26- Devil Eyes

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Il weekend successivo, più precisamente il venerdì sera, il liceo organizzò una festa per l'inizio del secondo e ultimo semestre. Non c'era un dress code, quindi ogni persona era libera di vestirsi come più voleva. Fu un bene, poiché io non mi sentivo molto a mio agio in abiti eleganti, infatti optai per un look "rock'n'roll". Eva venne a prendermi e con mia gioia, vidi che anche lei aveva il mio stesso stile. "In mezzo alle principessine, dobbiamo sempre farci riconoscere!" urlò, mentre salivo in macchina. Ai miei piedi notai che c'erano sei lattine di birra, la mia amica aveva intenzione di divertirsi! "Eva non te la lasceranno far entrare" dissi. "Infatti questa è per quando arriviamo, ne berremo solo una per scioglierci un po', dai Leen!" rispose. Accettai, e con il volume al massimo, sfrecciammo verso scuola. C'erano un sacco di studenti fuori, alcuni eleganti mentre altri no, erano un mix! Io ed Eva ci bevemmo la prima lattina, dopo poco arrivarono anche i ragazzi, me ne accorsi perché Bill ci suonò con il clacson e Georg urlò qualcosa di incomprensibile fuori dal finestrino. "Sai una cosa Eva? Passami un'altra birra!" Eva non mi fece aspettare molto, che fece il bis insieme a me. "Hey, hey non siete ancora entrate e già state bevendo, non offrite nulla a noi?" disse abbracciandoci Bill. "Ne sono rimaste due e quelle servono per dopo, una a testa!" rispose Eva leggermente brilla. Tom alzando un sopracciglio, prese la mia lattina (che era piena a metà) e la finì lui. "Hey, molla l'osso! Questa è mia" dissi alzandomi sulle punte, cercando di arrivare al suo braccio teso, ma solo quando la ebbi tra le mani, mi accorsi che era finita. Scherzando, lo spintonai un po'. Tom rise di gusto e prendendomi, mi alzò in aria e mi appoggiò sulle sue possenti spalle. "Tom daiii, farò la brava, mettimi giù!" urlai. Mi diede due pacche sul sedere e mi fece scendere, poi mi strappò un paio di baci. "Oh e finitela, piccioncini!" disse, disgustato Bill. Dopo una decina di minuti entrammo e notai che la palestra era stata sistemata molto, molto bene. La musica sembrava decente e decidemmo di sfrenarci in pista. "Facciamo finta sia lo Starlite!" urlò Gustav, prendendo per mano Eva, iniziarono una danza molto coordinata. Si aprì un cerchio per loro e si esibirono in modo molto carino. Nonostante il volume della musica fosse alto, il rumore degli applausi si sentì più forte. -Che grandi!- pensai, applaudendo a mia volta. Tom intanto si allontanò per andare a prendere qualcosa da bere. "Mio Dio, non ci credo! Marleen Schneider, sei tu?" disse una voce. "Steven, non ci credo! Cosa ci fai qui?" risposi sbalordita, abbracciandolo. Steven frequentava il liceo con me a New York, fu il mio primo ragazzo e quando ci lasciammo, restammo in ottimi rapporti. "Sentivo troppo la tua mancanza! Scherzi a parte, sono venuto qui in vacanza e certi miei amici, che frequentano questo liceo, mi hanno invitato. Te ne vai da New York e diventi sempre più bella, incredibile!" Arrossii. Steven, somigliava a Chris Evans, infatti lo soprannominavo "Captain America". Mentre parlava, sentii degli occhi addosso, mi girai leggermente verso destra e vidi Tom, il suo sguardo era leggermente infastidito [‼️Per farvi un'idea, guardate l'immagine del capitolo⬆️‼️]. Venne vicino a noi con i bicchieri in mano e me ne porse uno. "Tom, lui è Steven, un mio vecchio compagno di classe, è qui per un viaggio ed è venuto a trovarmi" dissi presentandolo. I due si strinsero la mano. Tom sembrò rilassarsi un po'. Dopo poco arrivarono anche Georg e Bill e si presentarono a loro volta. Steven fu chiamato dai suoi amici, quindi dandomi un bacio sulla guancia e salutando gli altri se ne andò. "Ci becchiamo in giro Leen, ci conto!" e mi fece un occhiolino. La festa continuò.
***
"Tom, stai bene?" chiesi, avvertendo un po' di tensione. "Sto bene dolcezza, è solo che quel tipo, Steven, non mi piace proprio" rispose. "Uh, uh qualcuno qui è geloso!" Tom mi spinse dolcemente vicino al muro e prendendomi il braccio, lo alzò al di sopra della mia testa. I nostri visi erano vicini, e potevo leggere nei suoi occhi la più pura gelosia. "Chiunque ti guardi, nel mondo in cui ti guardava quel verme, se la dovrà vedere con me... Marleen Schneider, tu sei mia!" e mi baciò, mordendomi il labbro.

"Ci incontreremo ancora?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora