17.

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Passò una settimana dal ballo, Mark provò a richiamarmi ma io non risposi, e da quella sera in spiaggia, io e Conrad non avevamo dato un nome a quello che eravamo, probabilmente non lo sapevamo neanche noi, però stavamo bene, cavolo se stavamo bene.
Nessuno sapeva di noi due, forse sospettavano, ma decidemmo di non ufficializzare nulla, per ora almeno.

Stasera sarei uscita con Conrad, avremmo preso un gelato e saremmo rimasti in spiaggia fino a tardi, mancava sempre meno alla partenza per il college e volevamo goderci ogni singolo momento assieme.

"È da tanto che non fate qualcosa tutti assieme, perché stasera non guardate un film?" mi riportò alla realtà mia madre durante la cena.

"Ehm, io e Conrad usciamo in realtà, ma ragazzi se volete guardare il film fate pure" sorrisi imbarazzata. Mia madre mi sorrise maliziosa, stessa cosa fece Susannah con suo figlio.

"Uhh Emma allora l'hai presa seriamente la storia dell'essere moglie di mio fratello" rise Jeremiah. Risi scuotendo la testa, stessa cosa fece Conrad.

Era arrivato il momento dell'uscita, non avevo tanta ansia, ma decisi di essere carina almeno per stasera, misi un pantaloncino bianco, un top rosso e le mie amate jordan bianche e rosse, decisi di non prendere la felpa.
Mi truccai leggermente e mi spruzzai qualche goccia di profumo.

"Ehilaaa ma come siamo belle" mi fece roteare Jer. Stavano facendo la serata film, sorrisi a vederli tutti li, insieme.

"Perché sorridi?" mi chiese mio fratello.

"No niente e che siete così carini" strizzai le guance a quest'ultimo che però, non apprezzò il gesto.

"Sembri la nonna smettila" mi disse togliendomi la mano.

"Ti voglio bene pure io" dissi ridendo.
Finalmente scese anche Conrad, era stupendo, come se tutte le altre volte non lo fosse.

"Andiamo allora?" sorrise, feci lo stesso.

"Miraccomando Conrad" lo raccomandò mio fratello, io roteai gli occhi. Conrad lo rassicurò che sarei tornata a casa sana e salva.

Uscimmo di casa, e ci aviammo verso la specie di gelateria, prendemmo il gelato e iniziammo a camminare.

"Ok ora tocca a te" risi girandomi verso il ragazzo.

"Mhh fammici pensare, si ce l'ho, da piccolo quando giocavamo a just dance, toglievo le pile dal tuo telecomando per poter vincere" ammise ridendo, rimasi scioccata.

"Maddai ma seriamente? Ecco perché perdevo sempre contro di te" gli diedi una leggera gomitata.
Continuammo a raccontarci aneddoti di quando eravamo piccoli, ridevamo e stavamo bene.

"Sei sporca qui" mi disse d'un tratto.

"Qui dove?" gli chiesi.

"Qui" e col dito mi sporcò la punta del naso col gelato.

"Rimedia" gli dissi. Mi baciò la punta del naso per pulirla dal cioccolato e poi scese alla bocca, era tutto così dolce. Avevo le farfalle che sembrava viaggiassero libere nel mio stomaco.

"La smetti di fare così?" dissi non appena ci staccammo.

"Così come?" era confuso.

"Di mandarmi fuori di testa scemo" appoggiai le mani sul suo petto e sorrisi. Mi arrivò un brivido di freddo. Lui lo notò.

"Oh hai freddo?" si affrettò a dire.

"No tranquillo sto bene" il brivido tornò.

"Ok forse è meglio se tieni questa" e mi diede la sua felpa, mi stava larga, ma avere il suo profumo addosso era la cosa migliore.

Ci sedemmo in spiaggia, e guardando le stelle parlammo.
"Vorrei che questa estate non finisse mai" dissi io con la testa appoggiata al suo petto.

"Già neanche io" rispose giocando con una ciocca dei miei capelli.

"Sai ho un pó paura" ammisi.

"Per cosa?" chiese Conrad.

"Adesso che partirò per il college non potrò più aiutare Steven e Belly a scuola, e neanche mia mamma a casa, mi chiedo se c'è la faranno" dissi, nel mentre giocavo con i laccetti della felpa che mi aveva dato il ragazzo.

"Hai paura per loro o hai paura di non farcela tu?" mi conosceva così bene.

"Forse entrambi, ma vabbè passerà" dissi. Dopo qualche minuto di silenzio parlò lui.

"Ho paura anch'io sai" disse, mi alzai in modo da poterlo guardare negli occhi, per la prima volta in quell'estate si stava confidando con me.

"Ora che andrò al college, vedrò di meno mia madre e.." incominciò a dire.

"Nono non pensarci neanche, andrà tutto bene ok? Tua mamma farà la chemio e andrà bene, starà bene" gli presi il volto con le mani, avrei voluto convincere anche me stessa in quel momento. In risposta lui sorrise e mi baciò, ci sdraiammo nuovamente e poi tutto buio, mi ero addormentata.

Mi svegliai in spiaggia, mi alzai e Conrad dormiva ancora, presi il telefono ed erano le 8.30, saremmo dovuti rientrare.
Provai a svegliarlo spostandogli i capelli ma dormiva beatamente. Decisi di fargli il solletico, lui lo soffriva da morire.

Si svegliò di colpo probabilmente spaventato, smisi e mi misi a ridere come una scema, lui mi prese a spalle e iniziò a correre provocando una risata da parte di entrambi.

Tornammo finalmente a casa mano per mano, in salotto c'era Susannah seduta nel divano.

"Buongiorno ragazzi" ci disse mentre beveva il suo tè.

"Buongiorno mamma"

"Cosa avete fatto?" ci chiese vedendo le nostre mani ancora unite.

"Ok ti lascio al racconto, intanto io vado a farmi una doccia" salutai entrambi e salii in camera mia, mi buttai a letto e sorrisi;

ero felice di avere Conrad nella mia vita.

Angolo autrice:
eii come state? questo capitolo è maggiormente concentrato sui due, i prossimi prometto non saranno così sdolcinati.
baciii

Non è estate senza te; Conrad Fisher;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora