4 settembre.
Ore 21:00Mulan Ortensia Dynevor
Quando ero piccola mi chiedevo sempre cosa potesse simboleggiare l'ortensia. Me lo chiedevo spesso e un giorno presi coraggio e lo chiesi a mia madre.
<<Mamma, che significato ha l'ortensia?>>
Le chiesi mentre facevamo la nostra passeggiata pomeridiana come sempre. Era una nostra abitudine, solo mia e sua. In quei momenti nessuno poteva interromperci o darci fastidio.
<<Simboleggia l'amore in ogni sua sfumatura: ardente e passionale, unico e sincero>>
Mi ricordo che a quel punto restai in silenzio a pensare. Pensai se fare una domanda, una fatidica domanda che ho sulla punta della lingua e spinge le mie labbra per uscire e farmela dire. Alla fine, cedetti alla mia maledetta curiosità e la feci.
<<Allora perché mi hai abbandonato quando sono nata?>>
Le chiesi ma non ebbi risposta e se ne andò dentro, scappando, come ha sempre fatto. Io restai lì da sola finché non calò il sole.
Cosa volevo dire con quella domanda? Mamma mi ebbe quando Esmeralda aveva solo due anni. Mi hanno raccontato che il padre di mia sorella la costrinse a scegliere tra lui e mio padre, lei alla fine scelse lui ma quando andò in guerra pensava che non sarebbe più tornato e cercò mio padre. Lui cadde nuovamente tra le grazie di mamma e scelse noi abbandonando Esmeralda.
Si... Mia madre è una grandissima stronza e pure puttana, nulla di nuovo, ma, nonostante ciò, io non provo rabbia nei suoi confronti, a differenza dei miei fratelli e sorelle. Io non la odio, non provo rancore, la compatisco, mi fa quasi pena. Alla fin fine la volevo bene, almeno un minimo, nonostante tutto.
<<Non mangi?>>
Mi chiede Simba guardandomi con la coda dell'occhio. Credo di essere rimasta a guardare il piatto di insalata per un bel po'. Mi sono persa a contare quante calorie potrei mettere in corpo mangiandola. Hanno condito l'insalata con olio e sale, quando io avevo detto alla servitù di non farlo. Come sempre, ascoltano ciò che vogliono loro e chi vogliono loro.
<<Non ho fame>>
Mi limito a dire allontanando il piatto da me beccandomi subito uno sguardo omicida da parte di mia sorella Pocahontas. I miei fratelli continuano ad insistere sul fatto che seguo una alimentazione sbagliata, ma un tratto che abbiamo preso tutti da nostra madre è la testardaggine.
<<Mangia>>
Mi ordina, ma io come sempre mi alzo e la ignoro. Torno in camera mia e mi chiudo dentro. Forse ho un problema. Si è molto probabile. Chiudo gli occhi e continuo a rivedere il corpo carbonizzato di mia madre, i suoi occhi aperti che mostravano i suoi bulbi oculari scuri. Ho l'immagine vivida impressa nel cervello e non va via tormentando il mio sonno. Non riesco a dormire per colpa sua, anzi, per colpa mia che l'ho trovata io... Avrei voluto che l'avesse trovata uno dei miei fratelli.
Vado in bagno e mi spoglio restando in intimo per pesarmi. Sorrido soddisfatta nel vedere il mio peso scendere settimana dopo settimana. Nonna lo dice sempre che devo scendere di peso, ho i fianchi troppo larghi, la pancia troppo gonfia e le cosce troppo grandi. Inizialmente l'ho fatto solo per non sentirla più nelle orecchie, ma quando ho iniziato ad avere i primi risultati e tutti mi hanno fatto i complimenti per aver perso peso sono rimasta felice e ho continuato. Ora sto andando bene, riuscirò a dimagrire e a diventare come quelle modelle che si vedono in televisione.
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C'era una volta: Un amore Fatale
Mystery / ThrillerIl termine fatale è un aggettivo che è destinato a chi sarà il protagonista di eccezionali vicende, ed è il termine perfetto per questo amore. Racconto di un amore imperfetto, pieno di colori, splendente ma pauroso, che dovrà affrontare passato e pr...