20. (C)

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CHARLES

Da bambino i miei genitori mi hanno insegnato a trattare bene gli altri, ad essere presente per i miei amici e a non abbandonarli nel momento del bisogno.

Sono sempre stato quel tipo di persona disponibile, gentile, che cerca di arginare come può determinate situazioni.

Quel bambino ha commesso uno sbaglio che tutt'ora non riesce a perdonarsi, anche se quella persona lo ha fatto.

Quel bambino ha sofferto in silenzio per anni, costretto a sottostare al volere degli altri.

Gli altri di cui parlavano i miei genitori.

Quel bambino, ormai cresciuto, riversa la sofferenza in un sacco da boxe.

Mi chiedo spesso cosa ho sbagliato per ricevere determinati trattamenti dalle persone.

Mi chiedo se sono destinato ad essere amato da qualcuno.

Mi chiedo cosa ho sbagliato con Victoria. Se sia colpa mia. Se l'abbia spinta io a lasciarmi.

Mi chiedo se sono stato un gioco per lei, un giocattolino da usare perché con Lando aveva chiuso.

Mi chiedo perché sia corsa da Nicholas Callahan dopo qualche settimana.

Cos'ha lui che io non ho?

Una Ferrari?

La ho anche io.

Soldi?

Li ho.

Una famiglia unita?

La bellezza?

Un fisico muscoloso?

Una media impeccabile?

Cos'ha Nicholas Callahan in più di me?

Prendo a pugni il sacco da boxe. Il sudore mi imperla la fronte, scende lungo il collo e l'addome. Alzo la canotta per asciugarmi e, imperterrito, continuo. Ho i capelli appiccicati al viso, le braccia mi dolgono, ma non me ne curo.

«Charlie, fermati», mi rimbecca Pierre bloccando il sacco.

«No. Spostati».

Pierre scuote la testa. «Devi calmarti. Sei sull'orlo di un collasso».

Sospiro. Slaccio i guantoni, li lancio sulla panca e mi siedo, prendendomi la testa tra le mani. Il petto si alza e si abbassa velocemente. Inspiro ed espiro per regolare il respiro.

Pierre si inginocchia e mi costringe a guardarlo.

«Ti stai facendo solo del male, lo sai, vero?»

«Non ho bisogno che mi psicanalizzi», borbotto.

«E tu smettila di fare il coglione e stammi a sentire», sbotta.

Ammutolisco.

«È chiaro che tu stia soffrendo per lei. È stata la tua migliore amica per anni e l'hai persa per colpa di Lando. Lo capisco, Charlie, ma non puoi annullarti. La scuola è finita da giorni, ormai. Vuoi davvero trascorrere l'estate lagnandoti e non godendoti questi tre mesi? Le ragazze vanno e vengono», sputa fuori, colpendomi come se fosse uno schiaffo.

Ha ragione. Sono io il coglione che non ascolta i consigli.

«Mi chiedo quale sarà l'ennesima disgrazia che mi infliggerà la vita»

«Come sei pessimista, amico. Su con la vita!»

Pierre riesce a strapparmi una risata. Mi lancia un asciugamano e sistema la palestra.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 12 ⏰

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