Continuavo a rigirare quel foglietto tra le dita con un'espressione incredula mentre attraversavamo l'intero corridoio.
"Ho sempre pensato che fosse un maniaco in cerca di giovani prede."
La sua espressione invece era a dir poco stupefatta. Forse perché non aveva mai pensato prima d'ora che sua sorella potesse far colpo su un professore di letteratura inglese poco più che 28enne.
Scossi la testa come per scacciare quel pensiero ridicolo. Zayn mi guardò con un sopracciglio alzato, facendomi ridacchiare.
"Dannazione, sono serio. Perché mai dovrebbe darti il suo numero?"
"Puoi smetterla per favore? Mi ha vista strana oggi e si è preoccupato. Tutto qui."
"Quand'è che non sei strana?"
Sbuffai e alzai gli occhi. Uscii da quella battaglia dichiarandomi sconfitta senza neanche provare a combattere.
"Non avrai mica intenzione di chiamarlo?" Spalancò gli occhi. "Seriamente Mad."
Aumentai il passo dirigendomi verso le stanze del campus.
"Sarei scortese se non provassi nemmeno a dargli una possibilità." Alzai la voce per coprire la distanza che ci divideva, cercando di immaginare il suo viso in quell'attimo. E risi.Ovviamente America non c'era. Ma c'era il disordine che la seguiva ogni parte lei andasse.
Cercai di ordinare la stanza per renderla minimamente ospitabile. Dan non era mai stato lì, e non volevo che fosse stata la prima e l'ultima volta che ci si presentasse.Si presentò in anticipo e accettò semplicemente un bicchiere d'acqua naturale. Un po' triste come cosa. Si mise seduto sul bordo del divano e mi invitò a sedermi accanto a lui.
"Quindi verrai alla festa stasera?" Mi guardò con aria quasi speranzosa.
Sospirai posando le mani sulle gambe ben unite "Si."
"Non mi sento di negarti ciò che so riguardo te. Di voci se ne sentono, parecchie. Meno di prima, ma si sentono. Soprattutto ora che si è venuto a sapere che forse Harry sarà presente. Io però non voglio credere a ciò che sento," mise una mano sulle mie cercando di incontrare il mio sguardo finché non ci riuscì "voglio credere a ciò che vedo, Maddie. Voglio vederti fuori e guardarti dentro. Voglio credere a ciò che sei davvero, ciò che sei secondo te e non secondo gli altri." Le pupille stavano oscillando velocemente nei suoi occhi. E le mie oscillavano seguendo le sue.
Mi alzai e mi avvicinai alla finestra, circondandomi con le mie stesse braccia perché sapevo benissimo che stavo per crollare ma nessuno era lì a sorreggermi.
"L'inizio dello scorso anno fu caratterizzato dall'arrivo di due ragazzi che arrivavano da Holmes Chapel, un piccolo paese dell'Inghilterra. Avevano vinto una borsa di studio entrambi per aver terminato l'anno con voti decisamente alti e scelsero l'università di Oxford. Era il mio primo anno qui e sentii parlare molto di questi nuovi arrivati. Uno dei due scelse corsi identici ai miei, aggiungendone anche altri. Si sentì subito parlare bene di lui tra i professori e tutti gli studenti. Ogni confraternita lo voleva dentro. Le ragazze rinunciavano all'amicizia di altre pur di conquistarlo. Le squadre di rugby si scontravano costantemente per averlo. Eppure lui scelse me e non una confraternita, o le altre ragazze o una squadra di rugby. Voleva me invece che gli altri."
"Jason MCcannedy" farfugliò lui.