13-chiamami ed io sarò lì

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"Il disturbo mentale non colpisce l'individuo,ma è un modo di vivere e di sentire che appartiene all'individuo in modo più o meno profondo: esso costituisce uno dei suoi possibili modi di essere"

Giovanni Jervis

Ivory

Era una brutta giornata,mi ero svegliata male.

Oggi il bipolarismo si faceva proprio sentire.

Avevo una gran voglia di piangere,ma,stavo così male da non riuscirci.

Non avevo nemmeno le folze per alzarmi.

Ma forse una cosa mi avrebbe aiutata,ormai da mesi mi aiutava,mi faceva stare meglio.

Mi presi qualche istante per ragionare,per farmi mangiare dai demoni.

Perchè già da un po' di tempo,ogni volta che pensavo non ero più lucida,facevo solo pensieri negativi.

Non ero veramente felice da...

Thomas....

Mi alzai a sedere sul letto,presi il cellulare e controllai le notifche,ce ne era una da Hardin,che però decisi di ignorare,non era proprio il momento adatto.

In quel momento avvertì un languorino,decisi di stare a casa da scuola,quando tutti sarebbero usciti avrei fatto colazione.

Come si deve,dopo tanto tempo.

Verso le 8 erano usciti tutti,evidentemente Abraham era andato via quando ancora domivo perchè non l'avevo sentito uscire.

Scesi le scale,andai in cucina e aprì il frigo,wow,c'era una torta al cioccolato.

Avevo ancora fame,dopo una torta intera,così mangiai anche dei biscotti.

Dopo mezz'ora capì quello che avevo fatto,cazzo,chissà quanto sarei ingrassata,perchè non mi era venuto in mente pima?

Dovevo morire,facevo schifo chissà quanto sarei diventata grassa.

Urlai a scquarciagola.

Corsi in camera,mi fiondai in bagno.

Sette.

Sette,i nuovi segni che c'erano sulla mia pelle.

Sette,le prove della mia instabilità mentale.

Mi accasciai sul divano e piansi rumorosamente.

Mi sentivo in colpa da morire.

-Ivory,oddio,cosa succede?- no,no,no,Abraham era uscito,non poteva essere qui e vedermi in queste condizioni.

Non risposi e lui cauto si avvicinò a me,-ti sei tagliata,di nuovo,vero?- mi chiese dolcemente non so come ma annuì.

-Ivory,le disinfettiamo e poi mettiamo una benda. Nessuno saprà nulla.- disse lui prendendomi in braccio e portandomi molto delicatamnete in bagno -ti faccio pena?- chiesi,dovevevo capire perchè mi stava aiutando -no,se sapessi il mio passato quello a far pena qui sarei io- in quel'istante capì,capì che non ero la sola ad avere dei demoni,che anche lui stava male.

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