10.

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Avevo ragione, Harry mi ha fatto qualcosa e saperlo un po' mi alleggerisce l'animo. Almeno so perché sto impazzendo da quando l'ho rivisto, ma non so come farò a dargli tempo e spazio. Devo sapere...non penso ad altro!
A lavoro sono distratta. Vengo sgridata più volte e finito il turno esco e scoppio a piangere sul marciapiede. Uno di quei pianti gutturali, che servono a liberarsi da tutto il dolore e da tutte le preoccupazioni che ho accumulato nell'ultima settimana.
Sono stanca, sono davvero troppo stanca e ho paura. Non so cosa fare, non so a chi chiedere aiuto senza sentirmi giudicata e additata come pazza. E non voglio far preoccupare la mia famiglia.
Forse sto esagerando, forse devo solo prendere le medicine.
Mi asciugo la faccia e soffio il naso con un fazzoletto, poi mi alzo dal marciapiede e lo vedo. Sussulto.
Da quanto tempo mi sta fissando?

«Che ci fai qui? Mi hai quasi fatto paura».

«Scusa, ti aspettavo. Non puoi stare sola la notte...».

«Chi ti ha detto che non ho invitato già qualcuno?».

«Hai invitato qualcuno?» chiede grattandosi il naso.

Alzo gli occhi al cielo, gli faccio cenno di avvicinarsi e saliamo in macchina, fa davvero freddo.
Metto in moto e mi aspetto che si accenda una sigaretta, lo guardo, ma non lo fa.

«Stai bene?» chiede.
Sembra più calmo e rilassato. Non so se si comporta così perché mi ha appena vista piangere a dirotto, ma per me la situazione non potrebbe essere più imbarazzante di quanto già non lo sia...

«Hai già mangiato?» cambio discorso.

«Sì, sono tornato a casa. Ho cenato, ho litigato con la mia ex...».

«No» esclamo, «Non siamo amici, non mi parli dei tuoi problemi e io non ti parlo dei miei» cantileno prendendolo in giro. Glielo rinfaccerò in eterno probabilmente. E poi non voglio mi faccia domande sulla mia crisi di pianto.

Si ammutolisce il che mi dà il tempo di mettere insieme le informazioni.

«Aspetta, vivi con la tua ex?».

«Non siamo amici» mi ricorda.

Ok... signor Styles, per niente permaloso. Del resto lo capisco.
Mi fermo al semaforo aspettando che scatti il verde e nel frattempo accendo la radio.

«Dovresti portare sempre con te la corniola. Ne sei la proprietaria adesso» dice abbassando al minimo il volume.

Che cosa strana da dirmi.
«Perché dovrei?», non so, non mi piace molto come pietra. Alzo di nuovo il volume della radio.

Alza la mano e la spegne.
«Tu fallo e basta».

Scatta il verde e riparlo.

«Potresti essere chiaro, per una cazzo di volta, quando mi parli?» chiedo infastidita riaccendendo la musica.

«No» mi sorride compiaciuto spegnendo di nuovo.

Mi viene da ridere, e anche da prenderlo a manate, quindi decido di accelerare e di inchiodare coi freni, giusto per rompergli le palle.
Il problema è che non si è manco allacciato la cintura di sicurezza e sbatte la faccia sul cruscotto.

Resto pietrificata quando vedo il sangue uscirgli dal naso. Si tasta la faccia insanguinata e inizia a ridere.
Ride di gusto e io non so che dirgli, se non che sono mortificata. Potrei ricominciare a piangere per quello che ho appena fatto.

«Perché cazzo non avevi la cintura!?» lo attacco. Come se, dandogli la responsabilità dell' accaduto, il mio gesto avventato e sconsiderato, potesse redimersi dalla colpa. Sposto la macchina per non restare in mezzo di strada, anche se non c'è nessuno dietro di noi.

Blood And Dust [Harry Styles] La Fiaba Della Strega Sanguinaria (In Pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora