CHAPTER 37

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"FEELINGS"

Avanzai lungo il campo disseminato di corpi, giunsi davanti a Leonard, l'uomo era stupito ma vedevo gratitudine nei suoi occhi.

"Hai richiamato il drago" sussurrò accarezzandomi la testa.

Emisi una piccola risata, puntando lo sguardo verso il basso.

"Penso sia stato lui a proteggerci" dissi solamente.

"Vedi di non fare la umile, può averti soccorso ma sei tu che lo comandi" sghignazzò Mark toccandomi la spalla riconoscente.

"È finita" continuò Leo,

"è finita" replicai io tirando un respiro di sollievo.

Mi voltai verso le macerie, sembrava una fossa comune, un brivido mi raggelò, pensando che tutto questo lo avessi fatto io. Osservammo l'alba sorgere, la luce giallognola del sole sbucò da dietro la grande foresta illuminando piano l'abitazione. Il cielo era tornato limpido, di un colore aranciato, con piccole sfumature di rosso e rosa; sembrava un dipinto ad olio da quanto i colori erano accesi. I corpi ben presto furono solo un cumolo di cenere che venne spazzato via.

Niente ossa.

Niente cadaveri.

Solo una leggera polvere che viaggiava nell'aria.

Tornai con lo sguardo verso gli altri, mi sorridevano esausti, le nostre ferite bruciavano, il sangue continuava a colare sulle nostre braccia, sul nostro corpo; i lividi violacei pulsavano sulla nostra pelle. Mi inchinai tenendo la testa bassa, ci rimasi per 2 minuti.

"Grazie" dissi piano, le lacrime scendevano copiose sul mio volto rinfrescandomi dal bruciore delle mie ferite.

Una mano mi toccò i capelli dolcemente, mi tirai su affrettandomi a nascondere il mio pianto silenzioso.

"Siamo noi a ringraziare te" disse Leonard sorridendo mostrandomi i denti bianchi.

Vidi tutti gli altri guardarmi, sorridenti, alzarono il pugno destro verso l'alto; guardai la scena confusa. Cole si avvicinò a me, mi accarezzò il volto, mi prese la mano destra mettendosi al mio fianco; la strinse a se portandola verso il cielo.

"All'erede!" gridò ad alta voce.

"All'erede!!" esclamarono tutti.

Sorrisi e per la prima volta nella mia vita, mi sentivo spensierata, felice, mi sentivo parte di qualcosa.

La battaglia era finita, eravamo sopravvissuti, avevamo perso pochi uomini. Potevamo ritenerci fortunati, ma il pensiero che alcune persone avevano perso la vita per tutto questo, per me, per proteggere una persona che non conoscevano; tutto questo mi stringeva il petto.

Perché qualcuno dovrebbe pagare con la vita, per me.

Non aveva senso, non riuscivo a trovarlo, più cercavo, più trovavo solo un'immensa confusione, un limbo in cui racchiudermi per potermi odiare. Osservai le fosse essere ricoperte da terra, grandi ammassi che coprivano il legno delle bare, non riuscivo a distogliere lo sguardo dal gesto continuo della pala, che prendeva il terriccio e lo gettava in quel buco profondo, mettendo fine ad un qualcosa.

"Erano addestrati per questo" mi disse Leo posandomi il braccio sulle spalle.

"Per morire?" Dissi ridendo amaramente.

"Siamo soldati Alex, siamo nati per questo, tu potevi perdere la vita per noi, tu hai messo in ballo la tua vita per un qualcosa che hai saputo solamente quest'anno." Continuò guardandomi.

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