17 settembre.
Ore 12:30Sapete, da quando ero piccola ho sempre amato il colore rosso. Il rosso è il colore dell'energia, della forza e dell'attività nervosa e vitale. È il colore della passione e del desiderio sotto tutte le sue forme: quindi non solo il desiderio amoroso ma anche quello economico o del successo. È una spinta all'azione verso un cambiamento rivoluzionario.
Io l'ho sempre paragonato al fuoco che arde ed è ciò che ho sempre desiderato diventare. Un fuoco che arde, che distrugge tutto ciò che lo circonda in semplice cenere.
Ho sempre amato il colore rosso, ma in questi ultimi giorni lo sto vedendo un po' troppo spesso.
<<Fatti offrire qualcosa da bere dai>>
Insiste Ivan mentre ci rivestiamo. Da quando abbiamo finito ha iniziato ad insistere e a mettersi, nuovamente, nelle orecchie come un martello pneumatico.
<<Tra poco devo tornare a casa>>
Dico sperando di scappare da questa situazione, mentre mi abbottono la camicetta bianca lasciando sbottonati i primi due bottoni, giusto per far intravedere la scollatura.
<<Ti riaccompagno io>>
Insiste e mi lascio scappare uno sbuffo. Ora ha rotto le palle.
<<Ho detto di no>>
Dico più decisa girandomi a guardarlo, ma la mia aura severa vacilla quando incontro il suo sguardo e le sue labbra che si abbassano verso il basso. Mi mordo il labbro difronte a questa reazione triste e la mia idea cambia. Inizio a pensare che forse un caffè con lui lo posso prendere, mi fa pena, non riesco a resistere se mi guarda così...
<<Va bene, ma una cosa veloce>>
Dico subito e il sorriso gli ritorna. Sono troppo una brava ragazza, accidenti.
<<D'accordo, allora muoviamoci!>>
Mi dice con quel sorriso maledetto. Sbuffo e mi rivesto. Nel mentre penso a come mi sono fatta imbrogliare da questo tipo, ma per lo meno ha il sorriso contagioso.
Una volta vestita e ordinata lo seguo fuori dal bagno, cercando di non attirare troppo l'attenzione, ma penso che abbiamo fallito miseramente. Sento lo sguardo di giudizio di molti appena usciamo. Odo i sussurri che mi circondano ma mi scrollo tutto giù dalle spalle e tiro dritto perché non m'importa. Non m'importa di cosa le persone possano pensare di me, non mi è mai importato e ciò non cambierà ora.
<<Che cosa vuoi?>>
Mi chiede Ivan mente camminiamo fuori dall'università per andare al bar difronte alla scuola. Faccio una scrollata di spalle guardando il cielo azzurro privo di nuvole quest'oggi.
<<Mi va bene un semplice caffè. Tu cosa vorresti?>>
Chiedo mentre lui attraversa e invece di guardare la strada, gira il capo e guarda me.
<<Vorrei un cappuccino...>>
Mi dice... Poi tutto avviene in fretta.
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C'era una volta: Un amore Fatale
Mystery / ThrillerIl termine fatale è un aggettivo che è destinato a chi sarà il protagonista di eccezionali vicende, ed è il termine perfetto per questo amore. Racconto di un amore imperfetto, pieno di colori, splendente ma pauroso, che dovrà affrontare passato e pr...