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Mi svegliai con un gran mal di testa, pensai che fare una doccia mi avrebbe aiutato.

"Scusate non voglio interrompere nulla" dissi sorpassando mia sorella e Jeremiah, entrai in bagno.
Appena entrata in doccia notai essa bagnata con dei capelli che non erano miei, probabilmente Belly si sarà lavata prima di me pensai. Aprii la porta del bagno.

"Belly quante volte te lo devo dire di pulire la doccia dopo che l'hai usata?" sgridai mia sorella.

"Calmati Emma" mi disse probabilmente imbarazzata. Risi.

"Sono calma, ma la prossima volta te li lascio nel cuscino i capelli. Chiaro?" dissi.

"Chiaro"
Entrai di nuovo in bagno e mi lavai, il mal di testa si attenuò, dovevo essere carica per la partita di pallavolo.
Avrei giocato con Serena, ed ero felice di questo.

Prima però, dovevo far fare a Susannah il mio autoritratto, quindi mi misi il vestito che avrei indossato al ballo e uscii.

"Ei tesoro, siediti pure" mi disse con un sorriso dolcissimo.

"Sì arrivo" mi sedetti e incominciammo.

"Tutto bene?" mi chiese dopo un pó.

"Sì, e che ho un pó di mal di testa e il caldo non aiuta" sorrisi per non preoccuparla.

"Abbiamo quasi finito tranquilla" mi sorrise di rimando.

"Ti sta benissimo quel vestito" le brillarono gli occhi.

"Sì..lo adoro" dissi.

"Emozionata per il torneo di pallavolo?" mi chiese la bionda mentre era intenta a dipingere.

"Sì, non vedo l'ora, voglio raccogliere più soldi di chiunque altro" sorrisi al solo pensiero.

"Quale ente di beneficenza hai scelto?" mi chiese.

"Il tuo, ehm quelle che accoglie le donne senzatetto." sapevo che le avrebbe fatto piacere.

Finalmente Susannah finì il lavoro, mi cambiai, misi un pantaloncino corto nero e la maglia con su scritto "Team Emma", feci una coda alta e andai in cucina a preparare la borraccia.

"Ciao Emma" potevo riconoscere quella voce ovunque.

"Oh ciao" dissi quasi distrattamente.

"Sei pronta per il torneo?" sorrise. Non capivo.

"Ehm si certo" dissi chiudendo la borraccia.

"Se sei già pronta non dovrai prepararti" disse convinto. Mi scappò una risata.

"Ei che c'è?" chiese ridendo.

"Che frase originale davvero, mi stupisci" risposi.

"Beh prova a dirla tu una frase motivazionale migliore" mi guardò negli occhi.

"Mhh fammici pensare" stavo pensando a tutto tranne che a quello in realtà.

"Emma..mi dispiace" tornò serio.

"Per la frase fatta?" chiesi confusa.

"Per essere stato un idiota e aver finto di non ricordare quando ricordo tutto, continuo a pensarci sempre in continuazione" disse, sembrava sincero.

"Io non so cosa dire mi dispiace" provai a sorridergli.

"Lo so e non devi dire niente ora, te l'ho detto tardi lo so, vorrei che non dovessimo accontentarci della nostra amicizia, ma non voglio ferirti più di quanto io abbia già fatto Emmina." calò il silenzio.

"Con chi vai al ballo?" mi chiese spezzando il silenzio che si era creato.

"Ehm, penso con Mark" dissi, in realtà non glielo avevo neanche chiesto.

"E se ti accompagnassi io?" mi chiese d'un tratto.

"Cosa?" ok ero ancora più confusa..ma che gli prendeva?

"Beh so i balli a memoria e non è un problema" il campanello di casa mi salvò.

"Io ci penserò" scappai via.

A suonare era Serena, ci abbracciammo, ero così felice che fosse qui con me.

"Ciao Serena" Conrad la salutò.

"Ci sono novità?" mi sorrise maliziosamente.

"Ti devo raccontare tante cose" saliamo in camera mia e le raccontai tutto.

"Sei seria?" mi chiese mentre si metteva la maglia.

"Sì" mi buttai nel letto.

"E lo ha detto sereno o era nervoso? Uh oppure ti ha implorata, ti prego dimmi che ti ha implorata" rise, si mise vicino a me.

"Non mi ha implorata smettila, ma a pensarci bene era un pó nervoso" risi dopo di lei.

"Questo rende le cose ancora più eccitanti perché puoi sempre dirgli di no" dio sembrava una bambina la notte di Natale. Rimasi in silenzio.

"Emma, no non ci pensare, tu gli dirai di no, non vorrei ricordarti le cazzate che ha fatto l'altra settimana" mi disse puntando il dito contro la porta.

"Sì lo so lo so, e solo che sono confusa" dissi mettendomi la crema nelle braccia.

"Non vorrei neanche ricordarti che Mark sembra carino e gentile in confronto a lui" mi disse.

"Lo sai meglio di me che non è lui che voglio Serena." dissi guardandola negli occhi.

"Solo provaci ok? Fallo per te" mi abbracciò.

Mia madre bussò alla porta dicendoci che ci avrebbe portate lei.
Arrivammo al campo, Serena andò a prendere da bere, Steven andò da Shayla, Conrad a montare ombrelloni e cose varie, Belly e Jer si stavano preparando per giocare, mentre io stavo osservando prima Mark, già c'era pure lui, e poi Conrad..
Susannah iniziò la presentazione.

Iniziò la partita, io e Serena facemmo il nostro rito prepartita, vincemmo le prime partite, mi preoccupava gareggiare contro mia sorella e mio fratello ma per ora stava andando alla grande. Ad un tratto Serena si buttò per prendere la palla, si fece male.

"Stai bene?" le chiesi prendendole le mani.

"No, mi sono fatta male alla caviglia" fece una smorfia di dolore.

"Puoi sostituirmi?" si girò verso Mark.

"Sì certo" arrivò subito dando il cambio alla mia amica.

Le prime partite andavano alla grande, ma dopo un pó Mark iniziò a far pena, lo sgridai più volte.

"Non ti fai male se ti butti siamo sulla sabbia" gli dissi stringendomi la coda.
Ma continuava a non prenderle. Stava andando di male in peggio e non potevo perdere, non questa volta. Chiesi pausa.

"Mi dispiace ma devo vincere o perderò le offerte" gli dissi. Mi girai verso Conrad.

"Conrad entra al suo posto perfavore" entrò, si mise la maglia e iniziammo a giocare. Le vincemmo tutte, eravamo fortissimi. La finale era contro mia sorella, vincemmo anche quella.

"E i vincitori sono Emma Conklin e Conrad Fisher!" sentimmo urlare,era Susannah. Stringemmo le mani a Jer e Belly. Io e Conrad ci abbracciammo, e mi fece ruotare su me stessa.
Arrivò Susannah a complimentarsi con noi per la vittoria.

"Glielo hai già chiesto?" chiese a suo figlio.

"Chiedermi che cosa?" sorrisi.

"Di accompagnarti al ballo, gli ho chiesto di chiedertelo o tu non ti deciderai mai" la bionda sorrise. Arrivò anche mia madre ad abbracciarmi. Ci rimasi abbastanza male,pensavo che per una volta fosse stato lui stesso a decidere.

Nicole fermò sia me sia Serena.
"Emma" mi chiamò.

"Ei Nicole, ricordi la mia amica Serena?" chiesi.

"Sisi, la barca di mio padre è appena arrivata, che ne pensate di una pizza e di un rosee tra qualche ora?" chiese sorridendo.

"Si ci saremo" rispose Serena al posto mio.

Angolo autrice:
eii come state?
vi ricordo di lasciare una stellina o un commento se vi sta piacendo la storia☀️

Non è estate senza te; Conrad Fisher;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora