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«Vuoi ancora che salga?» Chiede riferendosi al labbro; punta l'indice sul suo, ma continua a fissare il mio. Sento il suo respiro caldo sulla pelle, perché siamo a pochi centimetri di distanza e nessuno dei due si è ancora allontanato dall'altro. So che si sente ancora in colpa per avermi fatto del male, ma questo non è niente di grave, non mi spaventa. Devo dire che ultimamente sono successe cose nella mia vita che riescono a trasformarne altre in dettagli del tutto irrilevanti.

Tampono la ferita.

«Sì, devo dirti un paio di cose...».
Ho taciuto fin ora, ma mi sento di potermi confidare dopo tutto.
Apro il portone, saliamo le scale e una volta aperta la porta, Harry si dirige velocemente in cucina. Tolgo il cappotto e lo appendo in corridoio. Arrivo in cucina e mi fermo ad osservare la scena.
Ha messo la borsa frigo sul tavolo e sta sistemando delle sacche di sangue tra i miei yogurt.

«Ma stai bevendo molto sangue ultimamente o è una mia impressione?».

«Non voglio farti del male, quindi vengo preparato e ne ho portato un po' in caso dovessi tornare».
Mette le restanti porzioni nel congelatore, accanto ai bastoncini di pesce. Dovrò decisamente stare attenta a chi faccio venire in casa e spero proprio che mia madre non abbia una delle sue voglie improvvise di venirmi a trovare con preavviso nullo.

Ne beve una sacca intera davanti ai miei occhi e la scena mi fa tornare in mente quando ha bevuto il mio. Sotto il naso ho il contenitore dei coltelli da cucina, quelli che mamma ti vieta di prendere in mano finché non hai più di 50 anni e ho la malsana idea di farmi un taglietto, giusto per fargli perdere la testa e farmi assalire...

«Se ti fa sentire più sicura prendine uno», dice riferendosi ai coltelli.

Scuoto la testa e mi siedo al tavolo dove mi raggiunge.

«Che devi dirmi?».

«Ci sono delle cose che ho omesso di raccontare: hai presente quella volta che mi sono aperta la mano per cercare cosa avevo dentro? Sentivo come una specie di bozzo».

Annuisce interessato. «Non mi avevi detto del bozzo».

Avvicino la mano e gli faccio tastare il palmo, la cicatrice è sparita, ma quello no.

«Ho deciso di aprirmi la mano perché la cicatrice era diventata nera o comunque rosso scuro, non ho ben capito di che colore fosse, e lo stesso giorno avevo vomitato roba dello stesso colore e inizialmente credevo che questi episodi fossero visioni, perché non dormivo... mi sono successe cose simili anche a lezione, ricordi? Ma oggi, prima di uscire, gli occhi mi sono diventati completamente neri e ultimamente sto dormendo... quindi non capisco che cos'ho».

Harry sembra preoccupato, o almeno è quello che suggerisce il suo labbro inferiore martoriato. Ed io, solo a parlarne, ho la nausea. Comincio a ballonzolare la gamba sul posto per scaricare l'ansia.

«Sto per morire?» chiedo con tono flebile.

«Secondo me sì» mi prende in giro e mi vedo costretta a tirargli uno schiaffetto sulla spalla. «Fossi in te avrei aspettato giusto qualche settimana in più o magari finché non diventavi agonizzante?!» continua con il sarcasmo.

«Oh, ma sei stronzo, cazzo!».

«Non so che cos'hai, ma da come lo descrivi sembra che tu possa fare magie».

Magie? Io?

«Non so fare magie!» esclamo e mi metto ad agitare le mani per farglielo vedere.

«Ueh, ferma con quelle braccia! Abracadabra! Mica siamo in Harry Potter!» mi prende in giro e lo guardo male. «La magia è qualcosa di diverso rispetto a quello che credi e ci sono regole da rispettare. È come la matematica e la fisica».

Blood And Dust [Harry Styles] La Fiaba Della Strega Sanguinaria (In Pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora