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Pov: Jimin

Ho appena finito le prove di ballo e sto tornando a casa mezzo morto.

Durante il tragitto mi è sembrato parecchie volte di vedere Suga ma era...diverso.

Non so di preciso se fosse davvero lui, perché credo di averlo visto di sfuggita due o tre volte...era coperto fin sopra la testa come sempre, un capello che gli copriva pure gli occhi e quella maledetta mascherina che non toglie mai.

Difficile dire se era lui o soltanto qualcuno che gli somigliava, ma mi piace pensare che sia lui.

Percorro la stradina del parco buio e osservo gli alberi, ormai siamo in autunno e cominciano a perdere le foglie.

Improvvisamente mi arriva una chiamata da Jin e quando apro il cellulare noto che ci sono diversi messaggi.

"Jinnie! Come mai sveglio a quest'ora?"

"Jimin. Ho buttato Namjoon fuori casa."

Non è la prima volta che succede quindi sto tranquillo.

"Cosa ha rotto sta volta?"

"Il mio cuore..."

"Dai jin, sappiamo entrambi che namjoon non ti tradirebbe neanche sotto tortura. Quindi ripeto, cosa ha rotto?"

"Il piatto in porcellana di mia nonna." Ringhia lui.

"Era anche brutto quel piatto."
Commento sedendomi su una panchina e guardando l'altra vuota, in lontananza.

"Come osi brutto nano nato male! QUEL PIATTO ERA DI MIA NONNA!"

"C'è anche al market, Jin..." ridacchio.

"Ho mandato Nam a comprarmene un altro ma ho paura che si sia perso..."

"Cosa te lo fa credere?"

"È uscito 20 minuti fa e non è ancora tornato."

"Aish...fortunatamente sono di strada, vado a vedere se è ancora la."

Chiudo la telefonata e mi avvio al market dietro l'angolo.

"Namjoon!"

Lo richiamo appena lo vedo nella corsia delle ceramiche e vasi

Meglio portarlo via da lì prima che faccia casini.

"Jimin! Aiutami ti prego."

Mi avvicino e noto, dalla sua espressione supplichevole, che veramente bisogno di un mio consiglio.

"Va bene, ma solo 10 minuti, così tu potrai tornare a casa di Jin, farti perdonare e poi scopare mentre io me ne andrò a letto."

Dopo 20 minuti buoni Namjoon decide finalmente il piatto da regalare a Jin e scappa via correndo.

Chissà se l'ha già rotto...

Percorro di nuovo la strada del parco e noto che nella panchina davanti a quella dove prima stavo io ci sta seduto quella specie di sosia di Suga.

Per confermare la mie idee mi incammino verso quel posto oscurato dai rami e lo saluto.

"Suga?"

Riesco a dire solo questo, prima di sentire una cosa affilata perforarmi nel collo e svenire a terra.

-skip time-

Mi risveglio legato ad una sedia e con una benda sugli occhi.

Provo disperatamente, e in preda al panico, a liberarmi ma non ci riesco a causa delle manette troppo strette.

𝑩𝒖𝒓𝒏 𝒊𝒕 || yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora