16-Stai in guardia

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Era più o meno l'alba quando Tom, svegliandosi e vestendosi, mi spiegò le sue intenzioni. "Io adesso scenderò da questo balcone e andrò a nascondermi nella tua macchina, dopo portami qualcosa da mangiare dolcezza" e detto ciò mi diede un bacio, accarezzò Noir, prese le sue cose e sgattaiolò fuori. Dopo circa venti minuti anche io ero pronta, sistemai la stanza (che ahimè odorava ancora di lui) e scesi giù con il mio gattino. La mamma non era ancora sveglia, ma giù trovai mio padre pronto per andare a lavoro. "Tesoro, già sveglia? Allora com'è andata la festa?" guardandosi intorno perplesso. "Oh la serata! Allora si, bene. C'è un po' di disordine qui perché ho dato libera serata ai dipendenti, inizio a sistemare qualcosa io..." dissi prendendo un sacco della spazzatura e mettendoci dentro bicchieri vuoti e altra robaccia. "Capisco cara, hai ancora un po' di tempo per sistemare prima di correre a scuola. Quanto a me, già sono in ritardo!" Mi diede un bacio in testa e si chiuse il portone alle spalle. Ripulii il soggiorno quanto meglio possibile, presi la lettiera di Noir, del latte con croccantini minuscoli e prendendolo un'ultima volta in braccio, baciandolo, lo riposi vicino alle sue cose. Poi andai in cucina e presi da mangiare per me e il fuggiasco. Portai con me lo zaino e andai alla ricerca delle chiavi... che sciocca! Le aveva Tom. Andai verso la macchina e messa a sedere, misi in moto.
"Hey tu, puoi sbucare fuori! Nemmeno io ho fatto colazione, quindi ci faremo compagnia a vicenda" dissi alzando un poco la voce. "Eccoti qui finalmente! Appena ho sentito tuo padre allontanarsi con la macchina, ho tirato un sospiro di sollievo." Disse rilassandosi Tom. Sfrecciai verso scuola e siccome non c'era ancora nessuno, approfittammo per fare colazione nel parcheggio.
Dopo circa mezz'ora, iniziarono ad arrivare i primi studenti, compresi Bill, Georg e Gustav.
Scendemmo dalla macchina ed entrammo nell'edificio principale. Tom mi prese per mano, lanciai uno sguardo al suo collo, aveva la collanina con la mia M in bella mostra. Mi sentii un po' come Bella, che tenendo per mano Edward Cullen, era sotto lo sguardo attento ed incuriosito degli altri studenti. Avanzammo nel corridoio: io e Tom al centro, alla mia sinistra Bill e alla destra di Tom, Gustav e Georg. Kassandra, ci guardò, lèggevo l'invidia nei suoi occhi. Notai le sue mani, chiuse a pugno e le sue nocche erano bianche, segnale che le stava chiudendo con elevata forza. Il nostro gruppetto si sciolse, ma prima di lasciarmi andare Tom mi diede un altro bacio. "Ci vediamo dopo Marleen" e camminò all'indietro per dieci metri, guardandomi negli occhi. -Era mio. Tom Kaulitz faceva parte di me, e ormai era ufficiale- pensai soddisfatta. Intanto mi chiamò Eva per dirmi che stava per arrivare. "Marleen!" mi girai di scatto verso la voce frustrata. "Kassandra, cosa vuoi ancora da me? Non sono stata chiara l'ultima volta?" le ricordai. "Ascoltami, tu non mi sei mai andata a genio, ma ora sento proprio di odiarti. Ma fammi dire una cosa: Tom per me è stato tanto, troppo... nonostante ciò, voglio dirti di stare in guardia, non è tutto oro ciò che luccica!" si prese un momento di pausa per guardami, furiosa, negli occhi. "Stai lontana da lei, vipera!" urlò Eva, correndo verso di me con ancora il giubbotto addosso. "Eva stai tranquilla, e per quanto riguarda te, Kassandra, io non ho bisogno dei tuoi avvertimenti, quindi ti chiedo ancora una volta di stare alla larga da me!" urlai. "Fai come vuoi, il mio cuore è già spezzato, attenta al tuo" e passandomi affianco se ne andò con una risata isterica, spargendo ovunque il suo veleno.
***
"Che faccia tosta ha! Ha perso ciò che in realtà non ha mai avuto e ora si crede di essere chissà chi, per dare 'consigli', che vipera!" disse Eva più arrabbiata di me. "Io so di dover stare attenta, ma detto da lei... mi vien quasi da ridere." Le risposi. Volevo a tutti i costi, sembrare calma e cercare di avere fiducia in Tom, ma qualcosa, un briciolo, in fondo al mio cuore era spaventato. Soffocai questo pensiero e io ed Eva andammo a seguire la prima lezione della giornata.
TOM P.O.V.
"Raccontaci! Allora com'è andata?" chiesero all'unisono i ragazzi. "Una vera impresa, soprattutto questa mattina: cercare di non farsi scoprire dai suoi genitori. Sono sceso dal balcone e mi sono nascosto in macchina finché non ho sentito l'auto del padre di Leen andarsene" tutti e quattro ridemmo. "Però, nonostante ciò, mai in tutta la mia vita sono stato così felice di compiere questa pazzia."
"Qualcuno si sta innamorando" disse Gustav. Istintivamente mi toccai la collana e guardai mio fratello Bill... lui, avvertendo il mio disagio ruppe il silenzio creato dicendo:" Cos'hai da dirci Gustav? Su Eva, per esempio...?" e così iniziò a parlare. -Grazie fratello- pensai tra me.

"Ci incontreremo ancora?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora