Capitolo 6

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Sentivo il suo respiro regolare ma impaziente sul mio collo. Si era alzato e, da buon sostenitore morale, si accostò vicino quando sentì la mia voce spezzata uscire dalle labbra, e tenne gli occhi fissi su di me per tutto il tempo.
"Non pensavo potesse arrivare a tanto. Non avevo fatto nulla per meritarlo." Mi morsi internamente la guancia, tanto da sentire il sapore di ruggine del sangue.
Lui non parlò. Gli si leggeva negl'occhi la rabbia: avrebbe voluto prenderlo a parole pesanti, o magari picchiarlo proprio nel posto in cui si trovava in quel momento gli sarebbe uscito più facile, eppure si limitò ad accarezzarmi il braccio.
"Mi aspettavo facesse sul serio: le parole, gli sguardi, le strette, l'amore che facevamo, che poi si è rivelato solamente sesso. Mi fidavo di lui.. Invece era tutto una stramaledetta cazzata. Un dispetto. Ero stata il suo dispetto da poter rinfacciare all'amico. Ecco."  Sbottai ad un tratto.
"Ero pronta a perdonarlo affinché l'avessi avuto di nuovo con me. Fino a quando non lo vidi sparire dietro la porta dell'aereo che l'avrebbe riportato direttamente a casa, con il suo amico che l'aveva perdonato non appena rinunciò a me.
Dopodiché sparì completamente, e mi abbandonò a me stessa." La mia voce era diventata un sussurro quasi impercettibile, se non fosse stato per il silenzio che ci circondava.
"Jason e Harry." Fece e una lacrima sgorgò sulla guancia, affacciandosi sulle labbra.
Si avvicinò e mi circondò la testa con le braccia, che mi portarono appoggiata al suo petto.
"Ssh" faceva. "Non sentirti obbligata a venire stasera: se non te la senti, rinuncia piuttosto." Parlava piano, accarezzandomi con le parole mentre teneva la guancia appoggiata sulla mia fronte.
Intanto fuori il cielo si era oscurato: sembrava proiettare il mio stato d'animo attuale, e se la gente non era stata in grado di capirmi fino a quel momento bastava che alzasse gli occhi per guardarmi dentro.
Stavo combattendo con me stessa, e quella guerra si sarebbe scaraventata da un momento all'altro con una forte tempesta che avrebbe coinvolto l'intera città, mandando tutto all'aria.

Quando uscii dalla doccia, il vapore aveva invaso il bagno appannando lo specchio e lasciando migliaia di minuscole gocce su ogni oggetto presente.
Dan se n'era andato un'ora prima, dopo aver provato a convincermi di non andare alla festa. Avrei dovuto ascoltarlo, lo so. Ma Niall aveva ragione sul fatto che non potevo proibirmi dei piaceri a causa sua. Lui era passato, me ne dovevo fare semplicemente una ragione. Fosse stato semplice però.
Il tempo, intanto, non era migliorato affatto. E la pioggia batteva con violenza contro la finestra come se volesse rompere il vetro.
Feci uno squillo ad America dopo che non si era fatta vedere per l'intero pomeriggio.
"Sono passata nella stanza quando te non c'eri ancora e ho preso ciò che mi serviva. E ho fatto qualche giro per sistemarmi." Disse.
Certamente ora era già da Louis per aiutarlo a pulire casa. Insomma, intendiamoci.

Il vestito, che avevo scelto con Dan, era nero aderente con le maniche a tre quarti e arrivava sopra al ginocchio, e una cerniera dorata posteriore tra le gambe lunga quanto la coscia. Era l'unico che mi stava bene tenendo le curve al proprio posto. Negli altri, invece, ci scivolavo dentro da quando mi ero dimagrita ulteriormente per il troppo stress e non davano lo stesso effetto. Sotto misi un paio di tacchi vertiginosi in tinta perché non volevo sentirmi lo zimbello di turno, anche lì, che indossava stivali o ballerine come solito.
Optai per i capelli mossi leggermente ondulati alle punte, perché con quel tempo non sarebbero durati lisci.
Per il trucco, misi un velo di fondotinta per coprire quelle piccole bolle sparse qua e là, che spuntano ogni santa volta che devo uscire. Poi l'eyeliner. Un po' da quelle ragazze di 'we Heart it' che ti abbassano la stima anche struccate.
Un buono spunto.

Dan bussò un'oretta dopo, appena il tempo per ritoccare i particolari.
"Il tempo sembra che non ha intenzione di migliorare e.." Mi guardò da sotto a sopra, illuminando il viso con un suo sorriso e le iridi diventarono di un verde intenso scoprendosi da quel velo scuro che aveva. Penso a causa del tempo.
"Ho finito ora di prepararmi..e spero possa andare bene e.." Mi stampò un bacio sulla fronte e mi mise una mano sulla spalla.
"Guardati Mad, sei bellissima." Scosse la testa in mancanza di parole.
"Dovresti scoprirla di più questa tua parte, invece di coprirla con i soliti jeans e maglie." Arrosii ridacchiando con imbarazzo.
"Anche tu sei bellissimo." Era elegante, come non l'avevo mai visto. Portava un pantalone scuro e una camicia bianca con sopra una giacca di una tonalità che riprendeva il tutto. I capelli, invece, erano scompigliati volontariamente con il suo solito ciuffo rivolto a sinistra dove passava costantemente la mano cercando di domarlo. Fallendo però.

Presi una giacca per coprirmi dal freddo e chiusi il telefono in una tasca di questa.
"Possiamo andare ora." Annuii.

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