CHAPTER 2

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"autumn's dances"

La luce penetrò lentamente attraverso l'edificio, accarezzando delicatamente le coperte azzurrine, sentii sfiorarmi la pelle, un tocco leggero, soffice.

Non ero sola.

Sentivo degli occhi languidi osservarmi, ma non sembravano malvagi, ma bramosi.

Avevo la finestra chiusa, tutta la casa lo era, nessuno, poteva essere lì, di fianco a me.

Un sospiro mi accarezzò le labbra.

Mi svegliai di soprassalto, avevo il respiro irregolare ed una forte emicrania. Mi massaggiai la testa dolorante, il sole aveva nel frattempo riscaldato la stanza; porsi uno sguardo verso la finestra.

Dovevo studiare.

Mi affrettai ad alzarmi, sedendomi con molta "eleganza" sulla sedia, ponendo davanti a me il libro di storia, autoconvincendomi che prima avessi iniziato, prima avrei finito. Le ore passarono, sentivo il ticchettio delle lancette scorrere, oltre al rumore che provocava l'evidenziatore strisciando sulla carta; del caffè era rimasto solo la dolce poltiglia di zucchero sul fondo. I miei occhi scorrevano da sinistra a destra e viceversa, annotando e accumulando informazioni; ero troppo presa dallo studio che saltai di soprassalto al suono di un messaggio. Imprecai per poi lanciare uno sguardo al display illuminato accorgendomi di 2 nuovi messaggi: uno di mia madre, ed uno di Colin. Non volevo rispondergli, dovevo mettermi a posto le idee, non volevo prenderlo in giro non se lo meritava. Abbassai lo sguardo osservando l'insieme di appunti difronte a me, mi alzai svogliatamente per prendere un bicchiere d'acqua, quando qualcosa colpì la mia attenzione.

Mi avvicinai alla finestra scorgendo che non era del tutto chiusa, cercai di capire quando l'avessi aperta, ma finii per rinunciarci, di conseguenza alzai le spalle e la chiusi, dirigendomi poi in cucina.

Rimasi a fissare per molto tempo l'acqua immobile nel piccolo bicchiere di vetro, cercando di creare un'idea decente dalla mia testa; o quanto meno una soluzione alle miriadi di pensieri che mi stavano frullando senza sosta.

Un altro tintinnio del telefono fece illuminare il display, notai di nuovo il suo nome. Non potevo lasciarmi indebolire da degli occhi scuri, per la prima volta avevo trovato un ragazzo a cui interessavo io, e solamente io.

Allora perché non stavo pensando a lui in questo momento?

Bevvi velocemente l'acqua, alcune goccioline mi colarono sul mento e sul collo, facendomi venire un piccolo brivido. Posai gli occhi sul marmo del piano della cucina, sbuffai, stufa di non riuscire a trovare una soluzione; così decisi di continuare il mio studio fino a tarda sera.

- La mattina dopo

Il suono della sveglia risuonò nella stanza, provocando un rumore martellante, che mi costrinse ad alzarmi per la mia mattina scolastica, era uno di quei giorni in cui l'aria era rarefatta a causa del freddo, il cielo era limpido come se stesse per nevicare. Non volevo vedere nessuno, ma purtroppo i miei desideri vennero aboliti dalla consistenza con cui la mia cosiddetta amica, cercava di attirare la mia attenzione. Il corridoio brulicava di tanti piccoli esseri che si dirigevano in classe, vi era chi era felice, chi voleva essenzialmente morire, e coloro che credevano di essere il nuovo Zac Efron.

"Chris, CHRISSS, ehi mi vuoi stare a sentire" esclamò Steph strattonandomi di nuovo per la manica della mia felpa panna.

"Cosa vuoi?" risposi seccata continuando a non guardarla in volto. Una terza voce mi fece bloccare sul posto, mi voltai in direzione di Colin, abbozzai un sorriso, volevo solo andare in classe a ripassare per il mio test di storia, ma sembrava come se il mondo si stesse impegnando a farmi uscire di nervi.

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