenzione per 4 anni."

Ogni nome che scorreva mi faceva sentire sempre più leggera.
Il mio sorriso cresceva e sentivo che potevo essere fiera di me stessa e della piccola battaglia che avevo combattuto.

"Riteniamo inoltre Margaret Grosvenor innocente e avente diritto di un rimborso pecuniario di..."

Non mi importavano i soldi, non era quello che contava per me.

Mi voltai verso mio fratello e Giorgia.
Li vidi ridere e abbracciarsi e capii che quello era tutto per me.

"Il caso è chiuso."

Mi alzai ed abbracciai il signor Smith che fece altrettanto.

Era tutto finito.
Mentre i flash dei giornalisti presenti in aula mi colpivano, guardai per un ultima volta il viso di Nadine.

Era persa, vuota. Solo in quel momento si accorse di quello che aveva fatto credo, mentre la portavano via ammanettandola.

Capii invece io, in quel momento, che ci sono tanti tipi di persone nel mondo, con abitudini diverse, caratteri diversi, ma che tutte si dividono in due insiemi più grandi: quelle che decidono di vivere all'insegna del rispetto e quelle che invece decidono di vivere senza etica.

Le nostre scelte dicono che tipo di persone siamo.

9 LUGLIO

Una forte fitta alle costole mi svegliò presto quella mattina.

Ero riuscita finalmente a dormire comunque.
Avevo realmente dormito come una bambina la sera prima, assaporando l'odore della tranquillità.

Avevo passato la serata con i ragazzi, Giorgia e mio fratello a casa.
Avevamo organizzato una cena e Gi aveva insistito affinché Daisy ci preparasse una montagna di sushi.

Avevo poi chiamato la mia famiglia e Louis che sentii entusiasta.

Quando mi svegliai, scesi le scale per andare a mangiare qualcosa e trovai Darren all'ingresso parlare con Hugh e Giorgia.

"Ma che ore sono scusate?"

"Sono le 9:40 e fra esattamente un'ora e mezzo il nostro aereo decolla Maggie, io mi darei una mossa!"

Come faceva? Come poteva essere già sveglia e attiva a quell'ora?

"Hugh tu a che ora parti?"

Anche mio fratello se ne andava, di nuovo.
Per un momento la tristezza si impadronì di nuovo di me.

"Il mio volo decolla alle 12 Maggie"

"Te ne devi andare per forza? Non puoi venire con noi invece di tornare a casa?"

Lo guardai in modo supplichevole facendolo ridere.

"Lo sai che non posso, devo tornare a casa... E poi è giusto che sia solo Giorgia ad accompagnarti!"

Guardai la mia amica sorridermi, era davvero felice e anch'io lo ero.
***

Mio fratello aveva prenotato un Jet privato per il mio volo.
Era preoccupato che in un volo di linea io stessi male e decise che un volo privato era preferibile per me.

Al suo solito ci aveva accompagnato all'aeroporto, mi aveva stretto fra le sue braccia, e io mi ero fatta prendere dalla malinconia.

Non avevo avuto modo di dirgli grazie come realmente dovevo per tutto quello che aveva fatto in quei giorni per me.
Mi era stato molto vicino e purtroppo, a causa dello stress, avevo fatto passare tutto in secondo piano.

Quando l'aereo si allontanava sulla pista per decollare, mi sentii però la ragazza più fortunata del mondo ad avere un fratello come Hugh.

Mi voltai per guardare Gi di fronte a me.

"Si Maggie, sei davvero fortunata ad averlo."

Questa ragazza mi leggeva nella mente.

Let me be. || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora