1. Introduzione

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Quando avevo 6 anni ci trasferimmo nella città natale di mio padre e non avevo amici. A scuola non conoscevo nessuno ed essendo una bambina molto introversa non riuscivo a fare amicizia. Inoltre, pensavo che le amicizie non mi sarebbero servite, perché ero convinta che, se fossi riuscita a convincere i miei genitori, saremmo tornati nella vecchia città.
Non mi piaceva per niente la nuova scuola, infatti combinavo sempre qualche pasticcio per farmi mettere in punizione durante l'intervallo, così ero costretta a rimanere da sola in classe con la maestra. Ma questo giochino durò poco, se ne accorsero, e i miei genitori si preoccuparono riguardo la mia solitudine.
Non volevo restare nella nuova città, i bambini della mia classe non mi piacevano, non avevo trovato nessuno capace di legare con me, perciò non avevo intenzione di espormi.
E chiaramente non riuscì a far cambiare idea ai miei genitori, allora cominciai a combinare guai anche in casa, giusto per infastidirli.
Alla fine della prima elementare parlavo solo con la mia compagna di banco, ma per chiederle di prestarmi gli oggetti di cancelleria.
Poi, una volta, mia mamma fece tardi a lavoro e rimasi al doposcuola insieme ad altri bambini di altre classi e lì conobbi Harry Styles, di un anno più grande. Era inglese, e per questo parlava con un accento buffo. Abbiamo legato subito perché mi faceva ridere. Da quel giorno passavamo le ricreazioni insieme e successivamente i pomeriggi caldi d'estate. Lui aveva un sacco di amici maschi, che diventarono anche miei amici. Cominciai ad essere popolare nella mia classe perché conoscevo i maschi più grandi, ma per me c'era solo Harry.
Poi alle medie ci siamo persi di vista, tra i vari motivi, andavamo in scuole diverse, così come alle superiori, ma adesso che mi sono iscritta all'università l'ho rincontrato.
Quando ci siamo visti la prima volta dopo tutti questi anni, a lezione di Economia politica, volevo andare a salutarlo, e quando ci siamo guardati negli occhi pensavo che mi stesse venendo incontro, cosa che io stavo facendo, con uno strano sorrisetto sulle labbra per giunta, poi ha svoltato a destra e si è messo a sedere accanto ad un ragazzo. Lasciandomi lì come uno stoccafisso. Lì per la prima volta dopo tanto tempo sentii prudere la mano, proprio sulla cicatrice.
Forse avrei dovuto raggiungerlo, picchiettargli una spalla e salutarlo, ma non lo feci.
Non so perché... forse perché non era più paffutello ed era diventato più alto di me; quella mossa da ragazzo figo e snob mi aveva completamente bloccata. Avevo deciso in quell'istante di sedermi al primo posto disponibile e, ancora una volta, forse grazie a lui, facevo di nuovo amicizia in mezzo a degli sconosciuti.
«Ciao! Mi chiamo Ilaria e tu?».
Mi ero voltata per incontrare il viso della ragazza alla mia destra.
«Deva!» le avevo allungato una mano, che la ragazza occhialuta fu lieta di stringere energicamente.
Non ero riuscita a seguire molto quella lezione, tra Ilaria che chiacchierava con la sua amica Elina e la mia testa completamente sovrappensiero, non potevo che interrogarmi e fare la permalosa per come si era comportato con me Harry. Forse non mi aveva riconosciuta, ma io non potevo scordare la faccia di chi mi aveva aperto il palmo della mano secondo non so quale gioco di rito magico.
Giocavamo a cose strane quando eravamo soli. Lui aveva dei ciondoli molto belli che spacciava come ciondoli magici, non mi è mai importato che fosse vero o meno, mi piacevano i giochi che facevamo e le fiabe che mi raccontava erano inquietanti quanto belle. Lui sostenevano che erano tutte vere, ma somigliavano a quelle dei fratelli Grimm, o alle fiabe russe: parlava di streghe, giovani valorosi, mostri oscuri, creature marine e altre cose riguardanti il mondo dell'occulto. Mi affascinava maledettamente, ma ci fu una volta in cui mi spaventai: avevo 10 anni e quella volta decise di incidere il palmo della mia mano e grattare i suoi canini con il coltello per spargerne la polvere nel sangue che usciva dalla ferita. Glielo feci fare, ma solo perché non credevo che avrebbe fatto uscire tutto quel sangue. Quando tornai a casa, con la mano fasciata e grondante, corsi subito da mia madre, che mi portò immediatamente al pronto soccorso.
Da allora mi fu proibito vederlo, e naturalmente disobbedii, ma le cose erano cambiate.
Lui era arrabbiato con me, aveva paura di aver fatto tutto invano, e io lo rassicuravo, ma diceva che in futuro non saremo potuti essere amici. Lui non mi faceva paura, non lo credevo capace di farmi del male sul serio, semplicemente non avrei più acconsentito a fare una cosa del genere.
Piano piano, smise di venire agli appuntamenti, lasciandomi il cuore spezzato, per quanto ancora fossi una bambina, lui era stato il mio unico amico, perderlo così mi lasciava un vuoto dentro immenso e come se non bastasse sentivo che era tutta colpa mia.
Durante la lezione, per la prima volta dopo anni, sentivo un fastidio proprio su quella ferita, fastidio che si tramutava in una dolorosa fitta man mano che la lezione andava avanti. Mi massaggiavo la pelle, faceva male come se fosse stata incisa da qualche secondo, e quando avevo alzato lo sguardo, lo avevo trovato a fissarmi. Lì il dolore raggiunse l'apice, boccheggiai per un secondo, finché i suoi occhi verdi smisero di intrappolare i miei, poi ripresi a respirare.
Il dolore piano piano passò, ma svanì del tutto quando Harry uscì dall'aula, prima che la lezione terminasse.
Guardavo la mano incredula e sentivo come se i capillari si fossero rotti tutti intorno alla cicatrice.
«Che hai?» mi aveva chiesto Ilaria.
Scuotendo la testa e sorridendole avevo cercato di rassicurarla, ma sudavo freddo. Probabilmente avevo avuto solo delle allucinazioni, ma sperai di non vederlo più, se questo era l'effetto che mi faceva gli sarei stata alla larga molto più che volentieri.
A fine lezione mi ero dileguata, dovevo mangiare e andare a seguire la lezione successiva, se non mi fossi sbrigata avrei rischiato di arrivare in ritardo.
Salutai Ilaria e la sua amica Elina e mi incamminai nei corridoi.
Ancora non sapevo che ci faceva Harry ad una lezione del primo anno, perché in teoria avrebbe dovuto frequentare quelle del secondo. E non sapevo neanche se me lo sarei ritrovato ad altre lezioni.
Ma lo scoprì presto.

Blood And Dust [Harry Styles] La Fiaba Della Strega Sanguinaria (In Pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora