31-"Allora, arrivederci"

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Quando suonò la sveglia ero ancora molto irritata, non avevo voglia di andare a scuola ma prendendomi altro tempo, alla fine mi alzai e corsi in bagno a lavarmi. Ero già in ritardo quindi presi una mela al volo e corsi verso la mia macchina. Arrivai a scuola con le borse sotto agli occhi e pensai che quella mela non mi aveva proprio saziata. Mi misi le cuffiette nelle orecchie e con il volume abbastanza alto, m'incamminai verso il mio armadietto. "Maledizione, oggi va tutto storto!" urlai, sbattendo la mano contro la porticina di metallo, che non si apriva. Un braccio, fermò la mia mano "impazzita", mi girai verso questa persona e vidi che era Steven, ancora. Tolsi la musica e lo salutai. "Se continui a battere così, si romperà, gli oggetti devono essere trattati con cura!" mi richiamò. "Hai ragione, ma oggi non è giornata per i rimproveri, ti prego... e sei ancora qui? Voglio dire, non torni a New York?" il mio tono, uscì un po' brusco. "Sembra quasi tu mi stai cacciando, comunque ero giusto venuto qui per salutarti l'ultima volta. Così adesso il tuo amichetto non sarà più geloso di me, alzo i tacchi!" disse ironico, ma questa ultima frase mi fece ancora di più innervosire, raccolsi le mie ultime gocce di pazienza e risposi:" Tom non è il mio amichetto ma bensì il mio ragazzo, detto ciò ti saluto e spero tu faccia un buon viaggio!" Conclusi dandogli un ultimo bacino sulla guancia, mi girai senza più pensare ne a lui ne all'armadietto e gli sentii dire:"Allora, uhm arrivederci." Camminai verso la classe di letteratura, senza il libro in mano e mi andai a sedere.
***
Prima che entrasse la professoressa, Eva e gli altri entrarono tutti sorridenti, io a differenza loro, sembravo fossi uscita da un film di Tim Burton. "Buongiorno cara, ti ho portato un po' di semifreddo avanzato da ieri" mi disse Tom, stampandomi un bacio in testa. Gli sorrisi e prendendo il sacchetto, iniziai a mangiarne il contenuto. "Cos'è questa faccia Leen?" mi chiese Eva, un po' preoccupata. "Nulla di che, oggi non sono pienamente nel migliore dei mood e prima ho incontrato per l'ultima volta Steven, lo ricordavo diverso ma sono felice se ne sia andato" dissi pulendomi la bocca. Il viso di Tom, prima contratto, sembrò addolcirsi. La campanella suonò e miss Meyer, entrò. Siccome ero sprovvista del libro, mi prestò il suo.
***
Usciti da scuola, mi stiracchiai, sentendo le ossa ed i muscoli doloranti. Tom mi abbracciò da dietro ed io ricambiai le sue attenzioni. "Dolcezza, tu scotti, secondo me hai un po' di febbre..." disse Tom, preoccupato. Mi accompagnò alla macchina e non mi lasciò guidare, era davvero un amore! Ritornai a casa mia, parcheggiò e assicurandosi che io ce la facessi a camminare, mi diede un bacio e uscì dalla mia proprietà, aspettando che il fratello lo venisse a prendere. Entrai in casa, con il cuore addolcito e salendo le scale presi del paracetamolo, prima di sotterrarmi sotto le coperte, salutai la mia piccola palla di pelo. La testa mi faceva realmente male, quindi non ci misi nulla ad addormentarmi.

"Ci incontreremo ancora?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora