35- L'ultima notte

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Dopo il concerto, andammo a festeggiare in un locale esclusivo. Si trovava proprio al centro di Berlino ed era frequentato dalle persone più ricche ed altolocate della città. Appena entrai mano nella mano con Tom, mi sentii un po' a disagio, poiché tutti i presenti erano vestiti in modo elegante. Prendemmo l'ascensore di vetro e salimmo in cima, fino all'ultimo piano, quello che dava sul terrazzo che godeva di un panorama fantastico. Con mia più grande sorpresa, lì le persone stavano dando inizio ad una "serata" tra alcol e musica ad alto volume. Quindi pian, piano iniziai a sciogliermi. C'era un tavolo prenotato a nome dei Tokio Hotel e ci accomodammo. Qui i ragazzi, si diedero da fare e ordinarono parecchio alcol. Dieci minuti dopo arrivò il tutto e iniziammo a bere, facendo spesso dei brindisi per l'andamento eccellente del concerto, e così finimmo tutti per ubriacarci. Georg ed Eva, che erano quelli che reggevano meno l'alcol, vomitarono e noi ancora brilli, non rendendoci conto della situazione iniziammo a ridere come folli.
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Passarono due ore prima di riprenderci un poco. Bill avrebbe aspettato ancora un'altra mezz'ora per prendere la macchina e tornare con gli altri, compresa Eva con la sua auto, a casa. Tom, invece, ancora non soddisfatto, disse apertamente e senza vergogna di voler andare nell'albergo affianco in mia compagnia. Presi dal tavolo, due delle rimanenti bottiglie di vodka e lui, come suo solito, mi prese in braccio e salutò gli altri facendo l'occhiolino generale. "Cara, non fate gli irresponsabili" urlò Bill mentre ci dirigevamo all'ascensore. Per tutto il tragitto io e Tom ci dividemmo a sorsi la bottiglia di vodka. Per strada, sempre in braccio a Tom, gridai dalla felicità, lui fece la stessa cosa. Un'altra notte di passione ci attendeva...
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Arrivammo nella stanza, con la testa che cominciava a rigirarci. Tom, mi fece scendere e con il passo poco fermo, arrivò al giradischi, disposto in un angolo della camera. Mise un vinile e fu riprodotta della musica classica. Tornò da me e prendendo una rosa, senza spine, dal vaso me la porse in bocca e mi fece fare un casqué. Il nostro equilibrio fu uno schifo e quindi cascammo entrambi sul pavimento e ridemmo. Risi così forte che la pancia mi faceva male. Era notte, e di dormire non se ne parlava, l'unica cosa che in quel momento volevamo fare, era fonderci l'uno, dentro l'altra. E così dopo i baci che ci demmo su quel morbido pavimento rivestito di moquette, passammo velocemente al letto. Erano le 2:30, Tom era sopra di me e bloccandomi le braccia, cercò il mio sguardo. "Ancora una cosa deve essere fatta..." disse sottovoce, e il momento dopo strinse più forte le mie mani, e raggiunse l'apice del piacere.
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Alle prime luci dell'alba, Tom dormiva ancora e mi svegliai ammirando il suo bellissimo profilo, aveva ancora attaccata alla testa, la sua iconica bandana. Mi strinsi più forte al suo petto e chiusi per la seconda volta gli occhi, canticchiando tra me, una strofa in particolare:" We were too close to the stars, I never knew somebody like you..."
Sentii vibrare il telefono ma non era il mio, notai che c'erano un sacco di chiamate perse ma non feci in tempo a vedere esattamente chi fosse perché proprio mentre lo stavo per prendere, il suo braccio mi fermò e in un attimo fui incastrata sotto il suo corpo. "Buongiorno" disse Tom, con la voce ancora assonnata. Restai in quel calore, ancora per un po', dopodiché mi alzai e lasciando stare il telefono e le chiamate perse andai a farmi una doccia. Sotto l'acqua sentii Tom parlare con suo fratello Bill, si stavano mettendo d'accordo per venirci a prendere. Infatti una quarantina di minuti dopo, i ragazzi compresa Eva, erano sotto l'albergo, decisi di portarli a casa mia per studiare e ripetere le ultime cose perché il pomeriggio di quel giorno stesso, avremmo dovuto affrontare gli ultimi esami.

"Ci incontreremo ancora?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora