25- L'ho imparata per te

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Tornare alla normalità non era stato affatto facile, furono giorni molto felici e spensierati, quindi il ritorno a scuola non fu molto entusiasmante. Era da quando avevo messo piede in Germania che la canzone di Lana Del Rey, "Brooklyn Baby" non mi usciva dalla testa, Tom chiedeva e richiedeva sempre la stessa cosa: "Come si chiama?" o "Chi la canta?", allora io lo prendevo in giro, un musicista come lui non conosceva una delle queen più importanti del pop alternativo? Mi sembrava molto strano, infatti mi convinsi del fatto che tramasse qualcosa. Prima che iniziasse la lezione vera e propria, avevo bisogno di schiarirmi le idee, quindi approfittai di avere le chiavi della sala di musica e mi ci rifugiai dentro. "Well, my boyfriend's in a band, he plays guitar while..." canticchiai tra me, era decisamente la mia canzone preferita. Presi la chitarra elettrica, che ormai avevo imparato a suonare bene e iniziai ad intonare qualche nota. "Devi impugnarla con più decisione, soprattutto quel "MI"... principiante!" Senza alzare lo sguardo, riconobbi subito la sua voce. "Allora tieni, fai pure! Ma dubito che tu conosca la canzone sig Tom Kaulitz!" dissi, alzando un sopracciglio, passandogli la chitarra. Tom prese lo strumento  e disse: "Brooklyn Baby, Lana Del Rey" si schiarì la gola, fece roteare il suo collo e sedendosi vicino a me iniziò a suonare... [‼️Vi allego la foto‼️⬇️]

Rimasi a bocca aperta e dissi balbettando:" Tom, ma quindi tu

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Rimasi a bocca aperta e dissi balbettando:" Tom, ma quindi tu..." e lui riprese dicendo: " L'ho imparata per te, dolcezza." Lo abbracciai, era stato davvero carino da parte sua, imparare un pezzo in così poco tempo e suonare in maniera così divina. Uscimmo dall'aula di musica, poiché la campanella era appena suonata, chiusi a chiave e prendendoci per mano attraversammo il corridoio. Ci scontrammo con Kassandra, Tom la ignorò completamente, e lei ne fu chiaramente delusa. Fortunatamente non disse nulla e con gli occhi bassi, pieni di vergogna, continuò per la sua strada. Ci incontrammo con gli altri e andammo a sederci, la lezione sarebbe iniziata a breve...
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Anche questo giorno passò, decidemmo di andare al club ma Bill, dopo aver ricevuto una chiamata da parte di Hanya, declinò l'invito. "Hanya è molto importante per voi, è la vostra manager, ma cosa fa di preciso esattamente?" dissi incuriosita. "Diciamo che è stata lei a portarci alla fama, è una donna molto ricca e ha molte conoscenze, conoscenze in tutto il mondo, poi in generale lei organizza il lavoro ed i tour, inizialmente ci ha finanziati lei." Disse in modo esaustivo Bill. "Io vengo lo stesso" replicò Eva. Salutammo i ragazzi, ma Tom prima di andarsene e vedendomi un pochino triste, staccò una spilla dal suo zaino e me la regalò, mi diede un bacio e poi se ne andò insieme agli altri:" Oi Eva, tienila d'occhio per me, ci conto!" e le fece un occhiolino. "Agli ordini capo!". Poi insieme andammo al club e attaccai la sua spilla al mio di zaino. Giocammo per un po' a tennis, non ero l'eccellenza ma nemmeno una schiappa, infatti la partita terminò con un pareggio. "Ho voglia di dolce, questa partita mi ha prosciugata, ho bisogno di zuccheri!" disse lamentandosi la mia amica. "Qui al club fanno dei pancake eccezionali, andiamo!" e la trascinai con me. Eva dopo aver mandato giù qualche boccone, si sentì meglio, così iniziai a farle l'interrogatorio: "Aaallora, mia cara amica come sta procedendo con Gustav? A Roma sentivo dei rumori strani..." le dissi maliziosamente. "Non ti sfugge nulla, detective! Andiamo a letto insieme, ci comportiamo come una coppia ma NON SO CHE PENSARE! Stiamo insieme? Non stiamo insieme? Aaa è una tortura, non si muove a fare il grande passo" disse mangiando un altro boccone e poi appoggiò la testa sul tavolo. Le picchiettai la spalla e le dissi: " Senti, qualche volta i ragazzi sono un po' stupidi, stesso tu me lo dicesti, che ne dici di prendere in mano le redini di questa 'storia'? Magari Gustav, si aspetta che tu dica o faccia qualcosa, che ne sai?" dissi. "Forse hai ragione Leen, ci penserò e ti faccio sapere!" rispose. "Come minimo!". Finimmo i nostri pancake e ne ordinammo una seconda porzione.

"Ci incontreremo ancora?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora