Capitolo 5

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"Nessuna causa è persa finché ci sarà un solo folle a combattere per essa!"

Will Turner – I Pirati Dei Caraibi: La Maledizione Del Forziere Fantasma



Le ore passate attaccati costantemente al computer ormai sembrano essere inquantificabili e benché loro siano più che abituati a trascorrere la maggior parte della loro vita dinanzi alla costante influenza delle luci blu emesse dai monitor, lavorare al fianco dell'FBI ha senz'altro messo a dura prova la loro pazienza.

Niall e Liam hanno trovato un po' di sollievo soltanto grazie alla compagnia degli altri membri della squadra: non hanno iniziato con il piede giusto, di questo ne sono consapevoli – soprattutto grazie a Louis, che in un modo o nell'altro riesce sempre a mettersi nei casini e ancora devono capire da dove derivi questa sua dote – eppure è oramai diventata una routine la loro. E non ne sono dispiaciuti.

Hanno avuto il piacere di insegnare anche a Perrie e a Zayn come decifrare i codici di accesso ai file segreti così da impiegarci meno tempo possibile, e nel mentre hanno anche scoperto che alcuni di questi risultano essere totalmente inutili ai fini della loro missione attuale, ma saranno sicuramente un'ottima risorsa per altri crimini sia irrisolti appartenenti ormai ad un archivio dimenticato dall'intero distretto, che per futuri attacchi terroristici... o, insomma, altri casini con gli Stati Uniti e tutte quelle storie d'azione molto intriganti quanto nauseanti.

Nel sentire l'ennesimo sbuffo da parte di Niall, Liam alzò gli occhi al cielo. Erano appena le 10:00 del mattino e avevano iniziato a lavorare da appena due ore, troppo poco tempo affinché il biondino potesse prendersi il lusso di lamentarsi o semplicemente una "pausa caffè" – considerando che la durata delle suddette pause non è inferiore ai venti minuti. Saggiamente decise di ignorarlo e continuare a lavorare.

"Lo so che mi stai ignorando Liam" esordì poco dopo il ragazzo; erano posizionati l'uno alle spalle dell'altro.

"Allora continuiamo così, non ho intenzione di concederti una pausa"

"Non sei il mio capo! E nemmeno mia madre" la stizza fu tale da farlo voltare con la sedia reclinabile dotata di rotelle ai piedi.

"Non farò anche il tuo lavoro mentre non ci sei, non questa volta. Anche io mi stanco sai"

"Se solo qualcuno venisse a darci una mano... dove sono Zayn e Harry? Non dovrebbero essere qui con noi a decifrare i codici?"

"Sono in riunione" disse Liam non prima di aver dato un'occhiata al piccolo calendario da scrivania posizionato proprio di fianco al mouse; aveva chiesto la gentilezza ad Harry di metterli al corrente delle loro riunioni di distretto (quanto meno quelle pianificate già da tempo) così da poter sapere quando avrebbero fatto il doppio del lavoro da soli.

"Bene. Loro sono giustificati, hanno un lavoro. Dove diavolo è Louis, allora?" chiese con un certo astio "Non lo sopporto quando pensa di potersela svignare. È tornato da Philadelphia da una settimana e mi sembra che non stia facendo assolutamente un emerito cazzo!"

"Sta tranquillo" rispose il moro continuando a digitare con velocità sulla tastiera nera "sta per arrivare. Lo ringrazierai non appena varcherà la soglia della stanza"

"Se lo dici tu..."

In un primo momento sembrò che Niall si fosse rimesso a lavorare, tuttavia questa farsa durò ben poco. Lui si è sempre considerato un tipo abbastanza peperino ed è molto loquace: gli piace divertirsi con i suoi amici, andare a bere della buona birra nel loro pub di fiducia, partecipare ai campionati di golf e mangiare del buon cibo. Ma è anche una persona dotata di poca pazienza, a volte quasi inesistente.

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