24-Roma Caput Mundi

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Eravamo appena atterrati all'aeroporto di Fiumicino, faceva freddo ma non tanto quanto in Germania. Prendemmo le valigie dal nastro e aspettammo il nostro taxi all'uscita. Impiegammo almeno una cinquantina di minuti per arrivare al "The St. Regis Roma", ma appena entrai nell'open space rimasi a bocca aperta, era un posto molto lussuoso, da veri Vip. [‼️⬇️Vi allego la foto‼️]

Entrammo nelle nostre suite e lasciammo i bagagli così

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Entrammo nelle nostre suite e lasciammo i bagagli così. Era mattina quindi volevamo visitare un po' Roma. "Non sono per niente abituata a questo lusso!" disse Eva, ancora super eccitata. Affittammo una macchina con autista incluso e ci portò nei punti più belli della città. Cercava di parlare in tedesco ma ci capivamo molto di più, parlando in inglese. Di mio conoscevo un po' di italiano, certo la pronuncia non era eccezionale, ma il signor Francesco ne fu tanto felice. Anche i ragazzi conoscevano un po' di italiano mentre Eva proprio zero. "Magari per i prossimi tour potremmo inserire qualche data in Italia?" domandò Bill. Tutti furono d'accordo e tra le varie città, proposi a parte Roma: Napoli, terra ricca di storia, di cultura e di buon cibo.
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A fine giornata ci ritrovammo a mangiare pizza al taglio in Piazza di Spagna. Tom aveva con sé la sua chitarra. Tra una chiacchiera e l'altra, si avvicinò un gruppetto e riconoscendo i ragazzi, si fecero autografare tutto quello che avevano! Man mano iniziarono ad arrivare nuove persone e così a Bill venne la magica idea di improvvisare un piccolo concerto. -Niente da fare quel ragazzo doveva farsi riconoscere ovunque e in qualsiasi modo- pensai tra me sorridendo. Nonostante non avesse un microfono, la sua voce era abbastanza alta e cantò in tutto cinque canzoni, la sesta fu quella che progettammo insieme. Mi unii a lui e facemmo il nostro duetto, sotto le stelle e in quella piazza così bella, in una terra "sconosciuta" fu ancora più elettrizzante. Il pubblico applaudì, chiaramente entusiasta di quella "sorpresa". Quando anche le ultime ragazzine se ne furono andate, decidemmo di tornare all'albergo. Eravamo stanchi morti, percorremmo un sacco di kilometri e non eravamo abituati alla baldoria italiana, quindi una volta arrivati, ci addormentammo in un battibaleno.
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31 dicembre: vigilia di Capodanno.
Dormimmo tantissimo, poiché la sera avremmo partecipato all'ultimo dell'anno in piazza. Ero super eccitata, era un qualcosa di nuovo per me. "Eva, hai idea di come dovremmo vestirci?" chiesi. "Dobbiamo luccicare, quindi optiamo per paillette e brillantini!" e ci battemmo il cinque. Anche i ragazzi si erano vestiti, più sobri rispetto a noi. Scendemmo in sala, poiché era pronto il cenone e iniziammo a mangiare. Primo, secondo, terzo, quarto... le portate non finivano mai e tutto  il cibo era squisito! Una volta finito il dolce, e mangiata la frutta secca, scendemmo in mezzo alla strada, aspettando la mezzanotte. Le strade erano piene di gente, in piazza c'era un palco con un dj set, le persone erano tutte con una bottiglia di spumante in mano. Dei ragazzi ci diedero dei bicchieri così allo scoccare della mezzanotte avremmo festeggiato con loro... Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno... e un mare di fuochi d'artificio squarciò il cielo. Delle gocce di spumante ci bagnarono, io e Tom, inaugurammo il nuovo anno, dandoci un bacio. Lo stesso fecero Eva e Gustav, Bill e Georg si coprirono la bocca con le mani e fecero anche loro questo gesto. Tutti e sei ridemmo come pazzi, l'alcol offerto era già arrivato al cervello! Mio Dio, come si stava bene... la musica era alta, la felicità era nell'aria e tutti iniziammo a scatenarci come tori. Restammo per le vie di Roma, fino all'alba. Arrivammo a Villa Borghese e guardammo il sorgere del sole. "Roma caput mundi, ragazzi mai visto niente di più bello!" dissi meravigliata. Più tardi andammo a fare colazione in un bar, tanti erano i superstiti a quell'ora. Come zombie, stanchissimi ma felici, ritornammo all'albergo. Passai il più bel Capodanno della mia vita, con la persona che amavo al mio fianco, in una delle città più belle al mondo. Il pomeriggio ritornammo all'aeroporto di Fiumicino, dovevamo tornare nella nostra patria. Furono pochi giorni ma ricchi di emozioni. Seduta nella mia bella poltrona da prima classe, presi la mano di Tom e mi riaddormentai, non avevo ancora del tutto ricaricato le mie batterie!

"Ci incontreremo ancora?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora