Durante il tragitto, il tempo andava sempre più a schiarirsi e nel cielo comparvero migliaia di stelle che risplendevano sulle strade illuminate dalle luci calde dei lampioni.
Le nuvole cariche di acqua non erano state l'unica cosa a scomparire: nel frattempo, in macchina, era scomparso anche quel muro sostenuto dal mio imbarazzo che c'era tra me e Dan.
Lo guardavo: aveva la mascella tesa, una mano sul volante le cui nocche erano biancastre per la stretta e l'altra, di mano, la teneva leggera sulla gamba che era distante dall'altra.
Ad un tratto sembrava che lo conoscessi da una vita, che quella era un'ennesima festa a cui andavamo insieme. Sembrava un po' mio fratello, o il mio ragazzo, ma anche il mio migliore amico. Ero quasi certa che mi conoscesse più di quanto ammettevo a me stessa.
Avevamo passato già altro tempo insieme, siamo andati oltre ad un pranzo, ad esempio qualche volta abbiamo studiato nella sua stanza, ma non ci siamo mai spinti fino a stare da soli in macchina per andare ad una festa come "coppia".
Non dico una coppia fissa vera e propria. Però, sicuramente, le persone che ci avrebbero visto scendere dalla macchina soli, si sarebbero fatti due domande. E odio dirlo ma due più due fa quattro.
L'unica cosa che ho amato dal primo momento di quelle feste è che la gente è sempre stata troppo occupata a bere o a tentare la fortuna su giochi o ragazze/i per guardare ciò che li attorna. Anche se la prima volta che Jason non si presentò ad una di queste solite feste di ogni settimana, le bocche non riuscirono a tacere a lungo. E quando non tornò più, le voci aumentarono. Però durarono poco, almeno nelle feste.
"Ho qualcosa che non va?" Mi chiese, notando sicuramente il mio sguardo su di lui.
Accennai un no con la testa in risposta. Lui sorrise e tornò a concentrarsi sulla guida.
In quell'arco di tempo mi raccontò della sua famiglia a cui è legato e la quale è sempre stata fonte di ispirazione per lui e i suoi fratelli, grandi e piccoli. Aveva accennato qualche parola sul padre che possiede varie aziende di macchine in tutto il territorio americano e che vorrebbe che i suoi figli seguissero la sua impronta. Ma Dan, a differenza dei suoi fratelli, è intenzionato a fare ben altro. Come aprire case editrici e enormi biblioteche nel centro delle maggiori città dove si trasferirebbe: la sua famiglia attualmente è stanziata a Seattle e torna da questa ad ogni occasione che può cogliere; e quando lo studio glielo permette, torna a casa anche nei weekend. Ma lui coltiva da sempre il sogno di trasferirsi a Londra. Gli è piaciuta fin da quando il padre lo porto con sé a soli 6 anni per questioni lavorative. Non ci è più tornato dopo, ma si è informato e documentato sulla città, convinto di tornarci il prima possibile.
Mi ero spesso chiesta perché studiasse letteratura inglese: e ora mi aveva risposto senza che esternassi la mia domanda.
"E te? Cosa mi dici?" Fece per conversare.
"Ti ho già parlato di me, non penso ci sia altro da dire." Sospirai stringendo le mani sul grembo.
Rimase in silenzio aspettando.
"Sono di Bradford, la mia famiglia è una normale famiglia con potenziali economici grazie al duro e costante lavoro dei miei che hanno sempre voluto un futuro migliore del loro per me è mio fratello. Ecco, l'unica cosa costante nella mia vita è Zayn: è un fratello modello che c'è sempre stato fin da quando ho aperto gli occhi. È del quarto anno, e come me, e te anche, vorrebbe stanziarsi a Londra perché l'idea di abbandonare la famiglia per trasferirsi dall'altra parte del mondo non ci è mai passata per la testa, e mai dovrebbe. C'è America, la mia "migliore amica"." Feci le virgolette con le dite in aria, e lui mi guardò con aria interrogativa. "C'è Niall: amo letteralmente quel ragazzo. Credo mi abbia fatto più prediche dei miei, ma riesce a farmi sorridere, anche quando non ne ho le forze. Poi c'è Liam: anche lui del quarto anno ed è il mio migliore amico poiché lo è sempre stato di mio fratello. Penso che Zayn gli abbia parlato bene di me mentre giocavano a pallone da piccoli o quando gli diceva che non poteva uscire per controllarmi," scrollai le spalle vedendolo ridacchiare "e Liam pur di non lasciarlo solo veniva a casa nostra. Ogni volta poi, finivano a giocare tra di loro e io rimanevo sola a guardarli. Quindi di conseguenza, vedendomi crescere, Liam è diventato il mio amico fisso. Per il resto, sono una comune ragazza che è uscita da poco dall'adolescenza ma che fondamentalmente si sente ancora una ragazzina per certi versi."
Una ragazzina che è stata illusa dal suo ultimo ragazzo, pensando che l'amore valga la pena. Aggiunse la mia coscienza.