20- non voglio compassione

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"quando ti fidi ciecamente di una persona,puoi ottenere due risultati: o una persona per la vita,o una lezione per la vita"

Ivory

Una settimana dopo.

Oggi sarei tornata a scuola,dopo un mese. Ero agitata,come l'avrebbero presa i miei compagni e i miei amici?
Chissà cos'avevano pensato

Mi truccai,misi il correttore dove notai delle imperfezioni e il fondotinta su tutto il viso. Poi misi il blush e l'illuminante sugli zigomi.

Misi la tech blu e le tn bianche.

amavo quello stile.

Mi portò Abraham,visto che Tatiana andava sempre presto a lavoro,invece di Gaston non sapevo molto,però al mattino non c'era mai.

Prima di entrare in classe mi sorrise,presi un bel respiro ed entrai.

Nemmeno il tempo di fare un passo che tutti i miei amici corsero ad abbracciarmi.

Apprezzai da morire questa cosa,si erano già affezionati a me e soprattutto non mi avevano dimenticata

ciao,a scuola manchi un po' a tutti. Alle tue amiche soprattutto. Te ne rendi conto? se qui da quasi due mesi e già tutti si sono affezionati a te. Ai tuoi modi gentili,ai tuoi silenzi che trasmettono mille parole,alla tua preoccupazione costante per gli altri,alla tua gentilezza...

Ricordai le parole che mi erano state dette quand'ero in coma. Probabilmente da Abraham,avevo riconosciuto la sua voce ma non ne ero sicura.

-Stai bene?- mi chiesero ed io mi trovai ad annuire,un compagno,Salah,venne verso di me -bello stare in coma,mhhh?- chiese sghignazzando ed io sussultai,guardai immediatamente Abraham che lo incenerì con lo sguardo.

che ne sapevano del coma?

-Lasciami in pace. Sicuramente è stato meglio che vedere la tua faccia- sputai acida,in realtà non era vero. Avrei dato tutto per non essere stata in coma,per il semplice motivo che non avevo potuto avere il controllo sul cibo.

Lui si zittì,ci sedemmo tutti e aspettammo l'arrivo del professore.

Durante l'intervallo andai da Abraham,incazzata.

-Adesso devi proprio spiegarmi perché hai dovuto dire a tutto che sono stata in ospedale. Forza,inventati un buon motivo perché non ti parlerò piu- sapevo di essere stata molto dura ma ero veramente incavolata.

non volevo la loro compassione

-Erano preoccupati tutti per te,come lo ero io. Ho sbagliato a non consultarti ma d'altro canto non potevo,eri in coma. Quindi ho detto la verità- disse lui,facendomi pesare il fatto che fossi stata in coma. Stava per caso dando la colpa a me?

-e quindi? Potevi inventarti qualsiasi scusa. Adesso si avvicineranno tutti solo per pena- dissi io abbassando il capo -no,e comunque li sai distinguere benissimo le persone. Quelli che c'erano anche prima di tutto questo,ricordateli perché loro sono dalla tua parte,non provano pena per te- fece lui. Aveva ragione ma aveva sbagliato comunque.

Mentre tornai in classe vidi gruppi di ragazzi intenti ad aprire gli armadietti,a chiacchiere oppure stare alle macchinette che mi fissavano.

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