CHAPTER 13

15 2 0
                                    




"dall'altra parte"

Allungai la mano sfiorando la superficie con la punta delle dita, era soffice, assomigliava al velluto. Abbassai lo sguardo ripensando a cosa fosse appena successo. Una goccia cadde sul terreno, la osservai, dopo di essa ne comparve un'altra, e poi un'altra ancora.

Mi resi conto che stavo piangendo. Una mano mi strinse la spalla, era delicata, dolce. Mi voltai incrociando il volto di Jasmine, mi sorrise, un sorriso flebile, amaro, mi asciugò con cura le lacrime con le mani, toccandomi delicatamente. Poi mi abbracciò, sentii un tepore entrarmi nel corpo, come se mi stesse riscaldando, aumentò la presa. La ringraziai mentalmente per questo; posai la testa sulla sua spalla ma un ulteriore fitta mi colpì la testa.

Faceva male, era più intensa delle altre, mi accasciai sul terreno soffice.

"Tesoro dobbiamo andare, non sai ancora controllare i tuoi poteri e se svieni non sappiamo come riaprire il portale" mi sussurrò dolcemente accarezzandomi i capelli,

"che significa" sibilai gemendo dal dolore, cercando di allievarlo massaggiandomi le tempie.

"Significa che solo tu puoi mantenere questo portale, senza di te crollerebbe e finiremmo nello spazio tempo" disse Cole dietro la bionda. Spalancai gli occhi non credendo a ciò che stava dicendo, alzai lo sguardo trovando il moro inginocchiato dandomi le spalle. Arricciai il naso non capendo cosa stesse facendo.

"Sali ti porto sulle spalle" disse dolcemente, non volevo essere un peso, ma le mie gambe erano veramente troppo pesanti. Arrancai verso la sua schiena aggrappandomi a lui, mi tirò su con una facilità mostruosa, sprofondai il volto nell'incavo del suo collo chiudendo gli occhi.

"Scricciolo vedi di resistere ci siamo quasi" mi sussurrò aumentando il passo, di tutta risposta annuii con la testa. La camminata durò una manciata di minuti, poi ad un tratto una luce mi colpì il volto, usai Cole come scudo nascondendomi dietro la sua schiena. La luce scomparve insieme al dolore alla testa, un leggero venticello mi colpì la schiena, cercai di aprire gli occhi ma il moro mi posizionò delicatamente a terra. Per un attimo persi l'equilibrio, ma venni prontamente sorretta dal ragazzo al mio fianco che mi tenne per la vita.

"Grazie" sussurrai piano.

E fu in quel preciso istante che mi resi conto.

Fu come uno schiocco di dita, veloce, realizzai cosa fosse appena successo, spalancai gli occhi alla vista della distesa verde che si presentava davanti a me.

Era un sentiero, di terra battuta costeggiato da grandi alberi secolari, i quali ricoprivano il cielo con le loro chiome, filtrando la luce lunare che illuminava a tratti il sentiero terroso. Non riuscivo a vedere la fine, sembrava infinito, inoltre era immerso nel silenzio, non vi era alcun rumore se non il vento lieve che spostava le foglie creando un fruscio armonioso. Feci un giro su me stessa cercando di capire dove mi trovassi.

"Dove siamo?" chiesi confusa,

"dall'altra parte mia cara" rispose Leo. Lo guardai non capendo cosa volesse dirmi,

"ci ha portato nell'emisfero corretto e vicino casa" sentenziò la ragazza iniziando ad incamminarsi.

"Emisfero.." balbettai.

"Siamo in un altro mondo, più precisamente il nostro, o meglio quello di tua madre" continuò Leo sorridendomi,

"il drago deve aver percorso i ricordi dell'infanzia" disse Jasmine fermandosi,

"no, penso abbia fiutato la strada di casa" continuò Mark.

Inclinai la testa non riuscendo a seguirli, era tutto così dannatamente confuso.

L'EredeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora