Quelle parole mi avvolsero il cuore, dopo che l'avevano ripreso da terra e messo insieme i pezzi.
Gli risposi semplicemente posando la testa sul petto, sul lato sinistro. Proprio sul suo di cuore. Quest'ultimo batteva costantemente sotto il mio orecchio: era calmo e tranquillizzante il battito, a differenza del mio che minacciava di uscire fuori da un momento all'altro.
Le sue mani si muovevano repentine sul mio corpo, dandomi sicurezza. Le mie, di mani, le affondai sotto la sua schiena, circondandola con le braccia. E le gambe le sistemai tra lo spazio che c'era tra le sue.
Chiusi gli occhi e mi abbandonai a quella sensazione che mi sembrava ormai lontana, ma allo stesso tempo nuova dato che era Harry a darmela, e non Jason.Avevo dimenticato in questi mesi come si stesse bene tra le braccia di qualcuno. E da un anno a questa parte non mi importava più come si stava bene tra le braccia di qualcuno che non fosse stato Jason.
Una mano del ragazzo mi accarezzò i capelli: su e giù, su e giù, su e giù. E così via. Sempre allo stesso ritmo lento e dolce. Dolce si, perché il gesto in sé era solito della gente, ma il gesto di Harry era diverso, come tutto quello che aveva fatto da quando era entrato nella mia stanza. Nostra stanza.
L'altra mano la teneva sulla mia schiena, e muoveva il pollice, mantenendosi allo stesso ritmo della mano che toccava i capelli."Mad?" Sussurrò dopo quelle che sembravano ore di silenzio.
Mugulai in tutta risposta.
"Vorrei che questo non finisse, e che non ci dovremo alzare mai più: vorrei che non finissimo mai, noi."
Per sua sfortuna, gli stampai solamente un bacio sul petto, poiché ero troppo occupata a godermi quel momento. Ma se avessi avuto un po' di forza e coraggio, sicuramente gli avrei risposto che anche io avrei voluto lo stesso. Si, perché mi faceva bene.Non mi sono mai spiegata cosa ho trovato di così interessante in Jason: è il solito moro che si tinge qualche ciocca di biondo, facendo sembrare i suoi capelli di un vero e proprio biondo scuro. Ed io odiavo i ragazzi con quel tipo di capelli, perché si sentivano fighi. E gli occhi? Che sono belli i suoi occhi. Le iridi contornate da un blu scuro, che si vanno a schiarire sempre più vicino alla pupilla. In quegli occhi che ti ci puoi immergere in tutti i sensi, puoi davvero trovare il mare. Ed io odiavo i ragazzi con quegli occhi, perché erano scontati. E il suo fisico, perfetto. Senza un muscolo fuori posto. Malato di palestra, gli dicevo. Ed io odiavo i ragazzi con quei fisici, perché si davano troppe arie come se tutto gli fosse dovuto per quattro muscoli quadrati sull'addome.
Eppure lui preferiva non tingerseli i capelli sapendo cosa pensavo al riguardo, o non andava in palestra pur di passare del tempo assieme.
Siamo sempre stati il contrario, in tutto e per tutto: eravamo un totale contrasto quando stavamo insieme, mano nella mano. Lui così, e io mora con occhi color nocciola, poco più bassa di lui, e una carnagione olivastra che faceva risaltare la sua carnagione latticina.
La cosa che amavo di più del suo volto erano le sue sopracciglia: folte e scure. Le accarezzavo ogni santa volta che poggiava la testa sopra di me. Erano, e sono, la cornice del suo viso mozzafiato.
Ma Harry. È l'esatto opposto. Quella sua bocca che... e i suoi occhi.. che ti fanno sognare. Si..sognare: con Harry sogni...Mi sentii un attimo sospesa in aria, retta da qualcosa che mi teneva le gambe e la schiena. Mi accocolai dalla parte in cui potevo sentire la presenza di qualcosa o di qualcuno, non so.
Sentii un tonfo nella stanza in cui mi trovavo, forse qualcosa aveva sbattuto contro un'altra cosa. Proprio sotto di me.
Poi mi sentii appoggiare la schiena su una superficie morbida e fredda all'impatto.
Ero decisa a scoprire cosa fosse tutto quel trambusto, ma le palpebre sembravano non voler collaborare. Così mi arresi.
Qualche cosa di non tanto lungo e leggermente ruvido mi passò sui fianchi, contemporaneamente. Quest'ultimi si mossero, quasi mettendomi a ridere, per la sensazione di solletico. La maglia o qualunque cosa portassi mi venne sfilata dalla testa, perché questa mi fu fatta alzare.
"Mad, alza le braccia." Mi sembrò di sentire una voce, e io feci quello che mi venne detto.
Sentendo solleticarmi le ascelle, mi mossi di scatto ridacchiando.
"Ferma Mad." Sentii ancora. Quella voce parlò di nuovo, ma non riuscivo a distinguere le parole.
Mi venne infilata una maglia fredda, e un brivido mi corse lungo la schiena al contatto con la pelle. D'istinto presi la coperta, pur non essendo sicura di essere su un letto, e mi voltai da un lato dove sentivo che ciò su cui stavo non c'era più qualche centimetro più in là, coprendomi fin sopra la testa.
"Santo dio Mad." Mi veniva da ridere sentendo quella voce lamentosa. Sembrava proprio Niall.
Quell'ipotizzato Niall, mi tirò via la coperta e mi voltò a pancia in su. Io mugulai, muovendo le gambe senza un senso.
Niall mi calò i leggins, alzandomi i piedi per sfilarli completamente. Ora ero più cosciente, ma il corpo non rispondeva ai miei impulsi. Le gambe ricaddero sul letto.
"Sta fermo Niall, che cavolo sei. Insopportabile." Borbottai mentre mi giravo di nuovo su un lato. Misi le mani sotto il cuscino, e piegai le gambe.
Niall mi rimboccò le coperte, coprendomi fino sopra la spalla. Poi una sua mano mi accarezzò il viso, scansando i capelli dalla guancia. E mi baciò la tempia.
"Buonanotte Mad." Mi sussurrò all'orecchio, facendomi rabbrividire sentendo il calore uscito dalla sua bocca.
"Niall? Non vieni a letto?" Forse non ero stata comprensibile, o forse già se n'era andato, ma non rispose.
Sentii però cadere a terra qualcosa di pesante al bordo del letto, seguito da qualcos altro di più leggero.
Ci furono secondi di assoluto silenzio. Stavo cadendo di nuovo nel sonno, quando qualcosa si appoggiò al letto, facendo inclinare questo dalla parte opposta alla mia. La coperta venne tirata giù e poi di nuovo su. Lo sentii avvicinare verso di me, perché il suo calore insieme al suo profumo erano già arrivati dentro le mie narici.
Un tocco leggero mi sfiorò le labbra, che schiusi. Era piacevole, si, ma dannazione io avevo sonno. Perché non dormiva e basta?