Capitolo 4

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"But mama I'm in love with a crimial. And this type of love isn't rational, it's physical"

Britney Spears – Criminal



Se le persone fossero in grado di leggere i pensieri altrui, o molto semplicemente questi stessi fuoriuscissero dalle nostre teste se pensati troppo intensamente, Eleanor a questo punto preferirebbe sotterrare la testa sotto alla sabbia del deserto come fanno gli struzzi.

Da quando il Capitano le ha assegnato il compito di accompagnare Louis a Philadelphia per raccogliere prove dal loro sospettato, sapeva che avrebbe avuto qualche problema, soprattutto perché la sua etica le impedisce di lasciarsi andare in una situazione delicata come quella.

L'unica che si è accorta dei suoi atteggiamenti un po' ambigui era Perrie e lei in tutta onestà non si è impegnata più di tanto per smentire l'impressione della sua collega.

Il volo sarebbe durato all'incirca tre ore durante le quali l'agente avrebbe fatto di tutto pur di non saltare addosso all'hacker, ma era veramente difficile.

Durante la prima ora, nel completo silenzio del loro jet federale, Louis ha indossato le sue cuffie super alla moda e si è dilettato nel leggere un libro; un romanzo giallo ironia della sorte, come se quello che stava accadendo non fosse già la trama perfetta per scrivere un best seller con i fiocchi. Non ha distolto lo sguardo dai fogli ingialliti neanche per afferrare il bicchiere di coca-cola in ghiaccio posto di fianco al suo sedile, posato su un comodo tavolino retraibile. Ogni tanto muoveva la testa a ritmo di musica, ma non si è permesso neanche una volta di degnarla di uno sguardo fugace.

Lei, invece, ha pensato che sfogliare più e più volte le pagine del loro fascicolo sul caso fosse l'idea migliore per passare il tempo, tuttavia dopo ben un'ora anche le pagine volanti si rifiutavano di collaborare: le sfuggivano di mano, si incollavano inspiegabilmente tra loro e forse aveva imparato a memoria ogni parola stampata su di essi.

All'ennesimo foglio caduto Eleanor sbuffò piegandosi per raccoglierlo; solo che questa volta venne battuta sul tempo da Louis. I due erano seduto l'uno di fronte all'altro, motivo per il quale la ragazza era ancora più indignata per essere stata totalmente ignorata. Prima o poi si sarebbero scambiati un'occhiata, e invece nulla.

Gentilmente il ragazzo le passò il foglio tra le mani, e finalmente la guardò dritto negli occhi.

"Penso che a breve i fogli si consumeranno se non li lasci stare" disse con un sorriso dolce sul volto.

Forse – forse – Eleanor era leggermente arrossita da quell'espressione; ma ne ebbe la conferma solo quando Louis cercò di nascondere una risata sotto i baffi perché era rimasta imbambolata, con la bocca schiusa, a guardarlo dimenticandosi che il ragazzo gli stesse tendendo il foglio che le era scivolato di mano, e non avesse spiaccicato parola.

"Oh- scusami!" disse affrettandosi a liberargli le mani "Non so davvero cosa mi prenda oggi, sono davvero distratta"

"Sei agitata per la missione?"

"No assolutamente, non sono intimorita. Non sarei diventata un agente federale se avessi avuto paura di andare in missione a farmi uccidere"

"Ma è anche vero che voi dell'intelligence non siete sempre sul campo. Per lo più smanettate dietro ai computer"

"L'addestramento in accademia lo facciamo tutti quanti. Non ho paura di un terrorista, posso sempre mandarlo al tappeto con un paio di semplici mosse"

"Mmh" sussurrò togliendosi le cuffie (era ora, Eleanor dubitava che riuscisse a sentirla) "allora è la mia presenza che ti rende nervosa e distratta?"

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