16.

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"Susannah ha il cancro" furono quelle le parole che mi spezzarono il cuore, ero finalmente tornata a casa, e con ancora il vestito addosso mi buttai a letto, e iniziai a piangere, piansi per non so quanto tempo, minuti, ore; quelle parole continuavano a rimbombarmi in testa ogni volta che provavo a chiudere gli occhi. Era impossibile non pensarci.
Perché succede ai migliori?

Bussarono alla mia porta, con le poche forze che avevo risposi ed entrò mia madre. Sapevo che fosse abbastanza patetico piangere per una persona che non era neanche mia madre ma Susannah lo era, c'è sempre stata nel momento del bisogno e sapere che prima o poi l'avrei persa mi spezzò.

"Posso?" chiese mia madre anche lei con la voce spezzata. Annuì.
Si sdraiò di fianco a me, e iniziammo a piangere entrambe, lei silenziosamente ma sapevo che stava male pure lei.

"Ho paura mamma" ammisi.

"Tesoro perché hai paura?" mi chiese mia madre accarezzandomi i capelli.

"Perché non voglio perderla, e inoltre ho pensato tutta l'estate a me e Susannah stava male" dissi.

"Era quello che voleva, era esattamente quello che voleva" cercò di tranquillizzarmi mia madre.

"Mamma ti voglio bene" dissi con ancora la voce un pó spezzata dal pianto.

"Anche io tesoro,anche io" rispose lei abbracciandomi da dietro.

"Da quanto lo sai? E steven e Belly lo sanno? Non sono andata a vedere come stavano" chiesi.

"Lo so da questa primavera, Steven e Belly sono insieme, ti hanno lasciata un pó da sola, ho detto loro che potevano venire qui con noi se avessero avuto voglia" mi continuava a coccolare. Le lacrime continuavano a scendere.

"Non volevo rattristire voi ragazzi, voleva solo passare quest'ultima estate tutti insieme" disse mia madre.

"Ma come hai fatto?" chiesi girandomi.

"A fare cosa?" ribatté.

"A sopportare tutto questo da sola" Pensavo anche a Conrad, era tutta l'estate che lo sapeva, ed era da solo, non voleva aiuto, non voleva nessuno.
Mia mamma iniziò a piangere e mi abbracciò ancora più forte.
In camera entrarono Steven e Belly, anche loro con gli occhi rossi.

"Non starà meglio vero?" chiese mio fratello tirando su col naso. Mia madre rispose di no.

Loro due si unirono a noi, eravamo un pó stretti ma pur sempre una famiglia, ci sfogammo. Mi feci forza e mi alzai dopo che loro uscirono dalla camera, andai in doccia e mi lavai, avevo bisogno di una doccia calda.

Mi misi una felpa abbastanza larga e un pantaloncino di jeans, decisi di mettere anche le mie solite air force bianche, finalmente avevo tolto quel vestito scomodo.

"Forza ragazzi si mangia!" urlò mia madre dal piano di sotto.

Ci sedemmo tutti a tavola, come una grande famiglia, scherzavamo, parlavamo tra di noi, come se non fosse successo nulla, Susannah aveva accettato di fare la chemio e questo non poteva che rendere tutti più felici e magari speranzosi. Mangiammo vari avanzi.

Io e Conrad a cena non ci calcolammo molto, se non qualche sguardo qua e là, ma era giusto così, sua mamma stava male e aveva bisogno di lui, più di quanto ne avevo bisogno io.

L'estate sarebbe finito da due settimane a quella parte e mi sentivo persa, ma sapevo che qualsiasi cosa fosse successa sarei tornata in quel posto, quella casa e da queste persone.

Decisi di andare un pó in riva al mare, per sentire di nuovo l'ebrezza del posto che mi faceva sentire bene, mi si affiancò Conrad.

"Ei" dissi guardandolo sedersi.

"Ei" mi rispose.

"Non posso credere che abbia detto di si" era felice, sorrideva come prima, sorrisi.

"Sei stato tu, l'hai convinta" risposi.

"No, non io, è stato Jer, è stato lui" continuò, calò il silenzio.

"Emma per il bacio di prima.." interruppe il silenzio.

"Non dobbiamo parlarne se non ti va" risposi come niente fosse.

"Non voglio più aspettare, e poi è stato bello, davvero" disse sorridendomi.

"Scusa se ho fatto lo stronzo tutta l'estate, davvero mi dispiace" disse di getto il ragazzo.

"Non devi chiedere scusa di nulla, ti sei tenuto tutto quel peso per te e sei andato avanti da solo, non è da tutti" risposi mettendogli una mano dietro la schiena.

"Ho provato a parlartene davvero mi dispiace" sorrisi come a fargli capire che non importava, che non mi aveva persa, che ero lì per lui e importava solo quello.

"Ci sono tante cose che vorrei dirti" mi alzai.

"Forse non è il momento giusto" dissi, lui si alzò.

"Perché?" chiese.

"Per quanto mi sia piaciuto baciarti, tu ora hai bisogno di qualcuno ma non voglio essere quella che ne trae vantaggio" dissi come a mettere le mani avanti.

"Non ho bisogno di qualcuno, ho bisogno di te Emma, solo di te" mi attraversò un brivido lungo la schiena.

"Non devi avere bisogno di me, devi volermi" dissi.

"Emma non voglio più accontentarmi di una semplice amicizia con te, voglio averti, ora e chissà magari per sempre." disse lui lasciandomi senza parole, lo aveva detto. Mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi accarezzò la guancia, baciandomi, uno di quei baci che non potrò mai dimenticare.

"Questa è tua" mi porse la tanto attesa collana, spostai i capelli e me la mise. Me la strinsi al petto.

In quell'attimo, ho sentito che se accadeva quello poteva accadere tutto.

Angolo autrice:
eii come va?
ecco a voi i due capitoli promessi.
penso di far uscire questi ultimi capitoli prima che ricominci la scuola✨️

Non è estate senza te; Conrad Fisher;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora