15-proteggerlo dai litigi

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"un giorno mi amerai
come ti amo io,
mi penserai
come io oggi penso a te.
Un giorno piangerai per me
come io piango per te.
Un giorno mi vorrai,
ma io non vorrò più te"

Ivory

Oggi sarei dovuta andare dalla psicologa,la sera prima,dopo aver scritto sul mio diario ero crollata dal sonno,infatti esso si trovava sulle mie ginocchia. Aperto.
La penna era finita fra le lenzuola,l'afferrai e la misi sul comodino.

Mi guardai subito intorno,se qualcuno avesse visto qualcosa? Se qualcuno l'avesse letto? Se qualcuno avesse scoperto dei miei segreti? Dei miei pensieri più intimi?

Mi preoccupai di mettere il diario in salvo,lo chiusi e lo nascosi in valigia.

Mi alzai e mi vestì,misi dei semplici jeans skinny neri ed un maglione verde. Applicai un filo di trucco al mio volto che sembrava morto,spazzolai i miei capelli ricci ed ero pronta.

Orrenda ma ero pronta.

Aprì la porta della camera e scesi le scale,trovai Adilah che stava facendo colazione con i suoi cereali preferiti,lo vidi versarli per la seconda volta,se non terza,nel latte.
Notai sul divano Abraham e Tatiana discutere. Come mai?

Mi precipitai verso Aidlah,sapevo quanto potessero essere brutti i litigi,per un bambino soprattutto.
Sentire tutte quelle urla e non capire,starci male.Pensare che sia solo colpa propria.

Lo presi per mano e lo portai in camera sua,lui mi guardò accigliato e così decisi di spiegargli -mi aiuti a scegliere qualcosa da mettere? Non ne ho proprio idea- dissi mentre lui mi guardò sogghignando,in quel istante mi venne in mente che ero già vestita,e soprattutto eravamo in camera sua. Per rendere la bugia un pochino piu credibile l'avrei,quantomeno,dovuto portare in camera mia e di Abraham dove c'erano i miei vestiti.

Che stupida.

-So che non vuoi farmi ascoltare il litigio di mamma e Abraham- mormorò lui abbassando lo sguardò,trovai dolce il fatto che chiamò Tatiana "mamma". Sicuramente si era affezzionato molto a lei.
Dovevo tranquillizzarlo,-anche i miei genitori litigavano sempre,sai? Tutti i giorni per delle cose stupide. Quando io volevo semplicemente qualcuno con cui giocare,qualcuno con cui poter guardare i cartoni,con cui poter fare merenda,festeggiare i compleanni.- gli dissi incupendomi,lui lo notò e mi diede un abbraccio. Un bambino solitamente queste cose non le nota,ma lui si,Adilah era speciale.

Posai una mano sui suoi riccioli per tranquillizzare anche lui.
Ne avevamo entrambe bisogno.

Dovevo proteggerlo dai litigi.
Adilah non poteva sentire tutto quello che,in passato,avevo sentito io.

-Sei figlia unica?- mi chiese una volta che il nostro abbraccio fù sciolto -emhhh è difficile da spiegare- mormorai perché non ne volevo parlare,era sempre stato un tabù per me,e per la mia famiglia. Che però ci aveva sofferto per poco,giusto qualche mese,dove era avvenuto il divorzio.
Era un argomento difficile. Era difficile anche la situazione. Non mi ero mai ritenuta figlia unica.

Thomas era sempre con me.

-perché è difficile? Io capisco,sono maturo- disse con una aura negli occhi che non gli vedevo spesso,aveva passato anche lui qualcosa di brutto. E,in questo momento la stava ricordando.

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