Capitolo 12

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Stentai a non riattaccare, ma misi il vivavoce e tenni il telefono in mano, in modo che Niall potesse sentire.
Feci un cenno di saluto a tutti.
"Allora?" Tutti mi guardavano.
"Abbiamo organizzato una pizza per stasera dato il nostro ritorno/arrivo, e insomma, ci farebbe piacere tu venissi." Mi sorrise Jason.
"Non penso di venire.."
"Offriamo noi, e se per qualcuno non va bene la pizza c'è altra robba. È anche per passare del tempo tutti insieme. Solo noi." Intervenì Harry.
"Non è questo il punto." Strinsi il telefono nella mano.
"Diamine Maddie, per quella storia passaci sopra." Alzò gli occhi Jason. "Se non vuoi venire per noi, vieni per gli altri almeno."
"Credo di avere altri impegni già." Mentii.
"È un bel locale, e ci divertiremo." Perché non chiude mai quella boccaccia Harry?!
"Ne terrò conto. E prima di stasera vi farò sapere." Feci per andarmene.
"Lo prendiamo come un si." Sorrise Jason. Di nuovo.
"Non vorrei farvi prenotare anche per me, inutilmente. Comunque ci penserò." Mi girai e mi allontanai velocemente.
"Se ti serve un passaggio, fammelo sapere." Urlò Louis.
Già, un passaggio. Dovevo comprare una macchina, ma i miei non volevano. Ho insistito più volte, ma mi hanno risposto che sarebbero stati soldi buttati visto che non mi sarebbe servita un'auto. Dicevano sempre che non dovevo farci nulla, che se avevo bisogno di qualcosa c'erano gli autobus, e se avevo bisogno di cibo o cose del genere potevo ordinarlo in camera direttamente, e se dovevo andare a qualche festa non ci sarei andata perché là, nelle feste, si beveva solo. Roba che era assolutamente vietata. Eppure alle feste ci sono andata, ed ho bevuto anche. E se devo andare in centro mi accompagna mio fratello con la sua macchina. Perché ovviamente lui può avere una macchina. Allora ho provato a chiedergli se potevo usare la macchina di Zayn quando ne avrei avuto bisogno. Ma mi hanno risposto che se fossi andata da sola, mi avrebbero rapito. Cose da pazzi.
Comunque, mi ricordai di rispondere a Louis solamente quando stavo salendo le scale del dormitorio. Poi sentii una voce. Niall.
"Maddi!" Sentii urlare dal telefono.
"Ehm..si?" Feci finta di nulla.
"Stavo dicendo, la mia teoria è stata messa in pratica dai diretti interessati."
"Cioè?" Aprii la porta della stanza.
"Che ti hanno invitata per ultima, ma che rimarranno sempre delle teste di cazzo." Disse sicuro di sé. "Non verrai, vero?" Cambiò tono non sentendomi parlare.
"Non voglio passare un'altra serata come quella di ieri." Sospirai. "Non è per quella storia. Penso solo che..non siano una buona compagnia, per me." Entrai in camera e mi sorpresi vedendo la testa di America sotto il cuscino. Ancora dormiva.
"Va bene, si, ti capisco." Sospirò anche lui. "Se cambi idea, fammelo sapere."
Ci salutammo e riattaccai.

Mi ero messa seduta, quando chiamai mia madre.
"Pronto" Dissi.
"Addi!" Esclamò felice.
"Mamma.." brontolai. Quel soprannome non era affatto bello e suonava male.
"Come stai, tesoro?" Sembrò non sentire.
"Bene, ho ripreso le lezioni." Giocherellai con una ciocca di capelli.
"Sono contenta. Spero stanno andando bene, come al solito." Disse esterrefatta. Si, lo era ogni volta che si parlava della scuola. Credo era l'unica cosa di cui andava più fiera di me che di mio fratello.
"Sono appena iniziate.."
"Mi avevi promesso che mi avresti chiamata ieri sera. Fortunatamente ci ha pensato Zayn. Pensavo fossi con lui, così gli ho detto di passarti il telefono." Trattenni il respiro. "Invece mi ha detto che eri in stanza. E dormivi già perché avevi studiato il pomeriggio ed eri stanca ancora del viaggio." Sorrisi, ringraziando mio fratello mentalmente di salvarmi il culo ogni volta.
"Già, si, beh ho dovuto organizzare le nuove lezioni e anticipare lo studio."
"Mhmh." Era indaffarata, come sempre.
"Papà?" America si iniziò a muovere nel letto.
"È a lavoro."
"Salutamelo. Ora devo andare mamma. Ci sentiamo."
"Va bene tesoro, ma non sparire." Volevo sfogarmi, parlare con lei di quello che stava accadendo.
"Mamma.."
"Dimmi tesoro"
"Ti voglio bene." Ma sapevo che mi avrebbe sentito, e non ascoltato.
"Anche io tesoro." Riattaccai. Sapevo che avrei dovuto informarla del ritorno di Jason, e che ora era un nuovo studente del college. Ma quando mi lasciò Jason, ci rimase davvero male. Si era affezionata molto a lui, soprattutto dopo averlo accolto a casa per le feste. Non era quello il momento adatto per dirglielo, è meglio aspettare, dissi.
Posai il telefono e raggiunsi America.
"America" la chiamai con voce quasi disperata. "Svegliati." La scoprii.
"Lasciami in pace Maddie." Si ricoprì.
"Lasciarti in pace? Non dopo che mi torturi passivamente, nascondendomi l'arrivo di Jason." Presi il suo cuscino e mi misi a sbatterglielo addosso.
Lei si coprì fin sopra la testa lamentandosi.
"C'è Louis!" Esclamai d'un tratto.
Lei si alzò di scatto prima che potessi finire la frase. Si guardò intorno, con gli occhi ancora addormentati.
Si accorse che le avevo mentito e si voltò. "Stronza!" E si buttò sopra di me. Prese a farmi il solletico e io mi mossi veloce sotto di lei, sentendo esplodere la testa per il troppo ridere.

"Mi dispiace davvero, Mad. In questi giorni ero nervosa per questa cosa. E non è vero che Louis mi ha detto di non dirti niente, ma ho deciso io di tacere. Pensavo fosse la cosa migliore da fare. E invece.." Mi guardò con occhi malinconici.
Poco prima era sorridente e allegra, facendomi il solletico. E ora ci trovavamo a gambe incrociate, ognuna sul proprio letto.
"Vieni qui scema." Le feci cenno di avvicinarsi, e allargai le braccia.
Lei scese dal suo letto, per salire sul mio. E si gettò tra le mie braccia, incrociando le sue intorno la mia vita.
"Non ti abbandono, lo sai." Sussurrò. Mi salirono le lacrime agli occhi
"Lo so." Risposi. Lo sapevamo entrambi. Perché eravamo a conoscenza di troppi segreti dell'altra, anche qualcosa in più. Conoscevo lei meglio io di lei stessa. E la medesima cosa valeva per me.
"Ho saputo che il vestito di ieri sera l'hai scelto insieme a Dan, e non so se prenderla bene o male visto che ha più occhio di me." Si staccò, guardandomi con un sorrisetto, e si sdraiò con la testa sulle mie gambe, aspettando che le raccontassi cosa fosse successo.

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