CHAPTER 19

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"hunting"

L'indomani mi svegliai molto presto, il sole stava ancora sorgendo; osservai l'alba dalla finestra. I colori tenui illuminarono la stanza, mi stiracchiai sbadigliando rumorosamente. Il piccolo drago era accanto a me seduto che osservava anche lui il giardino. Aveva preso l'abitudine di sbucare ogni tanto, come se dovesse controllarmi, mi guardò con i suoi occhietti inclinando la testa di lato.

"Si, sei un gatto" dissi osservandolo mentre mi dirigevo verso il bagno, avevo bisogno dell'acqua gelida per svegliarmi completamente. Mi tamponai il viso con l'asciugamano, una sensazione di ansia mista a eccitazione mi pervase, non negavo di essere preoccupata, non mi avevano detto molto su come fosse fatta questa foresta ma sembrava pericolosa. Sospirai cercando di non pensarci, avevo i ragazzi al mio fianco, questo era il pensiero che continuavo a ripetermi nella testa per autoconvincermi che andasse tutto bene. Mark era particolarmente agitato per questa escursione, se aveva deciso di venire anche lui voleva dire che non si fidava a mandare solamente me e Cole. Tentai di scacciare i pensieri dalla mente iniziando a prepararmi, la creatura si era comodamente sdraiata sul letto, lo guardai sorridendo, continuavo a convincermi che non poteva essere una divinità antica, era troppo soffice e dolce per sembrare cattivo. Finii di vestirmi e scesi nel salotto trovando i due uomini ad aspettarmi, mi guardai intorno per la terza persona ma di lei non vi era traccia.

"La tua amica?" chiesi rivolgendomi al biondo,

"ci seguirà, ti ricordo che assume forme diverse" sentenziò come se fosse una cosa comune.

Raggiunsi la porta ma una voce mi richiamò, mi voltai notando Leonard toccarmi la spalla, si avvicinò al mio viso, lo guardai confusa dal suo gesto; l'uomo si avvicinò al mio orecchiò per non farsi sentire dagli altri.

"Segui sempre il tuo istinto, qualunque cosa sia" mi sussurrò con voce ferma, puntai i miei occhi nei suoi, lui si ricompose regalandomi un sorriso e augurandomi buona fortuna. Lo guardai un'ultima volta prima di chiudere la porta.

Fu strano, non avevo compreso ciò che mi aveva detto, ma fissai quella frase nella mia testa come una nota da tenere sempre in mente.

Iniziammo a camminare lungo la foresta, il moro era stranamente silenzioso da tutta la mattina, vedevo che fosse teso, come il biondo al suo fianco. L'ansia iniziò a insinuarsi velocemente dentro di me, il silenzio mi spaventava, sentivo solo il fruscio del vento muovere le foglie. Era una mattina calda, il venticello rinfrescava le nostre pelli, il sole ergeva alto nel cielo picchiando sulle nostre teste. Era da almeno due ore che camminavamo e non avevo visto traccia di Deresia né tantomeno di attività umana o demoniaca. Vi era solo una vasta pianura ricca di vegetazione, i due uomini non avevano proferito parola e io feci lo stesso per non causare ulteriori problemi. Strinsi il pezzo di carta tra le mani, rilessi velocemente le coordinate; notai che il biondo fece un cenno a Cole, il freddo mi colpì le spalle nonostante vi fosse il sole cocente. La temperatura si abbassò rapidamente, camminai incontrando l'ombra che oscurava il prato, alzai gli occhi verso l'alto trovandomi a pochi metri una foresta di alberi secolari. Erano tutti allineati ricoprivano la maggior parte della valle. Assomigliava ad una grande macchia oscura, la quale cozzava con il resto del paesaggio. Era immensa, non sapevo dire con esattezza per quanti km si estendesse ma ero convinta che potesse ricoprire un'intera città. Camminammo sul sentiero sterrato, a mano a mano che mi avvicinavo iniziai a sentire una sensazione di angoscia, assomigliava più alla paura, i brividi avevano preso possesso del mio corpo, il mio passo si fece più lento; continuavo a chiedermi per quale motivo fossi lì, e anche se la motivazione era importante in quel momento volevo solo tornare a casa nel mio letto. Ci fermammo all'ingresso della foresta, fitti alberi si ergevano davanti a noi, erano altissimi, imponenti, trasmettevano un'aria minacciosa come se da un momento all'altro ti inghiottissero, o semplicemente erano la porta dell'inferno.

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