13-La canzone

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Era venerdì sera e mi arrivò un messaggio da parte di Tom, voleva che andassi a casa loro. -Che strano!- pensai incuriosita da questo invito. Avvertii mia madre che per l'intera serata non ci sarei stata e chiamai subito Eva, per chiederle di venire con me. Presi le chiavi della mia macchina, e piano piano la portai fuori, era venuta l'ora di far pratica alla guida. Eva mi mandò la posizione di casa sua ed una ventina di minuti dopo ero sotto il suo palazzo. "Hey bellezza, facciamo progressi eh!" disse incoraggiandomi. "Si fa quel che si può" risposi io. Chiesi a Tom di mandarmi la posizione di casa loro e dopo non molto me la inviò. Arrivai nella loro proprietà e come il giorno dell'incidente ne rimasi sbalordita. Georg ci stava aspettando, e una volta parcheggiata la macchina, ci accompagnò dentro. Passammo per un lungo corridoio e vidi tutte le foto dei concerti appese al muro. "Georg, ma anche tu e Gustav vivete qui?" domandai curiosa. "Entrambi abbiamo un appartamento, ma qui abbiamo lo studio registrazione e per fartela breve, abbiamo deciso di convivere tutti e quattro, così è più facile per tutti noi" rispose. Ci fermammo davanti ad una porta, che era appunto lo studio registrazione ed entrammo. Salutammo gli altri e chiesi subito spiegazioni, ero veramente troppo entusiasta. "Allora Marleen, ti ricordi la canzone che ti abbiamo fatto vedere questa mattina?" mi chiese ed io annui con la testa. "Bene, abbiamo deciso di inciderla, quindi mia cara, tu ed io adesso registreremo le nostre voci, Eva siccome oggi ci hai degnato della tua preziosa presenza, dopo vorrei sapere cosa ne pensi di tutto questo" -niente da fare Bill aveva un modo tutto suo per farsi come dire...voler bene AHAHAH- "Ruffiano, ma accetto volentieri" rispose Eva ridendo. Intanto vidi con la coda dell'occhio Gustav portarla vicino alla sua batteria. Risi tra me, erano davvero troppo carini. Tom mi diede un altro foglio con la canzone sopra ed iniziai a scaldare la voce. Dopo un paio di orette finimmo, nel complesso era andato tutto bene, anche Eva ne fu entusiasta. "Questa piccola furfante ha veramente tanti doni!" disse e mi abbracciò. Si erano fatte le 21:30, stavamo per andarcene quando Tom e Gustav ci chiesero se volessimo restare lì a cena. Accettammo con piacere. Ognuno di loro aveva un compito ben preciso, Georg era il cuoco della casa e quella sera cucinò lui. Stavamo per metterci a tavola, quando Tom, alla sprovvista, mi prese per i fianchi e mi fece sedere sulle sue gambe. Imbarazzata, feci finta di nulla e sentii la sua testa appoggiarsi sulla mia spalla, aveva un profumo da far girare la testa.
***
"Giusto per essere chiari, domani sera e anche domenica, ci esibiremo all'Olympiastadion, qui a Berlino, ci farebbe davvero piacere se voi veniste. I biglietti sono a pagamento, ma se accettate, provvediamo noi" disse Bill. -Beh come potevamo rifiutare!- Io ed Eva ci guardammo e all'unisono rispondemmo di sì. Dopo cena, ci spostammo in soggiorno e ci bevemmo qualche birra. Tom si alzò e fece cenno di seguirlo, mi prese per mano e salimmo al piano di sopra, entrammo nella sua stanza e rimasi a bocca aperta: colori scuri ma eleganti, un letto ad una piazza e mezza pieno di cuscini, una vetrata enorme alle spalle del letto, una cabina armadio alla mia sinistra e al lato opposto uno specchio con una poltrona in pelle. Anche la sua stanza profumava ed era tenuta in perfetto ordine. Tom si chiuse la porta alle spalle e togliendosi la maglietta disse con sguardo felino: "Dulcis in fundo" e si avventò sulle mie labbra. Dopo circa un'oretta, giacemmo sul suo letto. Era stato fantastico, mi rivestii e cacciai un urlo poiché entrò Bill, mettendosi una mano sugli occhi e disse frettolosamente che entro una ventina di minuti sarebbe arrivata la loro manager. Mi misi anche le scarpe di fretta e scesi giù. Eva mi guardò e le scappò una risata, la presi per il braccio e la trascinai verso il portone. "Grazie per la cena a domani!" e scendemmo verso la macchina.
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TOM P.O.V.
Sospirai a lungo quando sentii la macchina di Marleen andarsene, non ero pronto ad un ennesimo incontro con Hanya.
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Sabato mattina
Lei dormiva ancora, io restai sveglio dal sorgere del sole fino al suonare della sveglia. Tra le lenzuola vidi un qualcosa luccicare, mi affrettai a prenderlo, era l'orecchino di Marleen. Custodii quel piccolo grande tesoro nel cassetto del comodino affianco al mio letto...

"Ci incontreremo ancora?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora