3 settembre.
Ore 09:00

Ho accettato l'eredità. Non posso ancora crederci che l'abbia fatto veramente. Ho firmato tutte le carte e ora tutto quello che mi circonda, tutto quello che un tempo era di mia madre, ora è mio. Ora con tutti questi soldi posso andare persino all'università, ad Harvard insieme a Rue. Ho già preparando la mia iscrizione e lei sta già preparando il suo trasferimento degli studi ad Harvard, così che non rifaccia tutto da capo. Già domani potremo andare a scuola, è incredibile come in così poco tempo già posso andarci. Jon ha detto il potere dei soldi è immenso e ha ragione.

Non posso ancora credere a tutto ciò. Non posso credere che tutto sia cambiato da un momento all'altro. Fino a qualche giorno fa non avevo abbastanza soldi per andare all'università e pagare, contemporaneamente, le cure di papà, ora invece posso. Fino a qualche giorno fa non mi immaginavo di poter vivere in una casa così grande con così tante persone e invece ora eccomi qui e c'è spazio a sufficienza per tutti, anche di più. La me di qualche giorno fa non immaginava nulla di tutto questo, lei continua a godersi la sua routine quotidiana e tranquilla; invece ora è tutto distrutto e vivo nel lusso, nel totale lusso.

Com'è che si dice? Dalle stalle alle stelle.

<<Venite vi mostro le vostre camere>>

Mi dice Jon facendomi un cenno con il capo ed io lo seguo. Lui ha il passo veloce rispetto a me e infatti faccio fatica a seguirlo. Cerco di aumentare la velocità dei passi mentre mi guardo intorno incuriosita del bizzarro arredamento. Ho notato che ogni corridoio ha dei quadri ben precisi che lo decorano, come il corridoio che porta in giardino.

<<Questo è il corridoio degli specchi, porta alle varie stanze da letto. Gli specchi dalla cornice azzurra portano alle stanze di famiglia, mentre quelli dalla cornice d'oro portano alle stanze degli ospiti>>

Mi dice Jon, probabilmente notando immediatamente cosa stessi guardando. È un ottimo osservatore, l'ho notato subito dal primo momento.

Mi soffermo a guardare uno degli specchi incuriosita e trovo bizzarro che mia madre non riuscisse a orientarsi all'interno della sua stessa casa. Chissà quali altre stanze ha questo posto.

<<La vostra stanza, quella che era una volta di vostra madre, si trova all'ultimo piano. Ha la facciata sul giardino di casa>>

Sto realizzando solo ora che dovrò farmi tutte queste scale di prima mattina e già il solo pensiero mi fa venire l'affanno. Farò mettere un ascensore o rischio un collasso. Non sono mai stata molto atletica e penso che si sia notato abbastanza.

<<Siamo arrivati, vi lascerò da sola per ambientarvi nella vostra nuova camera>>

Mi dà la chiave della camera che è attaccata a una sorta di catenina lunga come se fosse una collana, inoltre la chiave è piccola e di colore blu con un piccolo diamantino incastonato, come se mia madre la volesse rendere bella, come se fosse un gioiello e no una semplice chiave.

<<Vostra madre è sempre stata una persona sbadata. Indossava la chiave come se fosse una collana>>

Mi dice guardando la piccola chiave con un sorriso triste, quasi nostalgico che però scompare subito e per un attimo mi viene il dubbio se ciò che ho notato non me lo sono immaginato.

<<Grazie mille Jon>>

Gli dico sorridendo e poi subito entro, curiosa di vedere la mia nuova stanza. Anche questa volta vengo travolta dal lusso e dalla bellezza di questo posto.

C'era una volta: Un amore FataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora