23-posto magico

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"se scrivi un problema in modo chiaro e specifico,hai già risolto metà del problema"

Abraham

-Eddai,dimmi dove mi stai portando- continuava a piagnucolare la ragazzina ma io rimanevo impassibile,così smise di insistere.
-Abraham,per quanto riguarda il bacio,per me è stato solo un gioco- ci tenne a precisare,ed io le andai dietro -si,anche per me,certo- dissi,anche se ci ero rimasto un po' male. Ma non perché per me era stato qualcosa di più però il fatto che lei non avesse provato nulla mi fece un po' rosicare.

Continuai a guidare silenzioso e lei si insospettì -Ahahhaha,ci sei rimasto male?- chiese lei -Per cosa?- chiesi io -Per il fatto che per me non è significato nulla- disse lei ma io la smentì. -Siamo arrivati- dissi,le misi un benda,avevo parcheggiato un po' più lontano in modo che non avrebbe visto il posto. Le aprì la portiera e le allugai la mia mano,ricordandomi poi che non vedeva,così gliela presi -Abraham piano- disse dopo che l'avevo praticamente buttata giù dalla mia Porche. L'accompagnai stando attento a non farla cadere,una volta arrivati la feci sedere a terra.

Ivory

Appena Abraham mi tolse la benda dovetti riabituare gli occhi alla luce solare,dopo averli sfregati ed essermi sporcata le dita di mascara vidi dove mi aveva portata. Era un posto magnifico,magico. Era un parco,con un prato verdissimo,molte panchine in legno ed era pieno di fiori e siepi a circondarlo. Mi trasmetteva allegria questo posto,e non era semplice. Mi chiedevo come avesse fatto a sceglierlo così bene,odiavo il buio,la neve,il freddo e l'inverno. Tutto quello che mi trasmetteva tristezza.


-Ti ho portata qui e non dici nulla? Ti piace?- mi chiese Abraham sedendosi anche lui al mio fianco ed io annuì sorridente -Sarei grato di poter sentire la tua voce. Ho quest'onore?- disse ed io risi -Si. È stupendo,mi mette molta allegria. Non so come tu abbia scoperto che amo i posti del genere- lui mi guardò stupito -Non lo sapevo. Sono venuto qui per caso,e ti ho pensata- mi venne voglia di abbracciarlo,però non era ne il momento ne il caso. Poi cosa avremmo fatto dopo un abbraccio? Meglio stare fermi. -Grazie,in questo periodo non sto tanto bene- mormorai pentendomene subito dopo,aveva visto quando mi ero tagliata dopo essermi abbuffata,che vergogna -lo so,per questo cerco di starti vicino. A modo mio- disse ridendo. -Grazie- mormorai sussurrando,e lui sorrise. -Ivory,voglio aiutarti con i casino che hai in testa. So cosa si prova ed è orribile,prima finisce e prima starai meglio. Ti prego lasciati aiutare- mi disse,in quell'istante realizzai quanto fossero realmente preoccupati per me,lui e Tatiana. Così scoppiai a piangere sulla sua spalla -Sfogati,brava. Però adesso mi dici tutto quello che ti passa per la testa e ti fai aiutare- mi disse lui ma io non lo ascoltai. Corsi via,non volevo mostrarmi così fragile,e non volevo espormi.

Mi ricordai dopo di non sapere come sarei tornata a casa,ma prima presa da un impieto di imbarazzo e debolezza ero scappata via senza pensarci due volte. E adesso mi ritrovavo in mezzo al nulla,da sola,perché non conoscevo minimamente il posto in cui mi aveva portata Abraham. Ero fottuta.

Decisi di correre il più veloce possibile,non sapevo dove mi stavo dirigendo,intorno a me vidi alberi alti,bambini urlare e piccoli giochi sparsi a terra. I bambini mi guardavano stralunati,come se fossi un mostro pronto a spaventarli ma la verità era che non avrei torso loro nemmeno un capello. Erano degli esseri così gentili,che mi trasmettevano così tanta felicità. Mai e poi mai avrei fatto loro del male. In piccola parte significava farne anche ad Adilah e.... e....

Thomas

Basta non dovevo pensarci più.

Due giorni dopo

Alla fine,mettendo da parte l'orgoglio, avevo chiamato Tatiana. Era stato veramente imbarazzante,io ce l'avevo sempre fatta da sola,e chiamarla per me era stata come una sconfitta.

Appena tornata a casa Abraham mi aveva redarguita per bene,mi aveva detto che era stato ore a cercarmi disperatamente. Ma non sapeva quello che mi era passato per la testa in quel momento,quello che mi era successo,quel brutto scherzo che la mia mente si era divertito a farmi. Non sapeva nulla. Negli ultimi giorni stavo malissimo,o meglio andava tutto bene quando stavo con gli altri,ma appena ero sola mi crollava il mondo addosso. Non ero capace di stare sola con me stessa. E questa era la cosa più brutta che la mia mente potesse farmi. Perchè mi odiava così tanto?

La verità era che,forse,non sarei mai riuscita a stare veramente bene con gli altri se prima non lo facevo con me stessa. Ma io stavo così bene con gli altri e così male con me stessa.

Funzionavo al contrario.

Era mattina,scesi le scale e vidi Abraham e Adilah che facevano colazione,Abraham rigorosamente senza il caffè perché secondo lui "macchia i denti,e i miei devono essere perfetti" le prime volte lo avevo preso in giro ma adesso mi ero abituata.

spazio autrice

In una maniera molto inconscia volevo che Ivory rivelasse tutto,ero a tanto così da inserire la scena,perché so il dolore che "sta provando" e mi fa schifo solo pensarlo. Perché ormai,per me,Ivory è una persona reale. Come potresti essere tu che leggi la storia. Quindi non voglio che stia male,che odi il suo corpo,che abbia dei pensieri suicidi,che abbia comportamenti autolesionisti,che non riesca ad essere felice e che veda ogni giorno della sua vita tutto grigio. Però,per l'appunto,la vita non è sempre rosa e fiori,anzi saranno molte più le volte in cui tutto andrà male. Ma dopo la tempesta il cielo torna sempre sereno,si sa. Quindi abbiate tanta forza perché qualsiasi tipo di dolore passa,anche se fa tanto male e ci metterete molto tempo a guarire. Passa tutto.

In una prossima vita io poetessa comunque.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 15 ⏰

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