6-Jealousy, jealousy!

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"Bella merda... sembri uno zombie Leen!" cominciò Eva. "Buongiorno a te cara, seriamente, stanotte ho avuto problemi con il sonno..." dissi con uno sbadiglio. "Qualche bel ragazzo ti ha tenuta sveglia?" disse maliziosa lei, "magari ahahah, no scherzi a parte ho fatto un incubo e sono rimasta sveglia fino all'alba. Oh, a proposito di problemi, ne ho uno... Venerdì, c'è il concerto dei ragazzi ma proprio quella sera, i miei hanno organizzato una "festa privata", EVA TU DEVI AIUTARMI, voglio e devo fare entrambe le cose e solo tu puoi darmi una mano!" dissi implorandola. "Manco un giorno e viene organizzato il finimondo... molto semplicemente devi ad un certo punto, sgattaiolare via dalla festa. Ti vengo a prendere io, dobbiamo solo scegliere l'ora."
"Ci posso riuscire, con il casino che si farà, non avranno tempo per me, spero. Comunque passa a prendermi per le 21:15."
"Uhm Leen, dammi il tuo numero di telefono." Detto ciò, ci separammo.
***
Quella ragazza è incredibile... Andai al bar a prendermi qualcosa di caldo, un bel caffè mi avrebbe risvegliata. Al solito tavolo, c'era Kassandra con il suo gruppo di oche, e guardai bene nella sua direzione: aveva un mega livido vicino al naso, mi sentivo un po' in colpa...
"Hey Kass, mi dispiace per il naso..." dissi realmente dispiaciuta.
"Allontanati da me, è chiaro? Sei una maledetta bastarda!" detto ciò, si alzò di scatto ed urtandomi mi si avvicinò all'orecchio e disse: "Bada bene, non è finita qui..." e si allontanò. Il sangue mi si ghiacciò nelle vene, riportandomi alla mente l'incubo, bene, dovevo per un po' evitarla...
Entrai in classe e alcuni ragazzi mi fecero l'occhiolino, poi parlarono tra di loro ma non riuscii a capire cosa si stessero dicendo, Tom era vicino a loro e sembrò irrigidirsi, non mi guardò, non mi lanciò neppure uno sguardo... questo mi fece male al cuore. Il professore era in ritardo, entrò un docente mai visto prima e ci disse che eravamo liberi, siccome la lezione era saltata. Tom aspettò che il tizio uscisse e in meno di un secondo fu addosso ad uno di quei ragazzi... si creò il panico! Bill andò subito a chiudere la porta per evitare che entrasse qualcuno. Si aggiunsero anche altri due ragazzi e si iniziarono a picchiare... ma cosa diavolo stava succedendo?
"Non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere, capito porco?" urlò Tom e ancora:" Porta questo tuo schifoso culo fuori da qui, se ti sento anche solo dire una parola, ti faccio nero. FUORI!"
Il ragazzo scappò via, insieme ai suoi amici, mezzi impauriti. Anche il resto degli studenti piano, piano uscì dall'aula. -È stato grande- diceva qualcuno a bassa voce.
Guardai preoccupata e allo stesso tempo incuriosita Tom, mi avvicinai a lui e gli chiesi spiegazioni. Ero seduta sul banchetto, lui mise entrambe le mani ai bordi e mi guardò a lungo... "Allora?" insistetti io. "Hanno fatto dei commenti poco carini, ehm su di te..." disse abbassando lo sguardo. "Oh, grazie Tom, sei stato davvero gentile." Gli sorrisi, lui si allontanò da me e andò verso suo fratello e gli altri due. Sentii Bill canticchiare "jealousy", infine, uscirono anche loro dall'aula ed io restai sola con i miei pensieri...
***
Il resto della giornata passò lentamente, io ed Eva ci incontrammo solo per l'ultima lezione. Ero stanca morta, volevo solo tornare a casa e dormire, dovevo recuperare le forze!
"Un uccellino mi ha detto che Tom si è battuto per te, devo sapere qualcosa?" disse lei strizzando gli occhi. "Non è successo nulla tra noi, è inutile guardarmi in questo modo! Marsch, muovi quelle gambe, che ci aspetta musica." E abbracciandola da dietro, ci dirigemmo verso l'aula.
Anche l'ultima campanella suonò, e finalmente uscii dalla scuola. Stavo pensando di fare un giro in centro, per comprare un vestito ma ormai la mia riserva energetica era pari a zero. Seguii il consiglio di mia madre e la chiamai per farmi venire a prendere. Non aspettai molto che il mio tassista personale era già lì, con la mia macchinina tra l'altro... Arrivai a casa in un baleno, salii le scale e mi addormentai sul letto, senza nemmeno togliermi le scarpe.
Un paio di ore dopo, mia madre venne nella mia stanza e mi fece alzare in piedi. "Forza, scegliamo un bel vestito per domani! Potremmo abbinarci con il colore... io e tuo padre abbiamo optato per il verde, ricordo che il natale scorso, ti regalai quel bel vestito da sera, verde ovviamente!" e iniziò a scavare nella cabina armadio. Io intanto andai in bagno e mi struccai, avevo tutto il trucco sbavato, sembravo un panda. Approfittai per farmi anche un bel bagno. Mentre ero nell'acqua sentii la mamma litigare con Greta, con la poca pazienza che aveva, sicuramente non aveva trovato il vestito. Dieci minuti dopo, Greta e la mamma mi guardarono con il vestito in mano: "Asciugati e provalo" mi ordinò. Feci tutto velocemente, lo misi, mi guardai allo specchio ed entrambe ne rimasero stregate. "Sei un capolavoro, figlia mia" disse sinceramente la mamma.

"Ci incontreremo ancora?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora