CHAPTER 18

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"Deresia"

"Deresia, è questo il suo nome se te lo sai chiedendo" Mark sorseggiò le ultime gocce di rum, riponendo il bicchiere sul tavolo. La stanza era avvolta nel silenzio, sentivo il respiro dei presenti rimbombarmi nella testa, non vi era alcun rumore, solo lo scricchiolio delle nostre suole sul parque antico. Guardai Cole che era intento a non distogliere lo sguardo dal biondo, non riuscivo a decifrare il modo in cui lo guardava, contrariato forse. Il moro si sentì osservato difatti spostò il suo sguardo fissandomi negli occhi, percepì il mio disagio, si avvicinò cauto alla mia figura prendendomi la mano delicatamente; fui grata di quel suo gesto, l'aria stava divenendo troppo tossica, l'odore mi aveva riempito le narici. Feci un passo indietro, ma la situazione non cambiò.

"Non pensavo fossi così impressionabile" ridacchiò il biondo. Lo guardai negli occhi, quell'azzurro limpido, freddo, vuoto. La sua aurea demoniaca era forte, molto forte, sentivo l'odore del sangue misto a qualcos'altro di me ignoto. Non continuò, sapeva che cosa stessi percependo, stava solo aspettando che facessi la prima mossa.

"Sei molto più subdolo di Leonard, perché non sei tu il capo?" sentenziai facendo un passo avanti; sentii la presa del moro farsi più ferrea. Il biondo non si scompose, rimase impassibile con un sorriso stampato in faccia, tossì per schiarirsi la voce.

"Secondo te perché?" chiese con un tono di superiorità. Emisi una risata, il suo eco si propagò per tutta la stanza, ormai mi stavo abituando all'odore disgustoso, il biondo assunse un'espressione compiaciuta, lo vidi stringersi nella poltrona.

"È più razionale, forse umano. Sai ho notato una cosa Mark" iniziai a parlare muovendomi in quel quadrato angusto in cui ci trovavamo.

"Avete una sorta di paura verso di me, riesco a sentirla. Sento che provi terrore, eh è buffo perché non sto facendo niente" aggiunsi ghignando verso la sua direzione. Vidi il biondo deglutire.

"È così che tieni le tue prede?" domandai nuovamente indicando la sua destra,

"non è una preda" sussurrò stringendo i denti.

"Sicuro, vuoi che glielo chiediamo" continuai avanzando, l'uomo si alzò in piedi sorridendo

"eh...hai capito come funziona eh" ghignò passandosi una mano tra i capelli,

"non ho paura di te Alex, ho paura del tuo potere." Ammise, era sincero, mi guardò abbassandosi al mio livello.

"L'ho sempre detto che sei più avanti di quel che credevamo."

"Porti l'odore del sangue sul tuo corpo" dissi prendendolo in contropiede. Sentii il moro alle mie spalle sghignazzare.

"Cazzo Mark, ti sta facendo il culo. Se continui così ti sputtanerà" la voce del moro gracchiò, sorrisi,

"non fare tanto lo sbruffone, hai lo stesso odore solo di una natura diversa". Non mi voltai, sapevo che era rimasto sorpreso dalla mia affermazione.

"Dicevi Sanders?" continuò il biondo deridendo l'altro.

"Passi avanti signorina, si è sangue. Non penso che debba darti spiegazione penso tu già sappia cosa significa" aveva ragione, era fin dal principio che sentivo lo stesso odore su tutti loro, profumi diversi, chi più intenso chi meno.

"Hai ucciso" sentenziai, lo vidi alzare le mani sedendosi nuovamente sulla poltrona,

"tutti qui lo abbiamo fatto. Tranne te mia cara" ammise rigirando il bicchiere ormai contenente solo ghiaccio.

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