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«Quindi ora mi spetta una doppia ricompensa!» ammicca rubandomi un'oliva dallo stuzzichino che stavo per mettere in bocca.

Non si ruba il cibo alle persone... Lo guardo male. Nick è simpatico, gentile, si sta bene in sua compagnia. Ma il cibo è mio.

«Immagino di sì».

«E ho deciso come puoi sdebitarti. Ho bisogno di appendere un po' di volantini per la mia band, suoniamo in un locale per tre sere e ho bisogno di una mano per affiggerli in giro».

«Sì, va bene. Posso postare anche qualcosa su instagram».

«Sì, ci chiamiamo "The Fluorescents"».

Cerco e li trovo, in alcune foto c'è anche Harry, come front man.
«È nella band?» chiedo mostrandogli le foto.

«Ha lasciato qualche mese fa, a
Novembre, adesso canto io».

«Davvero? Suoni anche?».

Annuisce e mi indica quale video della loro pagina riprodurre. Sono bravi, fanno musica pop/rock.
«E perché Harry è andato via?».

«Dice di essere troppo occupato con altro ultimamente, ci dava spesso buca. Ci ho guadagnato io».

«E ci sono video dove canta Harry?».

Scuote la testa, «Li abbiamo tolti, ma ne ho alcuni sul telefono» lo tira fuori, cerca tra i media e me ne mostra uno.
Harry è veramente bravo. Mi fa sorridere.

«Da quando ti piace Harry?» chiede squadrandomi per bene.
Sbuffo, è davvero così evidente? Non credevo, probabilmente il mio teatrino di lunedì a mensa gli ha fornito i giusti indizi. «Boh, credo dalla prima volta che ci siamo visti? Avevo 6 anni».

«Che dici!? Credevo vi foste conosciuti al seminario».

«Sì, beh in effetti non ci vediamo da una decina d'anni... Un po' meno, ma lui fa sempre lo stesso effetto».

«Sì, capisco. È uno tenebroso, strano...figo».

«Non avresti detto lo stesso se tu lo conoscessi da più tempo».

«Perché? Come era da piccolo?».

Sorrido ripensando a lui da piccolo.

«Mmm, strano...e decisamente con qualche chilo in più» rido.

«Davvero?».

Annuisco. L'alcool mi scioglie ed è tutta la sera che parlo più di quanto dovrei.

«Credo che all'asilo in Inghilterra lo chiamassero "Fat Harry"».

Ride «I bambini sanno essere pestiferi».

«Molto, anche io lo ero, a tratti».

«Eri birichina signorina Sherlock?».

Siamo entrambi un po' brilli e non la smettiamo di ridere. Annuisco prendendo un sorso del mio drink dalla cannuccia. Ero strana, altrimenti non sarei andata d'amore e d'accordo con lui.

«Sto cercando di capire come una come te può essere affine a un personaggio come Harry» dice dopo avermi guardata per bene. Gli rispondo che non so se è un complimento o un'offesa per me, ma ho sempre cercato di nascondere parti del mio carattere, mi sono sempre sforzata di pensare come le altre persone, l'ho fatto per talmente tanti anni che forse sono diventata una ragazza come le altre, ma Harry funge da ponte tra la versione aggiustata di me e quella autentica.

«E che facevate?».

Smetto di ridacchiare e cerco di dare una risposta che non mi metta in cattiva luce e che sia il più ingenua possibile. Quindi ispeziono la sezione dei ricordi e ne seleziono alcuni. Gli spiego che giocavamo con l'immaginazione e abitavamo in mondi stregati; usavamo dei sassolini colorati, creavamo intrugli con la terra e le piante; ma che la nostra attività preferita era raccontarci fiabe macabre. Finisco la frase e non ci riesco, rido di nuovo. È la sua espressione estremamente interessata a farmi ridere.

Blood And Dust [Harry Styles] La Fiaba Della Strega Sanguinaria (In Pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora